Qualcomm ha annunciato di aver concluso con successo i test su LTE-U e di essere pronta alla commercializzazione dei primi chipset compatibili. Il nuovo protocollo di trasmissione dati, grazie all’uso della banda libera a 5 GHz, permetterà prestazioni più elevate e minori consumi energetici.
L’anno scorso, come forse ricorderete, abbiamo approfittato del lancio delle prime reti LTE-Advanced italiane per parlarvi delle novità introdotte da quella tecnologia e delle sue possibili evoluzioni. In quella occasione segnalammo, tra le altre cose, il Carrier Aggregation, la tecnica che consente l’uso di più frequenze in contemporanea per aumentare la bandwidth totale.
I gestori telefonici nel tempo si sono dimostrati molto interessati a questa innovazione, attratti dalla possibilità di utilizzare bande libere da licenza e, di conseguenza, gratuite. È nata così l’idea di LTE-Unlicensed, che oggi ha fatto un passo importante verso la commercializzazione grazie all’impegno di Qualcomm.
La banda prescelta è stata quella dei 5GHz, già utilizzata dai più recenti protocolli WiFi ma decisamente meno congestionata di quella a 2.4GHz. L’uso di questa frequenza, pur consentendo una bandwidth teorica più elevata, diminuisce la capacità delle reti di superare ostacoli, tanto che i sistemi WiFi-ac domestici rimangono di solito confinati all’interno delle mura abitative.
La scarsa capacità di coprire vaste aree, diversamente da quel che si potrebbe pensare, non è un limite per questa tecnologia. LTE-U, infatti, nasce per incrementare la larghezza di banda in luoghi di ritrovo ed in zone ad alta intensità di popolazione, dove i canali tradizionali sono spesso saturi.
Dal punto di vista prettamente ingegneristico, quindi, la sfida più importante è stata quella di garantire la convivenza di diverse reti sulla stessa frequenza. Negli scenari d’uso ipotizzati, infatti, è probabile che i canali siano in parte già occupati da Hotspot WiFi o da altri carrier LTE-U. In questo caso l’infrastruttura dotata della maggior potenza di trasmissione potrebbe facilmente coprire il segnale dei concorrenti più deboli, con ovvie ripercussioni prestazionali per gli utenti.
Per risolvere questo inconveniente diverse tecnologie sono in fase avanzata di sviluppo, ed alcune sono ormai prossime ad un ingesso nello standard LTE-A. Tra queste ultime ricordiamo Listen Before Talk, già utilizzata nei protocolli WiFi IEEE 802.11, o l’uso di duty-cycle adattivi che consentano la coesistenza di reti diverse sullo stesso spettro.
In questo contesto Qualcomm ha condotto con successo una serie di test in presenza di canali saturi, ottenendo risultati che confermano la bontà della nuova soluzione rispetto all’uso classico del WiFi o del solo 4G. Le prove svolte hanno convinto la società americana ad implementare LTE-U nei prossimi chipset FSM99xx, previsti per la seconda metà di questo anno.
Oltre ai chip per le celle (compatibili anche con le usuali tecnologie 4G, 3G e WiFi) Qualcomm ha anche programmato, come era lecito aspettarsi, la commercializzazione del primo modem compatibile con la nuova tecnologia, FTR8950. L’azienda ritiene di poter spedire i sample a partire dal terzo trimestre del 2015, e quindi potremmo vedere i primi smartphone compatibili LTE-U prima della fine dell’anno.
Confidiamo, infine, di ricevere maggiori informazioni sulle soluzioni appena annunciate durante il prossimo Mobile World Congress di Barcellona. Non esiteremo, naturalmente, a tenervi aggiornati.
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