C’è chi dice che lo Xiaomi 13 Ultra non arriverà mai in Italia, chi invece è convinto che arriverà verso giugno 2023, fatto sta che nonostante il brand abbia “promesso” un lancio globale del suo cameraphone per eccellenza, per ora non si hanno ancora notizie certe. Ed è un peccato, anche perché dopo aver provato lo smartphone per qualche settimana, sono giunto alla conclusione che (forse) il neo nato in casa Xiaomi è l’unico esponente della serie “Ultra” che varrebbe la pena acquistare.
E no, non è così solo per il display da “record” o per i sensori fotografici utilizzati, ma perché Xiaomi 13 Ultra potrebbe rappresentare una svolta molto importante nel mondo della fotografia mobile: un settore ormai padroneggiato dall’intelligenza artificiale e la fotografia computazionale, che tendono a migliorare gli scatti realizzati in maniera quasi istantanea, facendo perdere però quella “naturalezza” del momento catturato.
Ecco, dopo tutti questi giorni di test sono giunto alla conclusione che lo Xiaomi 13 Ultra sia totalmente all’opposto di questa filosofia: il lavoro messo a punto con Leica, che non solo ha contribuito all’ottimizzazione software ma anche alla produzione delle lenti, ha fatto sì che (forse) per la prima volta la parte fotografica sia stata costruita intorno a uno smartphone, e non viceversa.
Quando si scatta con questo smartphone, si riesce a sfruttare la qualità delle ottiche piuttosto che l’elaborazione software o i mille filtri messi a disposizione dal brand. Ed è una fortuna, perché è proprio nei rari casi in cui sono entrati in gioco gli algoritmi di Xiaomi, che le immagini prodotte dallo smartphone ci hanno lasciati un po’ perplessi.
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Recensione Xiaomi 13 Ultra: fotografia pura
Fotocamere
Come sempre facciamo con le versioni “Ultra” di Xiaomi, partiamo al contrario: visto che è la fotocamera il punto chiave dello Xiaomi 13 Ultra iniziamo subito a parlare di questo. Ora, guardando esclusivamente la scheda tecnica, va detto che il brand ha fatto un passo in avanti per quanto riguarda i sensori del comparto fotocamere. E non per quello iniziale, che continua ad essere il Sony IMX989 da 50 megapixel che abbiamo visto sia nel 12S Ultra (qui la recensione) che nel 13 Pro (qui la recensione), ma per tutti gli altri che sono (alleluja) tutti da 50 megapixel.
Nello specifico, Xiaomi 13 Ultra integra 4 ottiche che, come detto, hanno tutte la stessa risoluzione:
Fotocamera principale: Sony IMX989 da 1” con lente asferica 8P, stabilizzazione HyperOIS sul sensore e apertura variabile di ƒ/1.9 a ƒ/4.0;
Fotocamera ultra-wide: Sony IMX858, apertura f/1.8, autofocus e funzione macro;
Zoom 3.2x: Sony IMX858, apertura f/1.8;
Zoom 5X: Sony 50MP IMX858 periscopico, apertura f/3 e Ois.
Insomma, è inutile sottolinearlo, quello dello Xiaomi 13 Ultra è uno dei migliori comparti fotografici mai visti su uno smartphone, è bilanciato, il gap qualitativo tra le diverse ottiche è stato ben gestito, ma una cosa va detta: è pur vero che il nuovo smartphone di Xiaomi ha la fotocamera principale ad apertura variabile, ma la gestione degli f-stop è molto più limitata rispetto a smartphone come il Huawei P60 Pro (qui la recensione) che permette addirittura di gestirne manualmente 10.
Detto questo però, la presenza del sensore Sony IMX989 si fa sentire in qualsiasi scatto si vada a produrre, ma l’arma segreta dello Xiaomi 13 Ultra è un’altra: l’obiettivo Leica Summicron, realizzato proprio dall’azienda tedesca per Xiaomi, con la stessa precisione che contraddistingue le proprie ottiche professionali.
In tutta sostanza, grazie alla precisione su scala nanometrica delle lenti dello Xiaomi 13 Ultra, soprattutto quando si scatta con la fotocamera principale un occhio più allenato noterà immediatamente l’assenza quasi totale di aberrazioni cromatiche e flare: ed è proprio questa qualità che rende più piacevole andare a scattare foto scegliendo di volta in volta l’ottica più adeguata, senza farsi troppi problemi.
Il meteo avverso degli ultimi giorni non mi ha dato modo di scattare immagini in condizioni super luminose, ed è per questo che mi sono recato da un mio amico tatuatore molto famoso anche per i suoi dipinti, esposti in una galleria d’arte con un’illuminazione “cupa” e che la maggior parte degli smartphone non riesce a gestire. Guardate la foto in basso: è stata scattata in punta e scatta, con la fotocamera principale senza usufruire della modalità notte, nonostante l’ambiente molto buio.
Noterete sicuramente l’ottima gestione della gamma dinamica, dei chiaroscuro, l’assenza di aberrazioni cromatiche e il gran numero di dettagli: si riesce addirittura a vedere la trama della tela su qui è stato realizzato il dipinto.
