Dopo alcune settimane dal lancio globale dei nuovi e attesissimi iPhone 17, i fotografi e gli appassionati possessori dei nuovi modelli di punta Apple hanno riscontrato una frustrante incompatibilità: la celebre applicazione Adobe Indigo, nota per la sua resa fotografica naturale, non funziona sui nuovi dispositivi.
Dopo giorni di silenzio e speculazioni da parte della community, Adobe ha finalmente fornito una spiegazione ufficiale, delineando i problemi tecnici riscontrati e la roadmap per la soluzione.
Perché Adobe Indigo non funziona sugli iPhone 17?

La comunicazione è arrivata tramite un breve post sul forum ufficiale di Adobe, individuato dall’attento utente di Reddit “Recent_Studio_1686“. Nel messaggio, l’azienda ringrazia gli utenti per la pazienza e conferma di essere al lavoro per garantire il supporto.
“Stiamo lavorando sodo“, si legge nella nota di Adobe, “ma abbiamo riscontrato alcuni problemi, specialmente con la fotocamera frontale“.
Il nocciolo della questione sembra essere un bug complesso che richiede un intervento congiunto. Adobe spiega: “Alcuni di questi [problemi] li abbiamo segnalati ad Apple, che ha preparato una correzione e la includerà in iOS 26.1“.
Questa dipendenza da un futuro aggiornamento del sistema operativo di Apple, tuttavia, crea un problema immediato per gli utenti. “Purtroppo,” continua il team di Adobe, “questo significa che dobbiamo considerare la disabilitazione della fotocamera frontale in Indigo fino alla distribuzione di quella versione di iOS“.
Per non lasciare gli utenti completamente a secco, Adobe sta preparando una soluzione tampone. L’azienda ha annunciato di aver già “apportato alcuni miglioramenti alla compatibilità con iOS 26 su tutti i dispositivi” e spera di “rilasciare una versione aggiornata che funzioni con le fotocamere posteriori della serie iPhone 17 tra pochi giorni“.
Gli utenti dei nuovi iPhone 17 potranno quindi utilizzare l’app a breve, ma solo con i sensori principali, rinunciando temporaneamente ai selfie con l’elaborazione Indigo.
Perché Adobe Indigo è così attesa?
L’incompatibilità ha generato particolare disappunto data la popolarità che Indigo ha rapidamente guadagnato. Lanciata la scorsa estate, l’app è nata come risposta diretta alle crescenti lamentele sull’aspetto “artificiale” e sovra-elaborato delle foto prodotte dalle app fotocamera standard, inclusa quella nativa di Apple.
Indigo, al contrario, utilizza un’elaborazione computazionale molto meno aggressiva, puntando a restituire scatti dall’aspetto più naturale, che molti utenti hanno paragonato alla resa di una fotocamera DSLR.
Il pedigree dell’applicazione giustifica le aspettative. Il progetto “Indigo” è infatti un’app “sperimentale” sviluppata da un team d’élite interno ad Adobe, guidato da Marc Levoy. Levoy è una figura leggendaria nel settore, noto per essere stato l’architetto della rivoluzione della fotografia computazionale sugli smartphone Google Pixel.
La natura stessa dell’app, che si interfaccia a basso livello con l’hardware, è probabilmente la causa di questi ritardi. A differenza di altre app che si appoggiano ai processi di immagine di Apple, Indigo utilizza una pipeline di elaborazione proprietaria che deve essere meticolosamente calibrata per ogni nuovo sensore e obiettivo.
Al momento, Indigo rimane un’esclusiva per iOS. Nonostante le richieste, una versione per Android è ancora in alto mare; lo stesso Levoy l’ha definita “sicuramente sulla lista dei desideri“, pur ammettendo che le sfide di sviluppo sono notevoli.
Ironia della sorte, ora anche gli utenti con l’hardware Apple più recente si trovano, almeno parzialmente, nella stessa sala d’attesa degli utenti Android.







