Sono ormai passati 2 anni dall’ingresso di Huawei nel mondo degli auricolari. Con i suoi FreeBuds, seguiti poi dai FreeBuds 2 il colosso cinese iniziò subito a far parlare di sé anche in questo particolare settore, e con l’introduzione delle FreeBuds 3 nel 2019 ha dato conferma di riuscire a poter essere uno dei player principali anche nel mondo degli auricolari wireless Bluetooth, chiamati in gergo TWS.
Ma, si sa, quando si entra in un mercato in cui una grossa azienda – ormai da anni – la fa da padrona con un prodotto di eccellente qualità, è impossibile non far sorgere in mente un desiderio di paragone tra i diversi prodotti con quello che è il punto di riferimento del settore. E così, anno dopo anno, ogni volta che Huawei presentava un paio di auricolari senza fili, le persone incuriosite dal prodotto hanno immediatamente iniziato a voler confrontare i modelli del colosso cinese con quelli prodotti da Apple.
Però devo ammetterlo. Io non sono una di queste persone, ho sempre considerato la linea FreeBuds e la linea AirPods validissime alternative per diverse tipologie di utenza, soprattutto perché i due modelli di auricolari Bluetooth si sono da sempre piazzati su fasce di mercato molto diverse, ed hanno sempre utilizzato tecnologie proprietarie tutto sommato non molto simili.
Ma poi è successa una cosa. Huawei ha presentato le FreeBuds Pro, alzando parecchio l’asticella della qualità, e riuscendo ad alimentare anche in me la nascita della domanda fatidica: le FreeBuds Pro, possono competere con le AirPods Pro? Prima di tentare di dare una risposta a questa domanda, analizzando con parsimonia gli auricolari di Huawei, bisogna immediatamente specificare una cosa. In realtà c’è un elemento decisamente in comune tra le AirPods e le FreeBuds Pro e no, non è il prezzo (nonostante siano più costosi, gli auricolari di Huawei costano sensibilmente meno a quelli di Apple).
Ad oggi, entrambi i modelli sono legati ad un sistema operativo ben preciso. Ormai si sa, gli AirPods Pro possono essere utilizzati con Android ma per riuscire a sfruttarne tutte le funzionalità è obbligatorio utilizzarli con iOS, ed è la stessa cosa che accade con gli Huawei FreeBuds Pro: vanno benissimo con un iPhone, ma per sfruttarne tutte le funzionalità è necessario utilizzare un’app che – ad oggi – è disponibile solo per Android. Quindi, tirando già le prime somme: le AirPods Pro stanno ad iOS, come le FreeBuds Pro stanno ad Android. Ma andiamo con ordine.
Indice
ToggleRecensione Huawei FreeBuds Pro: gli unici rivali delle AirPods Pro?
Confezione
In linea di massima, la confezione delle FreeBuds Pro è simile a quella di tutti gli altri TWS di questa fascia di mercato. Sostanzialmente nella scatola, oltre agli auricolari, è presente il cavo di per la ricarica (in questo caso USB-C) e la custodia di ricarica dalla forma tipicamente ovale, nella quale andranno inseriti gli auricolari tramite un sistema magnetico.
Design e materiali
E così come le AirPods Pro, le FreeBuds Pro sono delle in-ear, una tipologia di auricolare che va quindi inserita nel padiglione e che sfrutta dei gommini, che possono piacere o non piacere. Ma che piacciano o non piacciano, gli in-ear stanno diventando sempre più diffusi non per “copia”, ma per chiare necessità tecnologiche: per gli auricolari dotati di cancellazione o riduzione del rumore di fondo, è essenziale riuscire ad avere un isolamento di tipo “fisico” dall’esterno. E iniziamo subito a dire una cosa: quelli di Huawei sono comodissimi, seppure non abbiano quel particolare sistema delle AirPods Pro con il quale viene gestita la pressione dell’aria nell’orecchio.