In tutta sostanza, con Xiaomi 13 Ultra è come se si tornasse un po’ indietro nel tempo, alla fotografia di tipo “tradizionale”, quella “meccanica” in cui l’intelligenza artificiale non serve per ottenere scatti di questa qualità e con la quale si può riscoprire l’autenticità delle foto.
Detto questo, è inutile dire che in condizioni di buona luminosità le foto scattate con lo Xiaomi 13 Ultra siano di ottima qualità, con una buona gestione del colore (molto diversa rispetto a quella vista in tutti gli altri Xiaomi, e più tendente alle tonalità fredde) ed una gamma dinamica di qualità fantastica. Continuo a non essere d’accordo sul fatto di essere costretti ad utilizzare i due filtri Leica (cosa che si può evitare quando si scatta in modalità Pro), ma va detto che le immagini scattate dallo smartphone sono tra le più “naturali” e ricche di dettaglio in circolazione.
Un altro vantaggio molto tangibile di tutto questo ambaradan sta nel fatto che la modalità notte non si attiva quasi mai. Un sensore più grande, delle ottiche migliori, permettono allo Xiaomi 13 Ultra di catturare più luce, e portano ad una fotografia notturna molto più “naturale”, in cui non si avranno quasi mai immagini con luci spinte all’estremo che sembrano illuminate in modo artificioso.
Si può anche scattare in formato RAW a 14 bit, mentre i video supportano il formato LOG a 10 bit. E proprio per quanto riguarda i video, la presenza della stabilizzazione ottica su tutte le focali (tranne che sull’ultra-wide) da moltissimi vantaggi: tutte le fotocamere posteriori possono arrivare ad 8k a 30 FPS, ed i video registrati sono di ottima qualità.
La cosa ridicola però è la fotocamera frontale, che è si da 32 megapixel, ma che a mio parere non è assolutamente in linea con tutto il resto: gli scatti realizzati sono troppo artefatti dal software di Xiaomi, integra un filtro che “ringiovanisce e rende più magri”, la nitidezza è troppo alta ed artefatta e poi, cosa ancora più assurda, può registrare video ad una risoluzione massima di 1080p a 60 fps.
Display
10 e lode anche per il display: certo, Xiaomi ci ha sempre abituati bene, ma con il 13 Ultra si è superata. Ma no, lo smartphone non utilizza un pannello Samsung, bensì il C7 di TCL, brand partner di Xiaomi, e la scelta è stata azzeccata.
Il pannello è amoled WQHD+ da 6.73 pollici che raggiunge una luminosità di picco di ben 2600 nit con refresh rate dinamico fino a 120 Hz. Il brand assicura che il pannello è in grado di raggiungere una luminosità tipica di 1300 nit e, lasciate che ve lo dica, è vero: nei nostri test lo schermo del nuovo smartphone di Xiaomi si è rivelato il più luminoso del mercato con valori tipici molto prossimi a quelli dichiarati.
Insomma, è un pannello brillante e anche molto preciso nella riproduzione dei colori, grazie alla calibrazione che si basa sul nuovo standard CIE 2015 che gli garantisce bianchi e colori ben blianciati, neri profondi ed un ottimo rapporto di contrasto. Insomma è inutile spendere troppe parole: è uno dei migliori display in circolazione, se non il migliore, supporta Dolby Vision e HDR10+ ed ha un PWM dimming automatico a 1920 Hz.
Hardware e prestazioni
Sebbene non sia il principale punto di forza dello Xiaomi 13 Ultra, un piccolo approfondimento sull’hardware e sulle prestazioni è doveroso. Ora, trattandosi di un dispositivo animato dal nuovo Snapdragon 8 Gen. 2, affiancato da memoria RAM (che nel nostro sample è di 12 GB) di tipo LPDDR5X e memorie interne UFS 4.0, è un dispositivo estremamente veloce, totalmente privo di lag ed in grado di portare a termine tutte le operazioni più complesse che si possono chiedere ad uno smartphone.
Va detto però che, dopo i benchmark approfonditi che abbiamo eseguito in questi giorni, nello Xiaomi 13 Ultra il SoC di Qualcomm non da il meglio di sé. A prescindere dai punteggi nudi e crudi, ciò che mi ha lasciato piuttosto perplesso è la gestione delle frequenze del processore che è ancora più conservativa di quanto abbiamo visto nello Xiaomi 13 Pro, e che rende piuttosto altalenante la stabilità prestazionale del dispositivo nel tempo.
In tutta sostanza, con lo Xiaomi 13 Ultra le prestazioni di punta sono in linea con quelle degli altri smartphone animati dal SoC di Qualcomm, ma non durano a lungo nonostante il nuovo sistema di raffreddamento che utilizza la tecnologia Loop LiquidCool, ovvero un liquido contenuto in una serpentina realizzata com nateriale aerospaziale e bla bla bla che no, nomi assurdi a parte, non sembra funzionare come dichiarato dal brand.
