E se fossero le cuffie TWS incaricate nel misurare l’attività cardiaca anziché lo smartwatch o la smartband? È questa l’idea dietro all’ultimo studio pubblicato dai ricercatori di Google, che hanno scovato un metodo per usare gli auricolari senza filo in un modo mai visto finora sul mercato consumer. Una tecnologia che non soltanto aggiunge questa funzionalità alle normali cuffie true wireless, ma che lo fa senza dover utilizzare sensori in più a quelli già normalmente presenti.
Google pubblica uno studio in cui le cuffie ANC possono essere usate per controllare il cuore
Sempre più cuffie true wireless sono dotate di cancellazione attiva del rumore (ANC), funzionalità utile per isolare i rumori esterni e migliorare la percezione della qualità audio. E nella ricerca “APG: Audioplethysmography for Cardiac Monitoring in Hearables” illustrata al MobiCom 2023, il team di Google ha spiegato come sfruttarla per scopi completamente diversi: usare la tecnologia ANC per registrare i battiti cardiaci.
Si chiama audiopletismografia (APG) e può misurare sia la frequenza cardiaca che la sua variabilità con un alto grado di precisione, avendo un’elevata resilienza agli artefatti e potendo funzionare su tutte le tonalità di pelle con un margine di 80 dB sotto al limite. Il canale uditivo è ricco di vasi sanguigni, il cui comportamento provoca piccoli cambiamenti in volume e pressione; quello che fa la tecnologia APG è inviare dagli speaker delle cuffie un’onda a ultrasuoni a bassa intensità (perciò inudibile), che viene influenzata, riflessa e acquisita dai microfoni delle cuffie.
Google afferma che questo tipo di misurazione sia migliore anche dei sensori PPG che troviamo sui dispositivi normalmente utilizzati per registrare l’attività cardiaca, con un errore medio del 3,21% sulla lettura dei battiti e del 2,7% sul loro intervallo. Gli altri vantaggi dell’audiopletismografia è quella di non dover aggiungere sensori appositi per la rilevazione cardiaca, e questo significa che basta un aggiornamento software per aggiungerla, senza nemmeno compromettere l’autonomia delle cuffie. Per il momento, però, Google non ha spiegato se e quando renderà questa ricerca una vera e propria feature.
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