Proviamo i prodotti di DJI ormai da tantissimo tempo, e prima di entrare nel dettaglio della nuova DJI Osmo Pocket 3 va sottolineata una cosa: soprattutto nell’ultimo periodo, è difficile trovare un dispositivo prodotto dal brand cinese che è realizzato male. Che si tratti di un drone, che si tratti di microfoni, che si tratti di stabilizzatori, DJI non sbaglia mai e immette nel mercato prodotti pensati fino al minimo dettaglio che è quasi impossibile “criticare”.
Sia chiaro, quando si parla di DJI di parla di un brand di fascia alta che si fa pagare bene quello che vende, ma queste cifre non adatte a tutti si traducono in prodotti ricchi di funzionalità studiate per essere il più possibile efficaci per chi li acquista.
Ebbene, secondo questa filosofia si potrebbe considerare la DJI Osmo Pocket 3 come l’apice evolutivo di una particolare tipologia di dispositivi (tra l’altro inventata proprio dal brand) che, grazie ad alcune idee geniali, riesce a reggere la competizione degli smartphone in maniera egregia: rispetto alla prima versione, cambia pochissimo nel form factor ma tantissimo nelle caratteristiche e nelle funzionalità, rimanendo una “fotocamera da taschino” sempre pronta all’uso, ma con un sensore da 1”.
Indice
Recensione DJI Pocket 3: difficile fare di meglio
Design e materiali
Da un punto di vista semplicemente estetito, la DJI Osmo Pocket 3 continua a seguire la filosofia introdotta con i modelli precedenti. Continua ad essere una versione miniaturizzata del gimbal Osmo che, questa volta, è stata arricchita da un ottimo display ruotante con il quale non solo si potrà attivare velocemente il dispositivo, ma si potrà modificare cona semplice rotazione il formato di registrazione passando da quello orizzontale a quello verticale, e viceversa.
Sia chiaro, non è una action camera. E non lo è per due fattori molto importanti che la rende quasi come un prodotto complementare ad un’eventuale Osmo Action 4 (qui la recensione): in primis, a differenza di una action camera, DJI Osmo Pocket 3 è dotata di un gimbal stabilizzato su 3 assi che ne migliora nettamente la stabilizzazione; ed è proprio la presenza di questo stabilizzatore meccanico e del display che rende questa tipologie di fotocamere non resistenti all’acqua e alla polvere.
Ad ogni modo, la prima vera novità introdotta con la terza generazione della Pocket è proprio il display da 2 pollici che, sì, potrebbero sembrare troppo pochi per garantire una buona visione dell’inquadratura ma che, in realtà, in un prodotto del genere sono quasi perfetti. Si tratta di uno di quei particolari che rende la DJI Osmo Pocket 3 un prodotto assolutamente stand-alone e totalmente indipendente dallo smartphone, ed il pannello utilizzato è un OLED di ottima qualità, che garantisce una luminosità di picco tale da poter essere utilizzato anche in condizioni di luce diretta senza alcun problema di sorta.
Il senso è semplice: ormai si pubblicano sempre più video verticali e DJI ha risolto il “problema” inventandosi la rotazione dello schermo. Va detta però una cosa: quando si ruota lo schermo e si registrano video in 9:16, non viene ruotata fisicamente l’ottica, ma viene realizzato un crop. Ed è per questo che le risoluzioni sono differenti: in orizzontale si può registrare in 4K, in verticale si può registrare massimo in 3K.
DJI Osmo Pocket 3 arriva poi in due versioni, quella “tradizionale” e il Creator Combo che arriva con molti più accessori. E, qualora si acquistasse la versione più accessoriata, nella zona inferiore della fotocamera si potranno collegare delle power bank pensate per aumentare l’autonomia di utilizzo, sotto le quali si potrà anche avvitare un treppiedi.
E qui casca l’asino, perché è questo il particolare di progettazione che meno mi è piaciuto della DJI Osmo Pocket 3. Per rendere possibile il collegamento di queste power bank, il brand è stato “costretto” a posizionare l’entrata USB-C nella zona inferiore della struttura, il che vuol dire che qualora la si volesse utilizzare connessa ad un alimentatore o ad un computer (perché sì, la DJI Osmo Pocket 3 può essere utilizzata come webcam), non la si potrà fissare ad un treppiedi. Il problema è che quando si connette ad una delle power bank, con le quali si può posizionare sul treppiedi, e la si utilizza come webcam si presentano continui problemi di disconnessione. Ed è un forte controsenso, soprattutto perché stiamo parlando probabilmente della migliore webcam in circolazione.
Caratteristiche e qualità video
La seconda novità della DJI Osmo Pocket 3 è senza dubbio la qualità video. Il sensore utilizzato è da 1” ed è coadiuvato da un’ottica di grande qualità che può essere resa “più grandangolare” grazie ad un filtro magnetico che esce in confezione. Insomma, si tratta di un sensore decisamente più grande rispetto a quello utilizzato nella stragrande maggioranza degli smartphone (e, perché no, anche più grande di quello delle action camera) con il quale la cosa stupefacente non è la risoluzione massima di registrazione in 4K a 120p, ma l’ottima gestione delle temperature: dopo circa 20 minuti di registrazione continua, ad esempio, tutta la zona superiore della DJI Osmo Pocket 3 diventa praticamente rovente, ma il dispositivo non fa una piega, continua a registrare e non ne risente neppure l’autonomia. Ottimo lavoro.
