Da quando la pandemia da nuovo Coronavirus ha instillato paura nei mercati globali, in più occasioni si sta parlando dell’andamento delle vendite di smartphone. Anche perché si tratta di un settore che aveva già dato segni di cedimento negli anni precedenti alla crisi da Covid-19. Soprattutto in Cina, nazione dove paradossalmente nasce tutto ma allo stesso tempo ha subito l’inflazione prima del resto del mondo. I primi dati saltati fuori riguardavano il Q1 2020, probabilmente il momento più critico, con numeri negativi per tutti quanti. Specialmente per Xiaomi che, al contrario di Huawei, ha dimostrato di aver retto il colpo a livello globale, conquistando importanti fette di mercato in Europa.
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Rispostandoci alla Cina, gli ultimi dati del China Information and Communications Technology Institute relativi al mese di aprile 2020 appena conclusosi risollevano questi numeri, oltre che lo spirito. Il grafico qua sotto parla piuttosto chiaro: dal critico mese di febbraio è avvenuta una risalita incisiva che dimostra una voglia del pubblico di tornare alla vita di prima.
Ma non solo: se si prendono in esame tutti i mesi del 2019, si può notare come aprile abbia restituito numeri addirittura superiori a tutta l’annata precedente. Con un numero pari a 41,728 milioni di unità (90,681 da inizio anno), aprile ha registrato una crescita del +14.2% rispetto allo stesso mese del 2019.
Quest’altro grafico ci racconta una storia parallela, non tanto relativa alle vendite quanto al numero di modelli presentati in Cina. Anche in questo caso c’è stato un boost da inizio anno, ma questo è fisiologico, dato che la primavera è storicamente il mese più proficuo per i produttori. Soltanto ad aprile ne sono stati commerciali 48 di nuovi, anche in questo caso con un incremento annuale del +14.3%.
Per quanto riguarda la nostra Europa è ancora presto per dirlo. Al contrario della Cina, qua la quarantena è scattata mesi dopo e soltanto adesso stiamo lentamente tornando alla normalità. Lo stesso vale per gli USA, dove il contraccolpo ancora si fa sentire, sia a livello economico che sociale. Se ne riparlerà dopo l’estate, se tutto andrà per il meglio, e solo allora potremo fare la conta dei danni.
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