Se c’è un merito da dare a Qualcomm, è che sin dalla presentazione del nuovo Snapdragon 8 Gen. 1 è come se i brand avessero fatto una gara a chi presentava per primo il suo nuovo top di gamma. Xiaomi 12 e Xiaomi 12 Pro e OnePlus 10 Pro sono solo tre dei dispositivi che abbiamo provato animati dal nuovo Soc dell’azienda. E tutti, ma proprio tutti, hanno dovuto fare i conti con le temperature estreme che lo Snap 8 Gen 1 rischia di raggiungere.
Il risultato è stato vedere dispositivi animati dallo stesso Soc, ma con prestazioni e gestione del processore molto diversi tra loro. Ed è per questo che quando ho avuto la possibilità di provare il nuovo iQOO 9 Pro mi si è accesa subito la curiosità.
E non solo per la fotocamera grandangolare fisheye, la tecnologia di stabilizzazione gimball ed il suo design (che tutto è, tranne che noioso), ma soprattutto per cercare di capire come quelli di iQOO (che, ricordiamolo, è un sub-brand di vivo) sono riusciti a domare questa bestia funesta che è lo Snap 8 di prima generazione.
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Recensione iQOO 9 Pro
Design e materiali
Che lo si odi o lo si ami, il design del nuovo iQOO 9 Pro è probabilmente l’unico in grado di distinguersi – davvero – tra i nuovi flagship del 2022. Disponibile esclusivamente in due versioni, una realizzata in collaborazione con BMW Motorsport ed un’altra in simil-pelle di colore arancione, il suo design lo rende probabilmente tra i modelli più riconoscibili di questo inizio anno.
Il camera bump è un enorme rettangolo orizzontale, nel quale sono state inserite le tre fotocamere che lo compongono, e dopo i primi test in cui ho stressato lo Snap 8, sono giunto ad una conclusione: questo camera bump così grande ha un doppio scopo, e non è solo legato al design del dispositivo. La sua piastra di alluminio pare sia un elemento fondamentale del sistema di dissipazione dell’iQOO 9 Pro, ed effettivamente ne migliora la gestione, a differenza di ciò che potrebbe fare il resto della back cover.
Con un peso di circa 204 grammi ed uno spessore di 8.8 millimetri, anche l’iQOO 9 Pro non è tra gli smartphone più compatti di questo inizio 2022, anzi. La parte anteriore è tutta dedicata all’enorme display da 6.78 pollici nel quale è stato integrato il miglior lettore per le impronte digitali che ho provato negli ultimi smartphone: è il Qualcomm 3D Sonic Max, è di tipo ultrasonico, lavora in un area di riconoscimento molto ampia ed è sempre preciso e veloce.
Display
Sarà per il chip di seconda generazione utilizzato per la sua gestione, sarà perché è un pannello Samsung E5, ma il display dell’iQOO 9 Pro è tra i migliori che attualmente ho avuto modo di vedere. Se ricordate la mia recensione dello Xiaomi 12 Pro, dove ho sottolineato proprio la qualità dello schermo, ebbene sappiate che quello dell’iQOO 9 Pro mi piace ancora di più.
Il pannello è un AMOLED 1440p di tipo LTPO di seconda generazione, con un refresh rate variabile in grado di arrivare fino a 120 Hz ed una luminosità di picco di 1500 nits. E c’è poco da fare, quando si guarda un pannello E5, non si viene mai delusi per la qualità e la finezza dei colori. Anche in neri ed il contrasto sono di ottimo livello, e c’è veramente poco da obiettare al lavoro fatto da iQOO e Samsung.
È compatibile con Dolby Vision ed HDR10+, ma l’unico appunto lo farei sulla gestione della luminosità automatica che ho trovato decisamente poco conservativa: capita che in alcuni momenti ci si ritrovi con questo super display troppo luminoso per l’ambiente in cui lo si sta utilizzando e, puntualmente, si potrebbe sentire la necessità di abbassare la luminosità manualmente.
Hardware e prestazioni
Ad animare iQOO 9 Pro ci pensa uno Snapdragon 8 Gen. 1 che, nel nostro sample, è affiancato da 8 GB di memoria RAM di tipo LPDDR5 e 256 GB di memoria interna di tipo UFS 3.1. Ebbene, arriviamo subito al sodo: i risultati che abbiamo ottenuto nei benchmark sono in assoluto i migliori che abbiamo visto con uno Snap 8 di prima generazione e, quindi, i migliori che abbiamo mai ottenuto in uno smartphone Android.
