Non si conosce ancora ufficialmente a quanto ammonterebbe il tetto sul prezzo del petrolio, ma il G7 ha dichiarato che verrebbe garantito un margine di guadagno per la Russia. Fra i paletti previsti dal G7 c’è l’eventuale divieto al trasporto marittimo a livello globale su petrolio e prodotti petroliferi di origine russa qualora non venisse rispettato questo tetto. Come prevedibile, la Russia ha minacciato di interrompere la vendita di petrolio verso quei paesi che approveranno questo tetto, ma per il G7 il vero problema sarà trovare un accordo con grandi importatori come Cina e India, sia per motivi politici che economici.
Per farlo, il G7 vorrebbe imporre un blocco similare alle sanzioni contro l’Iran: chi non rispetterà l’accordo, quindi, comprando petrolio non rispettando il tetto al prezzo, perderà l’accesso a USA ed Europa e ai relativi mercati in dollari ed euro. Se la Cina non rispettasse questi accordi, l’esclusione dal mercato europeo potrebbe ulteriormente colpire quelle aziende tecnologiche già colpite dalla crisi economica, come Xiaomi, OPPO e vivo; anche Huawei, da tempo in crisi ed ampiamente esclusa dal mercato europeo, ha interrotto nuovi contratti in Russia per paura di essere esclusa totalmente dall’Europa.
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