Aggiornamento 21/11: Elon Musk ha deciso di citare in giudizio Media Matters, la compagnia che per prima ha lanciato le accuse relative alle pubblicità messe in risalto vicino ai post che incitano all’odio e alla violenza. Trovate tutte le novità all’interno dell’articolo.
Secondo diverse indiscrezioni riportate da più fonti, le grandi aziende tech come Apple e Disney che spendono milioni e milioni di dollari in pubblicità avrebbero deciso di mettere in pausa oppure sospendere definitivamente le attività pubblicitarie sulla piattaforma Twitter/X. La colpa, come ben potrete immaginare, sarebbe ancora una volta di Elon Musk e dei suo deploverole assecondamento dei post neo-nazisti ed anti-semiti.
Post neo-nazisti ed anti-semiti: le grandi aziende lasciano Twitter/X in miseria
Apple, Disney, Warner, IBM, Discovery, Paramount, Comcast e diversi altri advertiser avrebbero sospeso l’attività pubblicitaria su Twitter/X dopo i delirandi e deplorevoli post di Elon Musk dove asseconda le teoria anti-semitiche e lancia l’ennesimo attacco alla Anti-Defamation League. Questo, quindi, potrebbe essere stata davvero la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che, in assenza dei soldi degli advertiser, potrebbe segnare l’inevitabile ma augurata fine di Twitter/X.
Sembra essere abbastanza chiaro le grandi compagnie non vogliano assolutamente vedere il proprio nome associato a certi ceberi post e di conseguenza si sarebbe scatenato un vero e proprio fuggi fuggi dalla piattaforma. Purtroppo, è semplicemente la storia che si ripete: anche in passato Musk si era reso protagonista di certe affermazioni ed anche il quel caso gli investirori avevano ritirato le pubblicità.
In attesa di comunicati ufficiali che ancora mancano, non possiamo augurarci che questo sia davvero l’ultimo capitolo di un social network glorioso caduto in disgrazia a causa del passaggio di proprietà.
Aggiornamento 21/11: Elon Musk fa causa a Media Matters
Per mettere a tacere (in qualche modo) le critiche che vedono protagonisti Twitter/X e i soliti post pro-Nazi, razzisti, anti-semiti ed incitanti ad odio e violenza che spopolano sul social da quando Elon Musk lo ha acquistato, il celebre magnate ha deciso di fare causa a Media Matters, l’ente che per primo ha lanciato le accuse che hanno fatto scappare gli inserzionisti.
Il procuratore generale dello stato del Texas, Ken Paxton, quindi ha aperto un’indagine sull’organizzazione no-profit, per cercare di capire se Media Matters è effettivamente responsabile per le perdite economiche comportate dall’allontanamento degli inserzionisti.
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