Un’operazione di polizia ha smantellato una rete criminale specializzata nell’assemblaggio e nella vendita di falsi smartphone Samsung Galaxy di fascia alta. Oltre 500 unità sequestrate in un laboratorio clandestino.
Quattro arresti: assemblavano e vendevano Galaxy contraffatti

Un vecchio adagio del commercio recita che se un prezzo appare troppo vantaggioso per essere vero, molto probabilmente nasconde un inganno.
Questa massima si è rivelata ancora una volta fondata a seguito di una vasta operazione condotta dalle forze dell’ordine a Delhi, che ha portato allo smantellamento di una banda criminale dedita alla produzione e commercializzazione di smartphone Samsung contraffatti.
L’intervento delle autorità ha messo fine a un business illegale che sfruttava la forte domanda di dispositivi “premium” per ingannare consumatori ignari, attirati dalla prospettiva di acquistare i modelli più esclusivi del colosso sudcoreano a una frazione del loro reale valore di mercato.
Il blitz nel laboratorio clandestino
L’indagine, scaturita da una segnalazione confidenziale ricevuta dagli inquirenti, è culminata in un raid notturno eseguito negli ultimi giorni presso un negozio situato nell’area di Karol Bagh. Quello che le forze dell’ordine hanno scoperto non era un semplice punto vendita di merce rubata, ma una vera e propria catena di montaggio illegale.
Durante la perquisizione, gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato un totale di 512 smartphone contraffatti, già pronti per essere immessi sul mercato.
La particolarità di questo sequestro risiede nella tipologia dei modelli replicati: i truffatori si concentravano quasi esclusivamente sui dispositivi di punta della gamma Galaxy, inclusi i modelli Ultra, e i complessi pieghevoli delle serie Fold e Flip.
Oltre ai telefoni finiti, il laboratorio nascondeva un vasto inventario di componentistica tecnica, tra cui 124 schede madri, 138 batterie e strumenti specializzati per l’assemblaggio di precisione, segno inequivocabile di un’operazione strutturata e non improvvisata.
Una filiera internazionale del falso
Le indagini preliminari hanno permesso di ricostruire il modus operandi del gruppo criminale, portando all’arresto di quattro uomini: Hakim, residente ad Ashok Vihar e ritenuto la mente dell’organizzazione, Mehtab Ahmad Ansari, Ravi Ahuja e Rahul.
Secondo quanto emerso dagli interrogatori, la banda aveva stabilito un canale di approvvigionamento diretto con la Cina, da cui importava componenti essenziali come schermi, scocche posteriori, fotocamere e moduli audio.
Una volta giunti a destinazione, questi pezzi venivano assemblati localmente per creare copie esteticamente convincenti dei top di gamma Samsung.
Per rendere la truffa ancora più credibile, il gruppo applicava sul retro dei dispositivi falsi adesivi riportanti codici IMEI contraffatti e la dicitura “Made in Vietnam“, paese dove risiede gran parte della produzione legittima di Samsung, così da rassicurare i compratori sull’autenticità del prodotto.
Questi dispositivi venivano poi venduti sul mercato aperto a prezzi oscillanti tra le 35.000 e le 40.000 rupie (poco più di 400 euro), una cifra significativa ma decisamente inferiore al prezzo di listino dei modelli originali, creando così l’illusione di un affare imperdibile.
Come riconoscere un dispositivo originale?
Questo episodio riporta l’attenzione sull’importanza per i consumatori di saper distinguere un prodotto autentico da un falso, specialmente quando si acquista al di fuori dei canali ufficiali.
Gli esperti consigliano innanzitutto di verificare il codice IMEI o il numero di serie direttamente sul sito ufficiale del produttore o nelle impostazioni del dispositivo.
Un altro indicatore fondamentale è la certificazione software: accedendo al Google Play Store e navigando nelle impostazioni alla voce “Informazioni”, è possibile verificare se il dispositivo risulta certificato o meno.
Inoltre, un’analisi attenta della qualità costruttiva rivela spesso le imperfezioni dei cloni, che raramente raggiungono la precisione di stampa e la qualità dei materiali dei prodotti originali.
Anche il software rappresenta un campanello d’allarme, poiché i telefoni contraffatti eseguono spesso versioni di Android modificate, obsolete o prive di servizi essenziali, offrendo prestazioni nettamente inferiori per quanto riguarda fotocamera e fluidità del display rispetto alle specifiche ufficiali.
Le autorità hanno confermato che le indagini proseguiranno per tracciare l’intera catena di fornitura e identificare eventuali altri rami di questa rete criminale.







