Recensione Xiaomi 13 Pro: la rinascita di Xiaomi?

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Con i tipici due mesi di ritardo dal lancio in Cina, Xiaomi ha (finalmente) deciso di ufficializzare la versione Global dei suoi 13 e 13 Pro, arrivati in occidente in occasione del Mobile World Congress 2023. Due prodotti effettivamente molto diversi tra loro, che trovano nello Xiaomi 13 Pro l’unico vero e degno rivale del Samsung S23 Ultra (qui la recensione). Almeno sulla carta.

Con il suo sensore da 1 pollice, la scocca realizzata in ceramica, lo Snap 8 Gen. 2 affiancato da 12 GB di memoria RAM (arriva nel mercato solo con questo taglio di memoria) e la ricarica super veloce a 120w, il nuovo top di gamma del brand ha tutte le caratteristiche per essere il primo della classe nel mondo degli ultra-premium phone e, sì, utilizza un sensore di prossimità di tipo “tradizionale”.

E come ogni primo della classe, quest’anno anche Xiaomi 13 Pro arriva però con un prezzo decisamente non per tutte le tasche, ed è da qui che bisogna partire perché il punto è questo: con brand come Apple e Samsung che, oltre ai dispositivi, offrono servizi post-vendita qualitativamente migliori e aggiornamenti più repentini, quanti di voi vorrebbero spendere 1399,00 euro (è questo il prezzo di vendita di Xiaomi 13 Pro) per uno smartphone a marchio Xiaomi? E, soprattuto, ne vale davvero la pena?

Insomma, va detto che Xiaomi 13 Pro è il migliore Xiaomi che ho mai avuto modo di provare negli ultimi 10 anni ma, per via di alcuni compromessi che comunque è costretto a portarsi dietro, difficilmente lo si potrebbe considerare come il migliore Android del 2023.

Recensione Xiaomi 13 Pro: caratteristiche, fotocamera, batteria e prezzo in Italia

Design e materiali

Appena si impugna Xiaomi 13 Pro ci si rende subito conto della qualità dei materiali e dell’impegno che il brand ha messo nel produrre il suo nuovo top di gamma. La cover posteriore del dispositivo è realizzata in ceramica e da noi sarà disponibile solo nella colorazione nera e bianca, mentre il camera bump è grande al punto da riuscire a sottolineare, anche visivamente, quanto Xiaomi abbia puntato proprio sulla qualità fotografica di questo Xiaomi 13 Pro.

Nonostante si tratti di uno smartphone grande poi, la grande curvatura dei bordi lo rende molto più comodo da impugnare dell’S23 Ultra anche se, e questo va detto, sia i materiali che la forma del dispositivo lo rendono molto, molto scivoloso quando lo si impugna. Il trucco in questo caso è fare affidamento sul camera bump molto sporgente, che potrebbe essere d’aiuto quando si impugna il dispositivo, oppure applicare immediatamente la cover che esce in confezione.

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Pesa in totale 210 grammi, è spesso 8.4 millimetri è resistente ad acqua e polvere grazie alla certificazione IP68. Superiormente continua ad essere presente il blaster IR che gli permette di trasformarsi in un telecomando ad infrarossi universale, e l’audio è stereofonico ma sfrutta la capsula auricolare.

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Insomma, scivolosità a parte, c’è poco da criticare allo Xiaomi 13 Pro dal punto di vista del design e dell’ergonomia: è senza dubbio lo Xiaomi più “appagante” da impugnare degli ultimi tempi.

Display

Lo schermo è uno dei principali protagonisti di questo Xiaomi 13 Pro. E se nel 12 Pro il display era uno dei migliori in circolazione, con la nuova generazione il brand cinese è riuscito a fare altri passi in avanti: lo schermo da 6.7 pollici dello Xiaomi 13 Pro non solo continua a mantenere la risoluzione 2k, la frequenza di aggiornamento massima a 120 Hz, una frequenza di campionamento del tocco di 240 Hz che diminuisce rispetto alla generazione precedente ed un PWM dimming di 1920 Hz, ma questa volta punta tutto sulla luminosità di picco che è praticamente da record.

