Sembra che l’odissea finanziaria e geopolitica di TikTok sia giunta al termine. Dopo anni di incertezze, minacce di ban e complessi negoziati internazionali, la popolare piattaforma di video sharing ha siglato un accordo definitivo per la vendita della sua divisione statunitense.
Secondo quanto riportato da fonti autorevoli come Axios, che hanno preso visione di una nota interna firmata dall’amministratore delegato Shou Chew, l’operazione è destinata a chiudersi ufficialmente il 22 gennaio prossimo, segnando l’inizio di una nuova era per l’app negli Stati Uniti.
TikTok USA finalmente venduta, i dettagli dell’accordo e la nuova struttura

Il cuore dell’operazione risiede nella creazione di una nuova entità legale, denominata “TikTok USDS Joint Venture LLC“. Questa joint venture sarà controllata da un consorzio di investitori che include il colosso tecnologico Oracle, la società di private equity Silver Lake e MGX, una firma di investimenti statale con sede ad Abu Dhabi.
Secondo le informazioni trapelate e confermate anche da The Hollywood Reporter, questi tre “investitori gestori” deterranno collettivamente il 45% della nuova società.
La struttura azionaria, tuttavia, è stata disegnata con estrema precisione per bilanciare interessi economici e requisiti di sicurezza nazionale. Oltre alla quota di maggioranza relativa in mano al consorzio guidato da Oracle, un ulteriore 5% sarà destinato ad altri nuovi investitori.
Una porzione significativa, pari al 30,1%, rimarrà nelle mani di affiliati di alcuni investitori esistenti di ByteDance, la società madre cinese. Infine, ByteDance manterrà una quota di minoranza del 19,9%. Questa architettura finanziaria mira a soddisfare le richieste delle autorità statunitensi, trasferendo il controllo effettivo e operativo a soggetti ritenuti affidabili da Washington.
La fine di una lunga saga geopolitica
La firma di questo accordo rappresenta l’epilogo di un processo tortuoso iniziato nel 2020 sotto la prima amministrazione Trump, quando l’allora presidente emise i primi ordini esecutivi per forzare la vendita delle attività americane di TikTok.
La tensione è poi cresciuta esponenzialmente nel corso degli anni, culminando nel 2024 con la firma da parte del presidente Biden di una legge “divest-or-ban”, che imponeva a ByteDance di vendere o affrontare un divieto totale sul suolo americano.
La situazione si è ulteriormente complicata con le battaglie legali che ne sono seguite, inclusa una decisione della Corte Suprema che ha confermato la validità della legge. Tuttavia, l’entrata in scena della seconda amministrazione Trump ha portato a una serie di estensioni dei termini per l’applicazione del divieto, permettendo alle parti di negoziare una via d’uscita che evitasse l’oscuramento dell’app.
L’accordo attuale, che dovrebbe concretizzarsi definitivamente nel gennaio 2025, chiude questo capitolo di incertezza normativa, trasformando TikTok US in un’entità slegata dal controllo diretto di Pechino.
Sicurezza dei dati e il ruolo di Oracle
Uno degli aspetti più cruciali dell’intesa riguarda la gestione tecnologica e la sicurezza dei dati degli utenti americani, da sempre il vero pomo della discordia tra Washington e Pechino. Nella sua nota interna, il CEO Shou Chew ha delineato cambiamenti operativi sostanziali: l’algoritmo di raccomandazione dei contenuti per gli Stati Uniti sarà completamente riaddestrato utilizzando esclusivamente dati degli utenti statunitensi.
L’obiettivo dichiarato da Chew è quello di garantire che il feed dei contenuti sia “libero da manipolazioni esterne“, rispondendo così direttamente ai timori che l’app potesse essere utilizzata come strumento di propaganda o sorveglianza da parte di potenze straniere.
In questo nuovo assetto, Oracle assumerà una responsabilità critica, diventando il garante della protezione dei dati. Il gigante del software non sarà solo un investitore finanziario, ma avrà il compito operativo di supervisionare l’infrastruttura di sicurezza, assicurando che i dati sensibili dei cittadini americani rimangano protetti e gestiti secondo gli standard imposti dal governo degli Stati Uniti.







