Ci sono smartphone che inseguono le mode e altri che riescono a crearle. Samsung, con la sua gamma di pieghevoli, appartiene senza dubbio alla seconda categoria. E se per anni i “flip phone” sono stati visti come esercizi di stile, oggetti affascinanti ma non sempre completi, con il nuovo Samsung Galaxy Z Flip 7 assistiamo a una vera e propria prova di maturità. Un dispositivo che non si limita più a stupire per il form factor, ma che convince appieno nell’uso di tutti i giorni, proponendosi come un top di gamma a tutti gli effetti.
Insomma, non è più solo un telefono alla moda, ma è come se Samsung avesse ascoltato i suoi utenti, lavorando sui dettagli e portando sul mercato quello che, a mio avviso, è il primo Flip capace di convincere chiunque, anche le persone più scettiche. Ma andiamo con ordine e scopriamo insieme perché questo Z Flip 7 segna un punto di svolta.
Recensione Samsung Galaxy Z Flip 7
Videorecensione Samsung Galaxy Z Flip 7
Design e materiali
Con il nuovo Z Flip 7 è indubbio che Samsung ha lavorato di fino, limando decimi di millimetro e grammi per raggiungere un risultato che si percepisce immediatamente. Da aperto, lo spessore si riduce ad appena 6,5 mm ed anche il peso, 188 grammi, è distribuito in maniera impeccabile, rendendolo comodo, leggero e maneggevole.
Ma il vero protagonista è il nuovo sistema di cerniera. Se nei modelli precedenti la piega era un elemento con cui si doveva imparare a convivere, qui diventa un dettaglio quasi trascurabile. In realtà c’è ancora, certo, ma è talmente minimizzata che al tatto risulta quasi impercettibile. La sensazione di apertura e chiusura è più fluida, più solida, più “premium”. Si percepisce una qualità meccanica profondamente diversa rispetto a quella dello scorso anno o a quella che troviamo negli altri pieghevoli a conchiglia, che allontana definitivamente i timori sulla durabilità che hanno accompagnato i primi smartphone di questa tipologia. E la certificazione IP48 è la ciliegina sulla torta, a conferma che siamo di fronte a un prodotto robusto e affidabile.
Esteticamente, il Z Flip 7 è un piccolo gioiello. Il frame in Armor Aluminum e il retro in vetro opaco, che resiste molto bene alle ditate, donano una sensazione di solidità e qualità. Le colorazioni sono eleganti e raffinate, e in generale il dispositivo comunica un’idea di lusso discreto, senza mai essere pacchiano. È uno di quegli oggetti che si amano tirare fuori dalla tasca, non solo per usarlo, ma anche per il puro piacere di guardarlo e toccarlo. Brava samsung.
Display
Il vero colpo d’occhio, la novità che cattura subito l’attenzione, è il nuovo display esterno. Samsung lo chiama FlexWindow, e quest’anno diventa un Super AMOLED da 4.1 pollici a 120 Hz, praticamente senza cornici. Un cambiamento epocale rispetto al passato, che trasforma quello che era poco più di un visore per le notifiche in un vero e proprio mini-smartphone. Ora è possibile rispondere ai messaggi con una tastiera completa, usare widget interattivi e, grazie alle personalizzazioni Samsung, avviare praticamente qualsiasi applicazione senza aprire il telefono.
È una comodità assoluta, che cambia il modo di interagire con il dispositivo. La possibilità di gestire al volo le attività quotidiane senza aprire il telefono è una feature a cui ci si abitua in un lampo e di cui non si può più fare a meno anche grazie alle sue cornici, che sono davvero sottilissime.
E poi c’è il display interno. Un pannello Dynamic AMOLED da 6,9 pollici con un formato cinematografico di 21:9. La luminosità di picco arriva a 2600 nits, un valore ben distante dai “4000 e passa nits” che si potrebbero trovare in alcuni smartphone cinesi, ma che garantisce una visibilità perfetta anche sotto la luce diretta del sole. I colori sono vibranti, i neri assoluti, come da tradizione Samsung. Il refresh rate a 120 Hz rende ogni interazione fluida e reattiva. Il formato così allungato, inoltre, è perfetto per la consultazione dei social e la lettura di testi. E come detto, la piega c’è ma non disturba. Dopo qualche ora di utilizzo, l’occhio e il dito si abituano e ci si dimentica della sua esistenza.
