Per chiunque stesse pianificando un aggiornamento del proprio PC o sperasse in un calo dei prezzi dell’elettronica di consumo nel prossimo futuro, le notizie provenienti da Boise, Idaho, rappresentano una vera e propria doccia fredda.
Micron Technology, uno dei tre principali fornitori di memorie al mondo, ha infatti dipinto un quadro tutto fuorché ideale per quanto riguarda la disponibilità globale di RAM nei prossimi anni.
La crisi delle memorie durerà ben oltre il 2026

Durante la presentazione dei risultati finanziari per il primo trimestre fiscale del 2026, il CEO di Micron, Sanjay Mehrotra, non ha usato mezzi termini. Le “condizioni industriali rigide” che stanno caratterizzando il mercato delle DRAM e delle memorie flash NAND sono destinate non solo a perdurare, ma a estendersi ben oltre il 2026.
La causa principale di questa scarsità prolungata è un colpevole ormai noto: l’insaziabile fame di risorse generata dall’intelligenza artificiale.
L’effetto domino dell’intelligenza artificiale
Mentre i consumatori potrebbero presto trovarsi a fronteggiare scaffali vuoti e prezzi in salita, per Micron l’esplosione dell’IA si sta traducendo in un periodo di prosperità finanziaria senza precedenti.
L’azienda sta registrando profitti record mentre colossi tecnologici come OpenAI, Meta, Microsoft e Google fanno incetta di chip potenti per riempire i loro data center. Questi processori avanzati richiedono una tipologia specifica di memoria, nota come High-Bandwidth Memory (HBM), essenziale per addestrare ed eseguire i complessi modelli linguistici che alimentano l’IA moderna.
I numeri parlano chiaro: nel trimestre appena concluso, Micron ha riportato un fatturato record di 13,64 miliardi di dollari, segnando un salto sostanziale rispetto agli 8,71 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. L’utile netto GAAP si è attestato a ben 5,24 miliardi di dollari.
Tuttavia, questo successo aziendale ha un costo strutturale per il resto del mercato. La tecnologia HBM è incredibilmente dispendiosa in termini di risorse produttive: realizzare queste memorie richiede infatti tre volte la quantità di wafer di silicio rispetto alla produzione di DRAM standard. Di conseguenza, ogni wafer dedicato all’IA è un wafer sottratto ai prodotti di uso quotidiano.
Il sacrificio del mercato consumer
La strategia di Micron è ormai chiaramente orientata verso il lucroso settore enterprise, a discapito del segmento consumer. Una delle manifestazioni più evidenti di questo cambio di rotta è la recente chiusura delle attività rivolte direttamente al consumatore, come il marchio Crucial.
L’azienda ha scelto di dare priorità agli accordi ad alto margine che coinvolgono la tecnologia HBM, lasciando meno risorse disponibili per le memorie DRAM presenti nei prodotti che utilizziamo ogni giorno, dai personal computer agli smartphone, dalle smart TV fino alle automobili moderne.
Questa riallocazione delle risorse produttive ha già innescato un aumento dei prezzi per i kit di RAM DDR5, e le previsioni indicano che altri dispositivi subiranno presto la stessa sorte.
Mehrotra ha confermato che i piani di espansione dei data center per l’IA dei loro clienti hanno guidato un forte aumento nelle previsioni di domanda, avvertendo che l’offerta rimarrà sostanzialmente inferiore alla richiesta per il prossimo futuro.
Nel suo rapporto sugli utili, Micron ha esplicitamente dichiarato che queste limitazioni nella fornitura di memoria potrebbero influenzare negativamente le spedizioni di PC nel corso del prossimo anno.
Una corsa contro il tempo
Nonostante Micron preveda di aumentare le spedizioni di memorie DRAM e NAND flash del 20% il prossimo anno, tale incremento non sarà sufficiente a colmare il divario. Mehrotra ha espresso delusione per l’incapacità di soddisfare la domanda proveniente dagli altri segmenti di mercato, nonostante gli sforzi significativi messi in campo.
L’azienda sta correndo ai ripari pianificando nuove infrastrutture, ma i tempi dell’industria dei semiconduttori sono notoriamente lunghi. Micron prevede di avviare la produzione in un nuovo stabilimento in Idaho solo nel 2027, seguito da un ulteriore impianto a New York che non sarà operativo prima del 2030.
Fino ad allora, il mercato dovrà adattarsi a una nuova normalità fatta di scarsità e prezzi elevati, dove l’intelligenza artificiale ha la priorità assoluta su tutto il resto.







