Galaxy Z Flip 8 potrebbe avere un esclusivo chip Snapdragon a 2 nm

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La sfida tra Samsung e TSMC sta per entrare in una fase critica. Sebbene l’azienda sudcoreana mantenga saldamente la posizione di secondo produttore di chip a contratto al mondo, il divario con i taiwanesi si è ampliato negli ultimi anni.

Tuttavia, secondo analisti e report recenti, il 2026 potrebbe rappresentare l’anno del ritorno di fiamma, grazie all’introduzione della tecnologia a 2 nanometri e a una partnership strategica rinnovata con Qualcomm.

Samsung produrrà uno Snapdragon a 2 nm per il suo pieghevole?

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Al centro di questa potenziale rimonta industriale figura il prossimo Samsung Galaxy Z Flip 8, che potrebbe beneficiare in anteprima assoluta dei progressi tecnologici della divisione Samsung Foundry.

Un rapporto di Counterpoint Research, ripreso dall’agenzia Yonhap News, suggerisce che Samsung inizierà a produrre e spedire il chip Snapdragon 8s Elite Gen 5 nella prima metà del 2026. Questo processore, realizzato con il processo a 2nm, è destinato a debuttare proprio sul futuro pieghevole a conchiglia dell’azienda.

La notizia porta con sé un dettaglio tecnico intrigante che potrebbe ridefinire la percezione della serie “Flip”. Storicamente, i chip contrassegnati dalla lettera “s” da Qualcomm indicano varianti leggermente meno potenti rispetto ai modelli di punta.

In questo caso, però, le indiscrezioni descrivono lo Snapdragon 8s Elite Gen 5 come una versione “leggermente overcloccata o con prestazioni migliori” rispetto allo Snapdragon 8 Elite Gen 5 standard lanciato pochi mesi prima.

Se confermato, ciò significherebbe che il Galaxy Z Flip 8 non sarà solo un’icona di stile, ma un vero e proprio mostro di potenza, superando potenzialmente le prestazioni della serie Galaxy S26.

La strategia Exynos

Prima di arrivare al lancio del Flip 8, Samsung ha pianificato una tappa intermedia fondamentale per rodare i suoi impianti. L’azienda prevede di incrementare la produzione di chip a 2nm già dal prossimo anno, iniziando con l’Exynos 2600.

Questo processore proprietario dovrebbe essere distribuito nella seconda metà del 2025 e andare ad equipaggiare i Galaxy S26 e S26+ in regioni selezionate all’inizio del 2026, fungendo da banco di prova cruciale per la stabilità del nuovo nodo produttivo.

La strategia di recupero su TSMC non si limita però al solo mercato mobile. Samsung sta diversificando aggressivamente il proprio portafoglio clienti, espandendosi verso il settore delle criptovalute e dell’automotive.

Dopo aver vinto un contratto con la cinese MicroBT per chip ASIC destinati al mining, l’azienda prevede di fornire soluzioni simili a Canaan nella seconda metà del 2026. Ancora più rilevante è l’accordo previsto con Tesla: tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027, Samsung dovrebbe consegnare il chip AI6 a 2nm, progettato per i sistemi di guida autonoma (FSD) delle auto elettriche americane.

Guerra dei prezzi e capacità produttiva

Per rendere questa tecnologia appetibile e sottrarre quote di mercato a TSMC, Samsung sta giocando una carta rischiosa ma potenzialmente vincente: quella del prezzo. Report industriali indicano che l’azienda ha tagliato i costi dei suoi chip a 2nm del 33% rispetto alla concorrenza.

Parallelamente, l’azienda sta investendo massicciamente in ricerca e sviluppo per garantire che l’offerta possa soddisfare la domanda. Le previsioni sulla capacità produttiva sono ottimistiche:

L’output di wafer a 2nm di Samsung Foundry dovrebbe passare dalle 8.000 unità mensili dello scorso anno a circa 21.000 wafer al mese entro la fine del prossimo anno.

Se Samsung riuscirà a mantenere alti i rendimenti produttivi su questi volumi, il divario con TSMC potrebbe ridursi in modo significativo per la prima volta dopo anni, con il Galaxy Z Flip 8 a fare da portabandiera di questa rinascita tecnologica.