Migliora molto anche la messa a fuoco, che grazie alla tecnologia full-pixel rispetto alle generazioni precedenti è una spanna sopra. Sia chiaro, data la natura del prodotto tutto il sistema ottico non è pensato per riprendere soggetti molto vicini, ma va detto che anche in questo caso DJI ha fatto grossi passi in avanti e grazie alla modalità Inquadratura Dinamica, si potrà utilizzare il pad integrato nella struttura per selezionare una delle nove aree di messa a fuoco in modo da ottimizzare il processo.
Tra le varie modalità software, tutte accessibili tramite il menu touch screen, sarà possibile utilizzare una vasta gamma di modalità creative, tra cui:
- SpinShot: Ottieni movimenti fluidi della fotocamera a 180° con una sola mano.
- Motionlapse: Dalle albe al traffico cittadino, cattura lo splendido e surreale scorrere del tempo.
- Zoom digitale: Lo zoom digitale fino a 4x ti consente di avvicinarti di più in ogni scatto.
- Panorama: Dai a paesaggi e scenari tutti i dettagli che meritano.
Inoltre sono disponibili le tipiche modalità di stabilizzazione delle Pocket di DJI: si può decidere se l’inquadratura deve seguire in modo preciso i movimenti della mano, se deve farlo mantenendo l’orizzonte dritto, oppure si può bloccare il puntamento della gimbal in una determinata direzione.
Si possono poi modificare la velocità di movimento degli assi dello stabilizzatore, la velocità di risposta del joystick (che si può utilizzare sia per spostare l’inquadratura che per aumentare o diminuire lo zoom digitale), oppure si può attivare l’anti-sfarfallio.
Ma se c’è un particolare che ci è piaciuto tantissimo della DJI Osmo Pocket 3, soprattuto nella versione Creator Combo, è la compatibilità con i DJI Mic. Nella confezione più accessoriata ne é incluso uno in una versione un po’ particolare con scocca trasparente e, credetemi: Dji quindi non solo è riuscita ad integrare microfoni eccellenti, ma permette anche l’utilizzo di microfoni esterni, ed è un game changer.
Bastera attivare la fotocamera, accendere il microfono ed il gioco è fatto: l’audio sarà sempre ottimo e non si dovrà impazzire con i vari accessori di terze parti per la registrazione dei propri contenuti. Davvero uno spettacolo.
Inoltre, DJI Osmo Pocket 3 supporta la registrazione video in tre formati: quello standard SDR, quello HDR HLG a 10 bit e spazio colore wide e D-Log M. Ed è proprio il connubio di tutte queste caratteristiche tecniche, che ha permesso a quelli di DJI di integrare la modaltà Video Notturno con la quale questa piccola telecamera da taschino riesce a realizzare contenuti con scarsa luminosità di altissima qualità. Presenti ovviamente il tracking, basato sul volto, e anche un filtro bellezza che rende i volti un po’ gommosi lisciando la pelle.
Prezzo di vendita e considerazioni
Tutto molto bello ma, come abbiamo anticipato, la DJI Osmo Pocket 3 non costa poco. Il prezzo di vendita ufficiale è di 549 euro per la versione base, che salgono a 689 euro per il ricchissimo Creator Combo nel quale, oltre alla fotocamera troviamo l’adattatore magnetico ultra-wide, il trasmettitore, il parvento e il clip magnetico di DJI Mic 2, l’impugnatura con batteria integrata, il mini-treppiede e la custodia da trasporto rigida.
Quindi sì, è un prodotto che si rivolge perlopiù ad un pubblico di nicchia, a content creator e a creativi e che effettivamente nasce con lo scopo di vincere la competizione, sempre più marcata, con gli smartphone. E lo fa, a mani basse: grazie all’ottima stabilizzazione, ad un sensore più grande e alle mille funzionalità integrate, per chiunque la sfrutti a dovere la DJI Osmo Pocket 3 è nettamente superiore ad uno smartphone, e rende tutte le registrazioni molto più semplici anche grazie alla compatibilità con il microfono.
Certo, personalmente non sono riuscito a comprendere il posizionamento del connettore USB-C, la mancanza di una memoria interna su cui registrare in caso di necessità, e l’impossibilità di registrare video in modalità “cinema”, ma una cosa è certa: se dopo aver letto questa recensione non avete subito cliccato il tasto “acquista” è perché si tratta di un prodotto che non fa per voi.
Se siete creator di contenuti, se avete già in mente di come sfruttare tutte le caratteristiche della DJI Osmo Pocket 3, allora credetemi che sarà un acquisto che vi semplificherà la vita. Perché dopo averla utilizzata, l’unico dubbio che mi è rimasto in mente è: l’anno prossimo, DJI come farà a migliorare un prodotto già così maledettamente ottimizzato?
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