Google è al lavoro per rendere l’Always-on Display (AOD) dei suoi smartphone Pixel significativamente più efficiente, prendendo spunto non solo da Apple ma anche dai rivali storici nel mondo Android come Samsung.
Dopo aver introdotto il supporto agli sfondi sull’AOD con la serie Pixel 10, mossa ispirata ai recenti iPhone, un nuovo report suggerisce che l’azienda stia sviluppando una modifica ancora più profonda, mirata a migliorare sensibilmente la durata della batteria.
L’Always-on Display dei Pixel sta per diventare più intelligente
L’indiscrezione emerge da un’analisi approfondita dell’ultima build Android Canary, la versione più sperimentale del sistema operativo. Il portale Android Authority ha infatti scovato nel codice riferimenti espliciti a una nuova funzione descritta come “turn off display on inactivity” (disattiva il display in caso di inattività).
Attualmente, gli smartphone Pixel offrono un controllo piuttosto basilare sull’AOD. Gli utenti possono scegliere se tenerlo sempre attivo o disattivarlo completamente. L’unica evoluzione recente, limitata alla serie Pixel 10, è la possibilità di mostrare lo sfondo della schermata di blocco in versione attenuata.
È pur vero che, sebbene Google non lo pubblicizzi esplicitamente, i Pixel sono già in grado di disattivare l’AOD in determinate circostanze: lo schermo si spegne automaticamente quando il prodotto è posizionato a faccia in giù o quando entra nella modalità “Riposo” (Bedtime mode).
Tuttavia, l’implementazione attuale si ferma qui. Manca una gestione intelligente dell’inattività dell’utente: se lo smartphone rimane immobile su una scrivania per un lungo periodo, l’AOD continua a consumare energia inutilmente.
Qui entra in gioco la nuova funzione scoperta nel codice. L’obiettivo è proprio quello di “spegnere il display quando non viene rilevata alcuna attività dell’utente per risparmiare energia“, come recita la descrizione stessa della stringa di codice.
Questa non è una novità assoluta nel panorama smartphone. Samsung, ad esempio, offre da tempo un’opzione simile sui suoi dispositivi Galaxy. L’AOD di Samsung può essere impostato per disattivarsi automaticamente dopo un certo periodo di inattività, riattivandosi al tocco o al sollevamento.
L’importanza di una migliore gestione energetica
Questo approccio non solo riduce il consumo energetico, ma contribuisce anche ad aumentare la longevità del pannello OLED, mitigando i rischi di “burn-in” nel lungo termine.
Sebbene i moderni pannelli OLED LTPO siano incredibilmente efficienti, capaci di ridurre la frequenza di aggiornamento fino a 1Hz in modalità AOD, il loro impatto sulla batteria non è nullo. Un display sempre acceso, anche al minimo, rappresenta un consumo costante.
Questa ottimizzazione assume un’importanza cruciale proprio per la linea Pixel. Sebbene i modelli più recenti, come il Pixel 10 Pro XL, siano dotati di chip più efficienti come il Tensor G5 e di batterie capienti, l’autonomia complessiva dei dispositivi Google è definibile solo come come “rispettabile” o “buona”, ma di certo non “eccellente”.
In un contesto dove ogni percentuale di batteria conta, un AOD che impara a spegnersi quando non serve potrebbe fare una differenza tangibile per l’utente a fine giornata.
Trattandosi di una funzione individuata solo in una build Canary, è necessario moderare gli entusiasmi. Non c’è garanzia sulla data di rilascio pubblica, né sulla sua effettiva implementazione.
Google potrebbe decidere di testarla e poi scartarla, o di riservarla esclusivamente ai futuri modelli hardware, come la serie Pixel 11. Tuttavia, la sua presenza nel codice è un segnale inequivocabile che a Mountain View si sta lavorando attivamente per colmare una lacuna funzionale e ottimizzare uno degli aspetti più criticati dei propri dispositivi.