I nuovi auricolari dell’azienda cinese colpiscono poi per le dimensioni molto più contenute rispetto ai modelli precedenti, con stanghette più corte (che misurano solo 26 mm) sulle quali è stata inserita una superficie per il controllo musicale e tutte le funzionalità avanzate. Il peso è di 6.1 grammi per ogni auricolare.
Anche il case è molto piacevole. Il design è minimal, si tiene bene in tasca e la plastica con la quale è realizzato trasmette un’incredibile sensazione di qualità: i LED per controllare lo stato della ricarica sono due, su un lato è presente un tasto per l’associazione, ma il particolare che più mi è piaciuto è il meccanismo di chiusura del case, sempre solido ed in grado di restituire un ottimo feedback tattile.
Qualità del suono e riduzione del rumore – Huawei FreeBuds Pro
Anche grazie ai driver dinamici da 11 millimetri, per la prima volta quando si indossano delle FreeBuds si può parlare di qualità sonora. Appena ho indossato i nuovi auricolari di Huawei ho vissuto esattamente la stessa sensazione del passaggio dalle AirPods alle AirPods Pro. Insomma, chi ha un orecchio un po’ più allenato potrà capire perché quelli di Huawei li hanno chiamati “Pro”: il dettaglio e la dinamica sono ottimi, il suono ha quel non so che di “naturale” e garantiscono un ottimo senso di profondità. E sì, probabilmente per qualcuno di voi potrebbe sembrare un punto a sfavore, ma il fatto che con le FreeBuds Pro quelli di Huawei siano riusciti a risolvere il problema dei bassi troppo profondi, tipico delle in-ear, per me è un valore aggiunto da non sottovalutare: tutte le frequenze sono ben bilanciate e se non ci fosse una piccolissima tendenza alle frequenze medie, mi verrebbe da dire che come qualità sonora siamo agli stessi livelli lineari delle AirPods Pro. Se si è di quelli che vogliono sentire le vibrazioni dei bassi fino al cervello, basterà lavorare velocemente sull’equalizzatore.
Ad ogni modo, nel mio test ho sentito circa 3 ore di brani ad alta risoluzione da Tidal, e indipendentemente dal genere musicale le FreeBuds Pro hanno sempre restituito un eccellente dettaglio sonoro. Poi è chiaro, la qualità audio è un valore molto soggettivo ma, personalmente, sono rimasto molto soddisfatto dagli auricolari di Huawei.
Buona anche la qualità della riduzione del rumore, che è possibile grazie a tre microfoni, di cui due interni ed uno esterno, con i quali l’ANC compenserà i rumori esterni con un anti-rumore in grado di gestire fino a 40 dB. Sia chiaro, così come nelle AirPods Pro anche con le FreeBuds Pro è una funzione di ottima qualità, ma che non stupisce: l’ANC riesce a compensare bene, ma i risultati che si ottengono con delle cuffie over-ear (naturalmente anche grazie al design che avvolge le orecchie, sono ben distanti.
Tutto sommato però, la qualità audio non viene influenzata neppure dall’attivazione della riduzione del rumore o dalla modalità Aware (quella che Apple chiama Trasparenza): i livelli dell’ANC sono quattro, inizialmente si utilizzerà quella Dinamica (in grado di valutare il rumore esterno ed impostare il livello di riduzione in base alla rumorosità ambientale), ma si può anche attivare la modalità “Ultra”, teoricamente più potente ma che – a mio parere – non da nulla in più rispetto alla modalità dinamica.
L’audio in chiamata è ottimo, ed entrambi gli interlocutori riescono a sentirsi senza alcun problema anche in ambienti rumorosi: la cancellazione del rumore in chiamata fa un egregio lavoro, eliminando la gran parte degli elementi sonori di disturbo.
