La corsa allo spazio per il dominio della connettività globale ha un nuovo, potente concorrente. Amazon ha ufficialmente tolto i veli alla sua ultima innovazione hardware, svelando il terminale Leo Ultra, un dispositivo ad altissime prestazioni.
Il colosso di Seattle ha annunciato il rebranding della sua iniziativa spaziale: quello che fino a ieri conoscevamo come Project Kuiper è ora ufficialmente Amazon Leo.
La connettività satellitare di Amazon arriva a 1Gbps

Leo Ultra è il dispositivo più grande e veloce mai prodotto da Amazon per la connettività satellitare. Progettato specificamente per installazioni fisse su palo, il terminale si presenta con dimensioni imponenti di circa 50 x 76 cm. Tuttavia, è ciò che si trova sotto la scocca a destare il maggiore interesse nel settore delle telecomunicazioni.
Il cuore del Leo Ultra è composto da chip in silicio proprietari sviluppati dai team di ingegneria di Amazon. Il dispositivo utilizza un sistema phased-array full-duplex, una tecnologia sofisticata che permette la trasmissione e la ricezione simultanea dei dati. Questa architettura consente al terminale di raggiungere velocità di download fino a 1 Gbps e velocità di upload fino a 400 Mbps, posizionandolo come un concorrente diretto e temibile per le offerte di fascia alta di SpaceX e del suo servizio Starlink.
L’Ultra non è l’unica novità. Amazon ha presentato una gamma diversificata per coprire ogni segmento di mercato: accanto al modello di punta, troviamo il Leo Pro, un terminale di medie dimensioni pensato per la portabilità o l’installazione su veicoli, e il Leo Nano, un’unità compatta quadrata da 7 pollici, capace di raggiungere i 100 Mbps.
Tutti i dispositivi condividono lo stesso stack di protocolli e la medesima architettura del processore, garantendo un ecosistema unificato.
L’annuncio in un momento cruciale
Ad oggi, la società ha già messo in orbita oltre 150 satelliti a bassa orbita terrestre (LEO), con lanci di massa che si susseguono dallo scorso aprile. L’obiettivo dichiarato è quello di dispiegare diverse migliaia di satelliti per garantire una copertura globale completa. Le prime implementazioni per i clienti “enterprise” sono previste per fine anno, mentre la disponibilità su larga scala è programmata per il 2026.
Ciò che distingue maggiormente l’offerta di Amazon dalla concorrenza è l’integrazione profonda con l’infrastruttura cloud esistente. Amazon sta posizionando la rete Leo come un livello di connettività ibrido legato indissolubilmente ad Amazon Web Services (AWS).
L’architettura supporta collegamenti Direct to AWS (D2A), permettendo al traffico satellitare di essere instradato direttamente nei carichi di lavoro cloud senza mai toccare l’internet pubblico. Questa caratteristica rappresenta un vantaggio competitivo enorme per i clienti aziendali preoccupati per la sicurezza e la latenza dei dati.
Sebbene Amazon non abbia ancora rivelato i dettagli sui prezzi dei terminali o dei piani di servizio, la visione a lungo termine è ambiziosa. Il fondatore Jeff Bezos ha già accennato a scenari futuri che prevedono il dispiegamento di data center direttamente nello spazio, come già anticipato da Google, entro i prossimi 10-20 anni.