A dirla tutta, analizzando i display emerge subito un dato interessante: il Razr 60 Ultra punta su una risoluzione superiore, soprattutto con il display interno. Tuttavia, questo vantaggio numerico perde gran parte della sua rilevanza a causa di una limitazione software: il mancato supporto allo standard HDR su applicazioni di terze parti fondamentali come Netflix.
Dall’altra parte troviamo Samsung, che pur partendo da un pannello con risoluzione inferiore, dimostra come l’ottimizzazione software sia una cosa fondamentale. La gestione software permette infatti di massimizzare la resa qualitativa dello streaming video, offrendo un’esperienza visiva superiore proprio dove conta di più.
La personalizzazione è stata volutamente mantenuta semplice. L’utente può intervenire sui profili cromatici, optando per una resa meno satura, e beneficiare di un sensore ambientale per l’adattamento automatico del punto di bianco (AWB), evitando così menu complessi.
Hardware e prestazioni
Ma la vera sorpresa di questa nuova generazione è il processore che Samsung Galaxy Z Flip 7 nasconde sotto la scocca: il nuovo Exynos 2500. Ma prima di parlarne un appunto è doveroso: bisogna mettere da parte ogni pregiudizio legato alle passate generazioni, perché questa volta Samsung ha fatto un ottimo lavoro. Questo chip, realizzato con un processo produttivo a 3 nm, non è stato pensato per stracciare i record nei benchmark, ma per offrire un’esperienza d’uso equilibrata, fluida e, soprattutto, incredibilmente efficiente. E ci riesce molto bene.
Partiamo dal modem, l’Exynos 5400, lo stesso che vedremo sui prossimi Google Pixel. Dopo generazioni di modem che, ammettiamolo, facevano storcere il naso, qui la musica è cambiata. Siamo finalmente al livello dei migliori, o quasi. Non vi troverete mai nella classica situazione in cui il vostro Z Flip 7 arranca con il segnale mentre gli altri navigano sereni. Certo, non siamo ancora ai livelli quasi “magici” di un Honor o di certi top Xiaomi, che usano coprocessori dedicati, ma il gap è stato quasi annullato. Inoltre la nuova GPU Xclipse 950 promette bene, un bel segnale per un mondo, quello del gaming su Android, che ha un disperato bisogno di ottimizzazione.
Insomma, l’esperienza quotidiana è davvero buona. Le prestazioni sono sempre fluide e reattive, le temperature restano sotto controllo senza mai diventare un problema e, sorpresa delle sorprese, l’autonomia va ben oltre le più rosee aspettative. Ed è questo, alla fine della fiera, quello che conta davvero.
Fotocamere
In quanto a fotocamere, diciamolo subito: se avete presente il modello dell’anno scorso, avete già capito tutto. Samsung ha scelto una via molto conservativa, riproponendo lo stesso identico hardware: un sensore principale da 50 megapixel ƒ/1.8 con OIS e una grandangolare da 12 megapixel ƒ/2.2. Niente zoom, di nuovo, ma va detto che le fotografie scattate con il 2x digitale sono di ottima qualità e quasi non si nota che siano un crop. La fotocamerina interna è sempre la solita da 10 megapixel, utile giusto per le videochiamate e poco più.
Ad ogni modo, è ovvio che il sensore principale è il cuore pulsante del sistema e sforna scatti di altissima qualità: sempre nitidi, con una messa a fuoco rapida e una gestione delle luci che non delude mai. Persino di notte riesce a dire la sua, producendo immagini pulite che, pur non raggiungendo le vette di alcuni cameraphone puri, non sfigurano affatto. La grandangolare è onesta: fa il suo lavoro con buona luce, ma quando il sole cala inizia a faticare un po’ di più.
