Dopo anni di attesa, OnePlus Pad segna il debutto ufficiale della compagnia nel settore dei tablet, con un prodotto che sin da subito ha fatto parlare di sé. Quello presentato da OnePlus è un tablet di fascia medio/alta, caratterizzato da un ampio schermo LCD da 11,61″ 2.8K a 144 Hz, con in confezione di tastiera e stylus per la produttività, basato su Dimensity 9000 e OxygenOS 13 con Android 13. Fin qui tutto normale, ma è quando si parla della batteria che bisogna aprire una parentesi, perché contiene una 9.510 mAh che è stata definita dalla compagnia un’unità crittografata: ma cosa significa, per l’esattezza?
Ecco perché la batteria di OnePlus Pad è stata “crittografata” dal produttore
Ecco quanto si legge nel comunicato stampa ufficiale di OnePlus Pad:
La batteria è stata appositamente crittografata per motivi di sicurezza. Rivolgiti a un centro di assistenza OnePlus ufficiale per riparare la batteria o ottenere una batteria sostitutiva originale
Ammetto che è la prima volta che sento parlare di “batteria crittografata”, e a quanto pare è la prima volta anche per molti altri, visto il polverone che non ha tardato a sollevarsi. Anche se non dà molti altri dettagli, quello che OnePlus sembrerebbe dire è che la batteria del suo tablet presenta un qualche tipo di sistema di sicurezza. Così come tanti dei prodotti OnePlus ma anche OPPO e Realme, la tecnologia Super VOOC permette di avere una ricarica molto rapida: in questo caso è da 67W, e permette al tablet di caricarsi dallo 0% a 100% in circa 30 minuti. Affinché ciò accada, la batteria deve avere una struttura a doppia cella, necessaria per permettere una potenza così elevata.
OnePlus Pad è anche dotato della tecnologia Battery Health Engine, che comprende un chip proprietario incaricato di monitorare la batteria; il suo scopo è prolungarne la longevità, garantendo oltre l’80% della sua capacità originale anche dopo 1.600 cicli di ricarica (anziché gli 800 cicli nella media di settore), cioè anni e anni di utilizzo. C’è un apposito algoritmo, Smart Battery Health Algorithm, che traccia in tempo reale il potenziale elettrico dell’elettrodo negativo senza bisogno di aggiungere un terzo elettrodo, potendo così controllare con precisione velocità di carica e temperatura calibrandosi di conseguenza e ridurre al minimo la morte organica del litio della batteria. Inoltre, la Battery Healing Technology altera la chimica della batteria per mantenere più stabile e duratura l’interfase elettrolitica solida (che si crea in fase di carica e scarica) e in questo modo allungare la vita della batteria.
È quindi possibile che OnePlus abbia deciso di alzare il livello di sicurezza del suo tablet, e dotarlo di una batteria “crittografata”, cioè con un qualche tipo di controllo (probabilmente del firmware) che impedisce di utilizzare OnePlus Pad nel caso in cui venga rilevata una batteria non originale. Il rischio sarebbe quello di ritrovarci con un tablet dotato di una ricarica molto rapida ma che rischierebbe di provocare seri danni al dispositivo e all’utente che lo utilizza. Tuttavia, la notizia ha provocato un certo fastidio in coloro che sono molto sensibili al diritto alla riparazione: una mossa del genere può complicare la vita a coloro che vorrebbero ripararsi il tablet da soli, dovendo necessariamente affidarsi all’assistenza ufficiale; il ché non è di per sé un male, ma in molte nazioni non c’è un’assistenza capillare e bisogna per forza spedire il dispositivo (con tempistiche quindi dilatate). D’altronde, questo è lo scotto da pagare per avere un prodotto come OnePlus Pad, dove le tecnologie più sofisticate implicano una minor liberà per chi vorrebbe essere libero di aprirlo e maneggiarlo come meglio crede.