Ed è da record perché parliamo di ben 1900 nit di picco, appunto, un valore esagerato che nei nostri test si è avvicinato ai 1500 nit medi con la luminosità impostata al massimo. Insomma, quello dello Xiaomi 13 Pro è il display più luminoso che troverete in circolazione.

C’è però un piccolo problema che ho riscontrato con il mio sample ed è relativo al connubio fotocamera/schermo. Mi spiego meglio: quando si va a scattare una fotografia con la fotocamera dello Xiaomi 13 Pro e poi la si andrà a rivedere, capiterà spesso di avere una resa visiva dell’immagine diversa da quella “reale”, per colpa del bilanciamento dei bianchi e della saturazione e di un HDR che è un po’ troppo spinto.

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In soldoni, quando si vede la foto sul display del dispositivo la qualità potrebbe non sembrare poi chissà quanto alta, ma quando la si guarda su uno schermo di un computer di qualità, l’immagine è praticamente perfetta. Questo vuol dire che si potrebbero trovare difficoltà a scattare fotografie in manuale, tramite la modalità pro, perché quando si va a bilanciare tutti i fattori di scatto manualmente sfruttando lo schermo del dispositivo, si potrebbe ottenere un risultato “falsato”.

Hardware e prestazioni

La scheda tecnica di Xiaomi 13 Pro è da top a tutti gli effetti. Lo smartphone arriva con il nuovo Qualcomm Snapdragon 8 Gen. 2 ed in Italia sarà disponibile solo con 12 GB di memoria RAM di tipo LPDDR5x e 256 GB di memoria interna di tipo UFS 4.0. Ed è inutile starci a perdere troppo tempo: è una scheggia a tutti gli effetti. Ci si può giocare senza troppi problemi, ci si può montare video 4K con CapCut in totale fluidità, ed anche la MIUI 14 va che è una bellezza, senza micro-lag o problemi di sorta.

E come tradizione vuole, Xiaomi 13 Pro è tra gli smartphone che hanno ottenuto i punteggi più alti anche sulle diverse applicazioni di benchmark, grazie alle quali però nei nostri test è emerso il solito, tipico, problema degli Xiaomi: le temperature. Inoltre dai nostri test si è evinta una profonda difficolta con le API Vulkan.

Che si stia utilizzando un’app di benchmark, o che ci si trovi a giocare in lunghe sessioni con titoli 3D piuttosto complessi, lo smartphone tende a scaldare un po’ di più rispetto a tutti gli altri modelli animati dallo stesso SoC di Qualcomm e questo avviene, come noterete dai grafici degli stress test, nonostante quest’anno anche il brand cinese abbia pensato di gestire il SoC in un modo un po’ più conservativo, tagliando le frequenze di funzionamento dei core con una media relativa di performance del SoC che si attesta intorno all’80%.

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Vero è però che, anche grazie alla scocca in ceramica, il calore che si sentirà quando si “stresserà” il dispositivo sarà solo quello relativo alla dissipazione. Non per niente, nello stress test di 3D Mark, con una stabilità derivante dal rapporto temperatura/framerate Xiaomi 13 Pro  si è posizionato quasi in vetta alla classifica.

Ma no, non credete a chi vi dice che Xiaomi 13 Pro non soffre mai di surriscaldamento durante gli utilizzi più intensi perché è tra gli smartphone animati dallo Snap 8 Gen. 2 che in realtà si surriscalda di più, e vi dirò di più. Nelle impostazioni della batteria è possibile impostare il SoC in 3 modalità: quella light (che riduce le prestazioni), quella standard e quella ad alte prestazioni.

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Ebbene, se nelle prime due modalità non ho avuto alcun problema di sorta nell’esecuzione degli stress test (anche se le temperature sono salite a valori prossimi a quelli di sicurezza), con la modalità “prestazioni” il sistema si surriscaldava a tal punto da essere costretto a interrompere i processi più pesanti.

