CHIPS Act 2: gli USA ci pensano, mentre NVIDIA teme Huawei

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Crediti: Brookings Institution

Non sono passati nemmeno due anni da quando gli USA ne firmarono la prima versione e già si parla di CHIPS Act 2. Sull’argomento si è esposto Il ministro del Commercio statunitense Gina Raimondo in persona: affinché gli Stati Uniti possano tornare a essere leader globale nel settore dei semiconduttori saranno necessari nuovi investimenti statali. Non viene menzionata esplicitamente, ma è ovvio che sia la Cina la sfida che gli Stati Uniti temono maggiormente, come dimostra il fatto che NVIDIA veda in Huawei la sua principale rivale.

Gli USA valutano un CHIPS Act 2 per competere con la Cina, fra NVIDIA e Huawei

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Nei documenti depositati presso la Securities and Exchange Commission, NVIDIA ha dichiarato che Huawei è uno dei principali competitor nei chip AI, fra le categorie prese in esame, che si parli di CPU, GPU e microchip di rete e servizi cloud. Negli anni scorsi, Huawei ha creato la gamma Ascend dedicata all’intelligenza artificiale, con modelli come l’Ascend 910B che competono direttamente con l’NVIDIA A100. Uno sforzo che è stato riconosciuto anche dal colosso cinese Baidu (la loro controparte del nostro Google), che le ha ordinato migliaia di chip AI al posto di quelli statunitensi.

In un mercato di semiconduttori AI che vale circa 7 miliardi di dollari, gli USA vogliono evitare che aziende cinese come Huawei prendano il sopravvento contro le varie NVIDIA, Intel e AMD. “Sospetto che dovranno esserci – che lo si chiami CHIPS 2 o qualcos’altro – continui investimenti se vogliamo guidare il mondo“, ha affermato Gina Raimondo in occasione dell’evento Intel Foundry degli scorsi giorni.

Il primo CHIPS Act prevedeva 39 miliardi di finanziamenti più altri 75 miliardi in prestiti e garanzie, ma non è dato sapere di quali cifre parleremo con un eventuale CHIPS Act 2. Il ministro ha recentemente discusso anche con Sam Altman di OpenAI, altra azienda statunitense focalizzata sul settore AI e che necessiterà di un “numero sorprendente” di microchip dedicati per continuare a evolversi, anche perché l’azienda vorrebbe crearseli da sola anziché usare quelli di NVIDIA.

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