A inizio mese abbiamo visto il nuovo smartphone della casa di Carl Pei alle prese con vari test di resistenza (fortunatamente tutti andanti a buon fine). Stavolta Nothing Phone (3a) è protagonista di un videoteardown: il medio gamma è stato smontato per mostrare sia i componenti interni, sia per valutare il grado di riparabilità. Ecco com’è andata e cosa possiamo aspettarci dal nuovo modello della serie in termini di facilità di riparazione.
Nothing Phone (3a) protagonista di un video teardown: lo smartphone minimale smontato
La caratteristica principale di Nothing Phone (3a) è – ovviamente – il design: il telefono riprendere il classico stile minimale del brand, con una scocca semi-trasparente che copre una serie di parti realizzate e posizionate ad hoc per offrire un’estetica dal sapore tech. La cover posteriore ospita anche l’interfaccia Glyph, un sistema di luci LED personalizzabili tipiche degli smartphone targati Nothing. Una volta rimossa la scocca è necessario rimuovere altri due coperchi (per la metà superiore e quella inferiore): il primo dà accesso alla scheda madre mentre il secondo permette di mettere mano alla batteria.
Sia Nothing Phone (3a) che il fratello maggiore (3a) Pro sono certificati IP64: procedendo con lo smontaggio si intravedono le guarnizioni utili per proteggere il dispositivo dall’acqua e dall’umidità. C’è una camera di vapore di grandi dimensioni, più ampia rispetto a quella del precedente Phone (2a), con della pasta termica. Il video continua mostrando la rimozione della batteria e come accedere al display.
Tirando le somme il grado di riparabilità di Nothing Phone (3a) è di 4,5 punti su 10: insomma, si tratta di uno smartphone non proprio semplice da smontare e riparare, in particolare per quanto riguarda la batteria.
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