Ad ogni modo, l’audio in capsula è ottimo così come l’audio stereofonico, integra il Bluetooth 5.3 ed è uno dei primi smartphone ad utilizzare un modem Qualcomm FastConnetcTM 7800: è un modem WiFi 7 che, sfruttando la tecnologia Band Simultaneous (HBS) Multi-Link, consente connessioni multiple e simultanee a 5GHz e 6GHz, migliorando le prestazioni e riducendo la latenza delle connessioni.

Fotocamera

Così come abbiamo visto con lo Xiaomi 12 Pro, anche Xiaomi 13 Pro può vantare su una tripla fotocamera da 50 megapixel in cui, qualche sensore, è simile a quello della generazione precedente ma con alcune novità.

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La fotocamera principale utilizza un sensore da 1” ed ha un’ottica con apertura f/1.9 stabilizzata otticamente, c’è poi l’ultra wide che con i suoi 115° di field of view è un’equivalente di un 14mm, e infine c’è una telephoto f/2.0 con fattore d’ingrandimento 3.2x equivalente ad un 70mm. Tutte le fotocamere hanno l’autofocus e no, non c’è alcuna fotocamera periscopica (per quello dovremmo aspettare lo Xiaomi 13s Ultra, che arriverà anche in Italia tra qualche mese).

Inutile dire che, sulla carta, il trittico di fotocamere dello Xiaomi 13 Pro è di altissimo livello e non solo per il sensore principale da 1”, ma anche per lo zoom 3.2x che utilizza un gruppo di lenti che il brand chiama Liquid Lens: in sostanza si tratta di ottiche flottanti che si muovono in base alla distanza del soggetto inquadrato, modificando così la lunghezza focale.

È questo probabilmente l’obiettivo più interessante dello Xiaomi 13 Pro, che permette ad esempio una messa a fuoco super ravvicinata (di 10 cm) e genera degli scatti con effetto bokeh di altissima qualità, morbido e piacevole.

Va detto però che così come in tutti gli Xiaomi, anche nello Xiaomi 13 Pro l’hardware viene spesso “frenato” da un software non proprio ottimizzato, soprattutto nei primi periodi di vita del dispositivo: in tutta sostanza, dato per scontato che si tratta di foto dalla qualità altissima, il software che elabora gli scatti non è sempre costante nei risultati. Potrebbe capitare, per esempio, che soprattutto con inquadrature con forti controluce, tenda a spingere un po’ troppo il contrasto o la nitidezza, indipendentemente dal filtro Leica che si sceglie di utilizzare nello scatto.

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Si tratta di dettagli, sia chiaro, anche perché Xiaomi 13 Pro è di certo lo Xiaomi con la migliore fotocamera mai utilizzata, ma anche se è in grado di superare qualitativamente anche il 12s Ultra (qui la recensione), in realtà soffre un po’ della zavorra software. Ma è una cosa alla quale ormai siamo abituati con i dispositivi del brand.

La fotocamera frontale da 32 megapixel è di tipo wide, ma soffre di un grandissimo limite: è in grado di registrare video che arrivano solo a 1080p a 30 fps, e stiamo parlando di una risoluzione e di un framerate quasi ridicoli per uno smartphone top di gamma venduto a 1400 euro.

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Sul fronte video però Xiaomi 13 Pro ha fatto tantissimi passi in avanti e non nella qualità dell’immagine (che era già ottima nelle generazioni precedenti) quanto nella stabilizzazione della fotocamera principale e nelle prestazioni di notte. La risoluzione massima è 8k a 30 fps, la fotocamera principale genera anche degli ottimi 4K a 60 fps, ma qualora si volessero sfruttare tutte le ottiche bisognerà registrare o a 1080p o a 4k a 30 fps.

