Secondo recenti rapporti provenienti dalla Corea del Sud, Samsung starebbe valutando una mossa audace ma prevedibile per il suo prossimo pieghevole a conchiglia, il Galaxy Z Flip 8.
L’azienda sembra intenzionata a equipaggiare il dispositivo, atteso per l’estate del prossimo anno, con il suo processore proprietario di nuova generazione: l’Exynos 2600.
Se confermata, questa decisione rappresenterebbe il secondo anno consecutivo in cui la linea Flip abbandona le soluzioni di terze parti per abbracciare un “cuore” interamente sviluppato in casa.
Il prodotto giusto su cui mostrare la potenza dei chip proprietari?

La notizia, riportata inizialmente dalla testata coreana The Bell, suggerisce che la divisione mobile di Samsung sia in fase di trattative avanzate per l’integrazione dell’Exynos 2600. Non si tratta di un fulmine a ciel sereno, bensì di una conferma della fiducia che il colosso di Seul sta riponendo nella propria divisione semiconduttori.
Già con il Galaxy Z Flip 7, infatti, l’azienda aveva rotto la tradizione che vedeva i pieghevoli della serie Flip alimentati esclusivamente dai chipset Snapdragon di Qualcomm, introducendo l’Exynos 2500.
Replicare questa scelta con il Galaxy Z Flip 8 non sarebbe solo una questione di orgoglio ingegneristico, ma una risposta alle dinamiche di mercato. L’aumento globale dei costi delle memorie e dei componenti sta spingendo i produttori a cercare vie alternative per mantenere i margini di profitto senza gravare eccessivamente sul prezzo finale al consumatore.
L’utilizzo di un processore “fatto in casa” permetterebbe a Samsung di abbattere significativamente la distinta base, offrendo al contempo un controllo più granulare sull’ottimizzazione tra hardware e software.
Il salto generazionale del 2 nanometri
Appena annunciato ufficialmente, questo processore si fregia del titolo di primo chip per smartphone al mondo costruito con il processo produttivo a 2 nanometri e tecnologia Gate-All-Around (GAA). Si tratta di un avanzamento litografico cruciale, che consente di stipare un numero maggiore di transistor in uno spazio ridotto, migliorando le prestazioni e riducendo i consumi energetici.
Le specifiche tecniche dipingono il ritratto di un vero e proprio mostro di potenza. L’architettura della CPU deca-core (dieci core) si basa sulle più recenti direttive ARM v9.3 e abbandona i core a bassa potenza per concentrarsi sulla forza bruta: un core principale C1-Ultra che viaggia alla frequenza record di 3,8 GHz, affiancato da tre core C1-Pro ad alte prestazioni a 3,25 GHz e sei core di efficienza C1-Pro a 2,75 GHz.
Secondo i dati forniti dall’azienda, questa configurazione garantirebbe un incremento delle prestazioni della CPU del 39% rispetto al predecessore Exynos 2500.
Intelligenza artificiale e gestione termica
Non è solo la velocità di calcolo a impressionare, ma anche le capacità legate all’intelligenza artificiale, ormai vero campo di battaglia per i flagship moderni.
Il nuovo processore integra una NPU (Neural Processing Unit) potenziata che offrirebbe un aumento delle performance AI del 113%. Questo salto in avanti è fondamentale per supportare le funzionalità di Galaxy AI, che richiedono un’elaborazione on-device sempre più massiccia per garantire privacy e rapidità di risposta.
Parallelamente, Samsung sembra aver affrontato di petto uno dei talloni d’Achille storici dei suoi chip: il surriscaldamento. L’Exynos 2600 dovrebbe integrare una nuova tecnologia di dissipazione denominata “Heat Path Block“, progettata per mantenere le temperature sotto controllo anche durante sessioni di utilizzo intenso.
In attesa del verdetto finale
Sebbene l’entusiasmo sia molto, è doveroso mantenere una certa cautela. Come sottolineato dalle fonti, nessuna decisione definitiva è stata ancora presa e molto dipenderà dalla resa produttiva e dalla stabilità che l’Exynos 2600 dimostrerà nei mesi precedenti al lancio.
Tuttavia, l’intenzione è chiara: Samsung vuole dimostrare che i suoi processori non sono più una “seconda scelta”, ma il motore trainante della sua innovazione.
Se il Galaxy Z Flip 8 dovesse effettivamente debuttare con questo chip, confermerebbe la maturità raggiunta dalle fonderie coreane, pronte a sfidare ad armi pari la concorrenza anche nel segmento più delicato e prestigioso del mercato, quello degli smartphone pieghevoli.