Con i suoi 1207 punti in single core e i suoi 3596 punti in multi-core nel test della CPU di Geekbench, i XXX punti nel test di AnTuTu, i 9987 in 3D mark e i 13141 in PC Mark, c’è poco da dire. Sembra che tutti questi benchmark per l’iQOO 9 Pro siano un bicchiere d’acqua fresca.
E credetemi, ci ho provato davvero a metterlo in difficoltà anche con lo stress test in 3DMark, oltre che con lo stress test di AnTuTu. Ma purtroppo non ci sono riuscito, almeno non più di tanto: iQOO 9 Pro si è dimostrato lo smartphone con Snap 8 Gen 1 con la migliore stabilità anche in questo tipo di test, soprattutto considerando che lo stress test di 3D Mark è come la Morte nera per molti dei dispositivi animati dal nuovo processore di Qualcomm e dall’888 dell’anno scorso: alcuni modelli che ho testato nell’ultimo anno, non sono neppure riusciti a terminare il test per evidenti problemi di surriscaldamento (superavano i 55 gradi).
Anche nel gaming l’iQOO 9 Pro non fa una piega. Ho provato a giocare per un ora a Call of Duty Mobile al massimo della qualità grafica e lo smartphone non ha mai avuto cali di prestazione, tantomeno è diventato caldo al punto dall’essere inutilizzabile.
E il merito può essere anche dovuto al fatto che iQOO 9 Pro è l’unico smartphone ad utilizzare un chip indipendente con il quale vengono gestite le grafiche 3D che oltre all’ipotetica riduzione dei consumi energetici, ha anche lo scopo di interpolare i frame del gioco, portando – quelli compatibili – fino a 120 fps. Il problema però, è che a quanto pare questa interpolazione è disponibile solo per un numero molto ristretto di giochi, perlopiù disponibili in Cina, e in praticamente nessuno dei titoli che si possono scaricare dal Play Store.
Insomma, in soldoni il succo del discorso è questo: iQOO ha dimostrato che, con un buon sistema di dissipazione, è possibile domare lo Snapdragon 8 Gen. 1 e sfruttarne la potenza di calcolo senza rischiare di poter cuocere un uovo fritto sullo smartphone.
Fotocamere
È nel comparto delle fotocamere che troviamo il primo, vero, controsenso dell’iQOO 9 Pro, ma andiamo con ordine. La fotocamera principale utilizza, per la prima volta, un sensore Samsung GN5 da 50 megapixel con un’ottica f/1.8 stabilizzata dalla tecnologia Gimbal di Vivo e che è affiancato da uno zoom ottico 2.5x da 16 megapixel con ottica f/2.2 stabilizzata otticamente ed un ulteriore ultra-wide fisheye con Field of View da 150° che utilizza un sensore Samsung JN1. E sì, è la stessa ultra grandangolare che abbiamo visto nel OnePlus 10 Pro, che non abbiamo apprezzato molto: nell’iQOO 9 Pro i risultati sono ancora peggiori.
Ad ogni modo, in condizioni di buona luminosità effettivamente gli scatti realizzati con tutte e tre le ottiche sono di buona qualità, i dettagli sono presenti e c’è una buona gestione generale della gamma dinamica. Soprattutto le foto realizzate con la fotocamera principale eccellono per nitidezza e contrasto, ma tutto il comparto fotocamera è come se fosse “frenato” da un software non ancora al massimo.
Ad esempio, quando si scattano foto con inquadrature in cui l’HDR dovrebbe migliorare la situazione, spesso l’elaborazione software non è all’altezza, come non lo è neppure quando si trova a dover correggere la distorsione ottica negli scatti realizzati con la lente fisheye. Proprio come nel OnePlus 10 Pro è possibile anche scattare foto proprio in modalità fisheye, ma assolutamente questa lente si deve usare esclusivamente di giorno.
E non perché il software non permette di scattare fotografie notturne con tutte le ottiche, ma perché i risultati in condizioni di scarsa luminosità sono buoni solo con la fotocamera principale. Con lo zoom iniziano a diventare decenti, con l’ultra-wide invece sono pessimi. Di notte la fotocamera ultra-grandangolare potrebbe non essere in grado di catturare a dovere i colori rossi, mentre in condizioni di scarsissima luminosità quando si scatta con lo zoom 2.5x non viene utilizzata l’ottica dedicata, ma il sistema effettua un crop dell’immagine scattata dalla fotocamera principale.