Ma se con le due ottiche secondarie l’assenza dell’OIS si fa sentire soprattutto nei pan orizzontali, quando si registrano video con la fotocamera principale è quasi come se si stesse utilizzando una gimball: che ci si trovi in condizioni di forte illuminazione, o per strada di notte, i video registrati con questa fotocamera sono davvero eccezionali.

Software

Xiaomi 13 Pro arriva con Android 13 personalizzato dalla MIUI14, la nuova versione della GUI del brand che però, nella versione Global, è profondamente diversa da quella che abbiamo visto in Cina. Ad esempio, mancano molte delle funzioni che avrei voluto vedere subito, come la modalità in incognito, le modalità modifica del centro di controllo, la nuova gestione del feedback tattile o la possibilità di ridimensionare le icone, ed arriva solo con alcuni nuovi sfondi e qualche novità per i widget. Per fortuna i bloatware sono davvero pochi ed è stata praticamente eliminata la presenza delle pubblicità.

Fino all’ultimo aggiornamento, avvenuto un paio di giorni prima che iniziassi a scrivere la recensione, era presente qualche bug con app di terze parti che, però, sembra essere stato repentinamente risolto da Xiaomi.

Ad ogni modo, chi legge le mie recensioni saprà che non sono un fan della MIUI e che la trovo troppo invasiva, ma va detto che l’ultima versione della GUI del brand è completa e molto fluida nella sua esecuzione. Va detto però, che Xiaomi 13 Pro non dispone di una modalità desktop, il che potrebbe essere una grande penalità per chi (come me) nell’ultimo periodo utilizza molto in mobilità questa funzionalità.

E così come tutti gli altri top di gamma, anche Xiaomi 13 Pro avrà diritto a 5 anni di aggiornamenti di sicurezza e 3 major update di Android.

Batteria e ricarica

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La batteria da 4820 mAh dello Xiaomi 13 Pro è in grado di ricaricarsi a 120w ed in circa 20 minuti può passare dallo 0 al 100%. Ed è questa una delle caratteristiche che non troviamo in nessuno dei suoi diretti competitor. La ricarica veloce ormai è un game changer e quando la si affianca alle circa 5 ore di display acceso, ci si rende conto che quello della batteria non sarà di certo un problema con il nuovo top di gamma Xiaomi

Supporta anche la ricarica wireless veloce che, con i suoi 50w, può caricare completamente lo smartphone in poco più di 35 minuti.

Prezzo e considerazioni

Il prezzo di Xiaomi 13 Pro in Italia è di 1399,90 euro ma, fino alle 23.59 del 12 marzo, lo si potrà acquistare in Early Bird con uno sconto di 100 euro, sia su Amazon che tramite gli store fisici e online del brand. Ed è una cifra molto alta, profondamente influenzata dal trend attuale che sta portando i prezzi alle stelle, che però mette lo smartphone in una posizione un po’ complessa. A questa cifra ci si può comprare un iPhone 14 Pro Max, oppure un Samsung Galaxy S23 Ultra che, seppure parta da un prezzo maggiore con meno RAM disponibile, ormai si può trovare a cifre anche più basse.

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Insomma, Xiaomi 13 Pro è il miglior Xiaomi di sempre e su questo non c’è dubbio: sono anni che il brand rincorre i suoi concorrenti, e vuoi per la questione (ora risolta) del sensore di prossimità, vuoi per un software “freno a mano” si è sempre trovata a rincorrere. Ora la stragrande maggioranza dei problemi è stata risolta, e quando arriveranno sconti o cali di prezzo interessanti, sarà un’ottima alternativa ad Apple e Samsung. Per ora però, ha ancora qualche margine di miglioramento.


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Dario Caliendo
Nel mondo della tecnologia dal lontano 2007, ingegnere informatico di formazione, condivide la sua passione per il tech con quella per gli animali e per la buona cucina. Crede che la tecnologia debba essere sempre alla portata di tutti, e per questo ama spiegarla nel modo più semplice e chiaro possibile. Le recensioni sono il suo pane quotidiano.
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