Funzioni e applicazione
Le FreeBuds Pro vengono gestite dall’applicazione AI Life che, come vi dicevo, attualmente è disponibile solo per Android. Va da sé quindi, che per sfruttare al meglio e personalizzare le funzionalità avanzate degli auricolari di Huawei non si potrà utilizzare un iPhone. Ad ogni modo, oltre alla gestione della cancellazione del rumore, tramite l’applicazione è possibile modificare le interazioni possibili tramite le stanghette, oppure impostare l’avvio dell’assistente vocale tramite la pressione prolungata: sono disponibili Google Assistant o Alexa, e la risposta è praticamente immediata.
Sulla stanghetta di sinistra invece si può attivare la riduzione del rumore, oppure entrare nella modalità Aware, in modo da riuscire ad ascoltare i rumori esterni. Ed è qui che ho trovato una grande differenza con le AirPods Pro: se negli auricolari di Apple, il suono esterno viene catturato e riprodotto con una qualità quasi “naturale”, con le FreeBuds Pro si continua a sentire un non so che di suono artificiale.
Ad ogni modo, l’applicazione pensata da Huawei è realizzata bene, tutte le funzionalità sono al loro posto e la personalizzazione degli auricolari, così come un eventuale aggiornamento, è decisamente semplice da utilizzare.
C’è poi il Bluetooth 5.2 che rappresenta un grandissimo punto a favore per i FreeBuds Pro, e che permette agli auricolari di connettersi a due dispositivi contemporaneamente: appena accesi si connetteranno, ad esempio, allo smartphone e al computer e per poterli utilizzare non bisognerà quindi entrare nelle impostazioni del Bluetooth, ma solo scegliere l’uscita audio desiderata. Comodissimo.
Autonomia della batteria
Nulla da dire sull’autonomia della batteria. Nei miei test ho ottenuto dei risultati migliori rispetto a quelli delle AirPods Pro, arrivando a quasi 5 ore di riproduzione continua con ANC attivo nonostante il modello che ci ha fornito Huawei sia un pre-produzione a tutti gli effetti. Con la ricarica tramite custodia, inoltre, si possono raggiungere le 20 ore di autonomia: il case è a 6W e, teoricamente, dovrebbe permettere la ricarica wireless a 2W, cosa che personalmente non sono riuscito assolutamente a fare. Il motivo? Penso sia chiaramente dovuto al fatto che il sample che ci è stato fornito è un pre-produzione.
Prezzo e conclusioni – Huawei FreeBuds Pro
Le Huawei FreeBuds Pro hanno un prezzo di 179 euro, e sono disponibili in tre colorazioni. Fino al 2 ottobre, inoltre, chiunque acquisti gli auricolari riceverà in regalo la Huawei Band 4 Pro, uno speaker Bluetooth e l’accesso a Huawei Music. Ed è una promozione decisamente interessante, anche perché dobbiamo ammetterlo: è difficile trovare dei difetti tangibili su questi auricolari e forse l’unico neo che ho trovato è relativo all’assenza di un qualsivoglia sistema di gestione della pressione dell’aria nell’orecchio, ma hanno una buona qualità audio, molto spaziale, permettono la gestione del volume con le gesture e sono anche molto comodi da utilizzare.
Insomma, le FreeBuds Pro non solo sono i migliori auricolari mai prodotti dall’azienda, ma tra i migliori auricolari true wireless attualmente in vendita. E il punto è questo: per ora ne consiglierei l’acquisto solo a chi ha uno smartphone con il sistema operativo di Google. Perché, oltre che a condividere un’ottima qualità audio ed un buon ANC con le AirPods Pro, condividono anche la dipendenza da sistema operativo per poter sfruttare al massimo funzionalità e personalizzazione.
Quando (e se) Huawei dovesse decidere di rilasciare AI Life anche per iPhone, le cose potrebbero cambiare radicalmente: in questo caso potremmo davvero trovarci al cospetto della prima valida (e più economica) alternativa alle AirPods Pro.
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