Ciò che è davvero eccellente è il sistema di stabilizzazione ottica Gimbal, che abbiamo visto anche su alcuni Vivo arrivati in Italia, che permette alla fotocamera principale di realizzare scatti notturni di alta qualità, assieme a video molto piacevoli da vedere (registrabili massimo in 8k a 24 fps): i migliori sono chiaramente quelli realizzati con la principale, ma anche la zoom è ben stabilizzata e poi, c’è una novità per l’ultra-grandangolare: a differenza di quanto ha deciso OnePlus, nell’iQOO 9 Pro è possibile registrarli anche con la modalità fisheye, ed i risultati sono davvero molto divertenti.
Insomma, ripeto, è come se iQOO debba ancora lavorare parecchio per sistemare il software che gestisce la fotocamera, perché sono convinto che – dato l’hardware – iQOO 9 Pro possa scattare foto nettamente migliori di quelle attuali.
Software
Il sample di iQOO 9 Pro che abbiamo in prova, è la versione cinese del dispositivo. Il software quindi è quello asiatico, è possibile aggiornarlo senza alcun problema e dispone di tutti i servizi Google e del Play Store, ma c’è anche un’altra bella notizia: nonostante si tratti di una ROM asiatica, integra la lingua italiana. E questa non è una cosa che si vede spesso in uno smartphone cinese.
Ora, non voglio soffermarmi troppo sull’esperienza utente di una ROM non global, ma qualcosa su Origin OS Ocean bisogna dirla, perché è una delle interfacce grafiche più particolari e diverse disponibili su uno smartphone Android. È quasi audace.
Come ormai penso sappiate, non sono un fan di queste personalizzazioni che stravolgono l’OS di Google, ma devo ammettere che quelli di iQOO hanno fatto un ottimo lavoro: i colori sono vivaci, i nuovi widget interattivi sono molto piacevoli da utilizzare, e nonostante tutti questi elementi grafici, il sistema operativo scorre una bellezza, senza alcun lag o rallentamento.
A dirla tutta, non sono certo che tutte queste funzionalità portino davvero qualche miglioramento all’esperienza utente e all’efficienza di utilizzo dell’interfaccia grafica, però devo ammettere che sono esteticamente belli da vedere.
Batteria e ricarica
La batteria dell’iQOO 9 Pro è una 4700 mAh a doppia cella, che può essere ricaricata a 120w e che è compatibile con la ricarica wireless a 50w e con la ricarica inversa a 10w. Lo smartphone, può essere ricaricato totalmente, dallo 0% al 100%, in circa 20 minuti con il nuovo caricabatterie GaN incluso nella confezione. Ma se la velocità di ricarica è impressionante, non mi sento di dire lo stesso con l’autonomia della batteria.
Con un utilizzo medio/alto, il display fisso a 120 Hz e impostato sulla massima risoluzione, sono riuscito a superare di poco le 5 ore di display acceso e, ad essere sincero, non sono riuscito ad arrivare a sera. Certo, diminuendo la risoluzione ed il refresh rate le cose migliorano, ma che senso avrebbe poi disporre di un display del genere per poi non sfruttarlo a pieno?
Prezzo e considerazioni
Ad oggi iQOO 9 Pro non è disponibile ufficialmente in Italia ma, tramite GizTop, potreste acquistare la versione che abbiamo ricevuto noi in prova ed utilizzarla senza problemi in Italia: la ROM è cinese, ma integra il Play Store, è possibile aggiornarla senza alcun problema ed integra la lingua italiana.
Utilizzando il nostro coupon (che trovate in basso) il prezzo è di 874 euro ed è disponibile sia la colorazione arancione che quella bianca Motorsport. Che sia una cifra adatta ad uno smartphone di questo livello è poco ma sicuro, è indubbio che iQOO 9 Pro sia il dispositivo con Snap 8 Gen. 1 in grado di garantire le migliori prestazioni sia nell’utilizzo quotidiano che nel gioco, ma sia chiaro: non è ancora perfetto.
Quelli di iQOO dovrebbero sistemare (urgentemente) il software di gestione della fotocamera e io proprio non riesco a capire il motivo per il quale molti brand stiano puntando su questa fisheye da 150° che sì, ogni tanto può garantire scatti divertenti, ma che qualitativamente non è neppure lontanamente paragonabile alle altre fotocamere. In quanto a batteria poi, si poteva fare di meglio soprattutto considerando il display LTPO 2.0. Però questo iQOO 9 Pro è una Ferrari in quanto a prestazioni e, si sa, le supercar consumano.
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