Da quando il nuovo Coronavirus sta attanagliando un po’ tutto il mondo, la cultura della mascherina sta giocoforza prendendo piede. Anche se è in corso un dibattito sull’effettiva utilità delle mascherine chirurgiche, le più diffuse in circolazione, non in grado di ostruire il passaggio delle piccolissime particelle veicolanti il Covid-19. Ma c’è anche chi si sta munendo delle (più costose) mascherine N95, dotate di filtro e più efficaci nel tenere lontano il virus. In entrambi i casi, però, sorge un problema: il non poter più utilizzare il riconoscimento facciale.
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Questa mascherina di Huami è pensata per non rendervi la vita più difficile
È una problematica con cui personalmente mi sono scontrato in più occasioni, recandomi al supermercato in queste settimane di quarantena. Senza contare che, indossando i guanti di lattice per proteggermi ulteriormente, sono tagliato fuori anche dalla possibilità di utilizzare il più classico lettore d’impronte. C’è chi potrebbe argomentare che basta spostare un attimo la mascherina per usare il riconoscimento facciale. Ma immaginate di trovarvi in coda vicino ad altre persone, per di più con il rischio di toccare la mascherina con mani che hanno toccato superfici potenzialmente infette.
Per questo Huami ha avviato un programma denominato Projet uSmile, il cui intento è quello di addolcire gli effetti della quarantena. Gli umani sono un animale sociale ed è innegabile che non vedere le espressioni facciali di chi ci circonda è una limitazione emotiva. Senza contare, appunto, i succitati problemi tecnologici di sblocco biometrico. Da questa filosofia nasce Aeri, un nuovo tipo di mascherina N95 che vuole arginare questi due limiti.
Composta da una struttura flessibile perlopiù trasparente, fa sì che i nostri occhi, così come i sensori fotografici, riescano a captare i lineamenti facciali. Il riciclo d’aria al suo interno è permesso tramite i filtri intercambiabili posti al lato, in maniera tale che non si annebbi all’interno. C’è anche un sistema di luci UV in grado di disinfettare la mascherina una volta connessa ad una fonte di alimentazione via USB Type-C.
Il concept di Huami comprende anche una variante dotata di ventolina, indispensabile nelle zone più calde del mondo. Così come un sensore AQI che acquisisce dati e fornisce informazioni in tempo reale relativi alla qualità dell’aria, umidità, frequenza respiratoria ed autonomia del filtro. Non finisce qui: Huami ha pensato anche ad una protezione degli occhi, altro punto potenzialmente critico per un possibile contagio.