Il vero game-changer, però, è sempre lui: il formato flip. La possibilità di chiudere lo smartphone e usare le fotocamere principali per scattarsi un selfie. La qualità che si ottiene è decisamente migliore rispetto a qualsiasi fotocamera frontale tradizionale. Per chi vive di social e contenuti, questa possibilità potrebbe valere l’acquisto dello smartphone. Samsung, inoltre, ha furbamente aggiunto qualche controllo in più sull’interfaccia dello schermo esterno, rendendo il tutto ancora più immediato.
Anche sul fronte video ci sono buone notizie. Si possono registrare filmati fluidi e dettagliati in 4K a 60fps, con un passaggio tra la lente principale e la grandangolare che funziona in modo più che discreto. E c’è una chicca per i videomaker più esigenti: è il primo Flip a introdurre il supporto alla registrazione video in formato LOG, aprendo le porte a una color correction più professionale. Insomma, l’hardware non si è evoluto, ma l’esperienza d’uso, grazie alla sua natura unica, resta di altissimo livello.
Software e Galaxy AI
A bordo del Z Flip 7 troviamo Android 16 con la One UI 8, un’accoppiata che è una garanzia di fluidità e ricchezza di funzioni. Il software di Samsung è maturo, completo e altamente personalizzabile e avrà diritto a 7 anni di aggiornamenti, sia per le nuove versioni di Android che per le patch di sicurezza.
A questo si aggiunge la Galaxy AI, l’intelligenza artificiale di Samsung che permea tutto il sistema. Dalla traduzione in tempo reale delle chiamate alla trascrizione automatica delle note vocali, passando per le funzioni di fotoritocco generativo, l’AI è un compagno discreto ma potente, che semplifica e arricchisce l’esperienza d’uso quotidiana.
Batteria e ricarica
Molto bene la nuova batteria che dai 4000 mAh della generazione precedente arriva a 4.300 mAh, un valore che non solo è un enorme passo avanti, ma lo porta a un soffio dalla batteria di suo fratello maggiore Z Fold. E come si traduce tutto questo nell’uso di ogni giorno? Semplice: finalmente abbiamo tra le mani un Flip con un’autonomia degna di questo nome. Potete affrontarvi la vostra giornata medio-intensa senza l’ansia da batteria scarica e arrivare a sera con ancora un po’ di margine.
Certo, non è ancora un battery-phone. Mettetelo sotto torchio, magari con lunghe sessioni di gaming o video sullo schermo interno, e vedrete che la percentuale scenderà più rapidamente.
Il vero, grande, limite però è un altro: la ricarica. È quasi anacronistico vedere ancora una ricarica cablata ferma a 25W e quella wireless a 15W. Su questo fronte, Samsung è rimasta inspiegabilmente al palo, mentre la concorrenza, Motorola in primis, corre a velocità doppia se non tripla.
Prezzo di vendita e conclusioni
Il Samsung Galaxy Z Flip 7 parte da 1.279 euro per la versione da 12/256 GB, per salire a 1.399 euro per quella da 12/512 GB. Cifre importanti, da vero top di gamma, ma che sono pienamente giustificate dalla qualità costruttiva, dall’innovazione e dalla completezza del prodotto. Inoltre, come da tradizione, Samsung accompagna il lancio con promozioni e sconti che rendono il prezzo reale di acquisto decisamente più appetibile.
Quindi, vale la pena acquistarlo? La mia risposta è un sì convinto. Questo Z Flip 7 è il primo pieghevole compatto che non costringe a (troppi) compromessi. Ha un design fantastico, un’autonomia finalmente solida, ottime prestazioni e un software supportato a lungo.
Non è più uno smartphone per chi vuole solo apparire, ma per chi cerca un dispositivo compatto, elegante e incredibilmente versatile. Se siete stanchi dei soliti smartphone e volete provare qualcosa di nuovo senza troppi compromessi, il Samsung Galaxy Z Flip 7 è la risposta che stavate cercando.
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