Ad ogni modo, l’audio in capsula è ottimo, così come quello stereofonico gestito da due speaker indipendenti di altissima qualità. Buona la ricezione alle reti WiFi così come quella alle reti cellulari, ma preferirei andare un po’ oltre l’ovvio e parlare di una cosa molto più interessante: il sensore di prossimità che, alleluja, è di tipo tradizionale come in tutti i top del brand di questo 2023.
Inoltre, e questa è una cosa che io trovo estremamente comoda, Xiaomi 13 Ultra continua ad integrare il blaster IR che gli permette di trasformarsi in un telecomando universale.
Design e materiali
Ed ora parliamo di una caratteristica un po’ più “umana” e molto soggettiva: il design. E ve lo dico subito, non sono un fan del design di questo smartphone, ma va detto che il brand continua a distinguere le versioni “Ultra” da tutta la sua lineup. Le dimensioni e il peso sono importanti, lo spessore raggiunge i 9 millimetri e i 227 grammi complessivi si percepiscono in mano e in tasca. Ma nonostante questo va detto che la pelle posteriore e la cornice in alluminio con bordi a taglio netto rendono la presa piuttosto salda e per niente scivolosa.
La pelle con cui è realizzata la cover posteriore realizzata in silicone e trattata con nanoparticelle che la rendono non solo molto resistente all’usura, ma anche antibatterica, ma il camera bump è decisamente ingombrante e davvero tanto spesso.
Insomma, se dovessi giudicarlo esclusivamente per l’aspetto estetico, non potrei dire che lo Xiaomi 13 Ultra sia tra gli smartphone più belli del mercato ma, come ho anticipato, si tratta di considerazioni totalmente soggettive.
Bene però la certificazione IP68, la decisione di utilizzare (finalmente) una porta USB 3.2, così come il posizionamento dei tasti di controllo che sono alla giusta altezza. Il sensore per le impronte digitali è posizionato sotto lo schermo e funziona bene, anche se non è tra i più veloci che abbiamo provato.
Software
Il sample dello Xiaomi 13 Ultra che abbiamo in prova, è ovviamente una versione cinese sulla quale sono presenti i servizi Google ed è possibile utilizzare il Play Store e le relative app senza alcuna limitazione. Ad oggi è animato da Android 13 personalizzato dalla MIUI 14.0.11, ma non perderò troppo tempo a parlarvi dell’interfaccia grafica, in attesa di vederlo animato da una versione Global.
Ad ogni modo, chi legge le mie recensioni saprà che non sono un fan della MIUI e che la trovo troppo invasiva, ma va detto che l’ultima versione della GUI del brand è completa e molto fluida nella sua esecuzione, ma essendo una versione cinese non lo prenderei come punto di riferimento per una recensione.
Batteria e ricarica
La batteria integrata nello Xiaomi 13 Ultra è una 5000 mAh ed anche se rispetto allo Xiaomi 13 Pro ha una velocità di ricarica più lenta, va detto che rispetto al 12S Ultra qualche passo in avanti è stato fatto. Nonostante la gestione del SoC piuttosto conservativa però, lo smartphone non ha brillato in quanto ad autonomia che, con tutti i settaggi al massimo e luminosità media, mi ha permesso di superare di poco le 5 ore e mezzo di display acceso.
Poco male però, perché con un utilizzo medio non si avranno problemi ad arrivare a fine giornata, e la ricarica rapida a 90w lo ricaricherà completamente in circa 40 minuti. Ma proprio per quanto riguarda la ricarica cablata ho una grande perplessità: il caricabatterie da 90w utilizza una porta USB-A, il che restringe i protocolli di ricarica, ma il cavo è un USB 2.0.
Il che è quasi un’assurdità: non riesco a capire il motivo per il quale Xiaomi abbia deciso di dotare il proprio smartphone di punta di una porta USB 3.2, per poi venderlo con un cavo di vecchia generazione.
Come comprare Xiaomi 13 Ultra in Italia e considerazioni
Ad oggi Xiaomi 13 Ultra non è disponibile in Italia né abbiamo una data certa della sua introduzione nel mercato occidentale con versione Global. Qualora vogliate acquistarlo, potete farlo tramite Trading Shenzen al prezzo di 1077 euro il 12/256 però nella nostra stessa versione con software cinese, lingua inglese e Play Store perfettamente funzionante.
Ed è inutile perdersi in troppe parole: Xiaomi 13 Ultra potrebbe essere uno degli smartphone più completi di questo 2023, e non solo per la fotocamera ma anche per gli standard altissimi del suo display e per il bilanciamento di tutte le sue caratteristiche. È uno smartphone con cui fotografare diventa divertente, che restituisce scatti davvero di ottima qualità, almeno finché non entra in ballo la (pessima) elaborazione software di Xiaomi che, però, grazie ai sensori e alle ottime lenti non dovrete quasi mai utilizzare.
Certo, le prestazioni sono un po’ sotto tono rispetto agli altri smartphone animati dallo Snap 8 gen. 2, il design “o si odia o si ama”, e personalmente non mi fa impazzire la MIUI né l’esperienza utente generale degli smartphone prodotti dal brand, ma una cosa devo ammetterla: questa volta Xiaomi ha fatto un lavoro quasi eccellente.
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