The Undertaker vs Mankind, Triple H vs Shawn Michaels, Bret Hart vs Owen Hart: se conoscete il wrestling, allora saprete che ho citato tre incontri storici quando si parla di lotta nella gabbia. Ma si sa, nel bizzarro mondo delle notizie di tecnologia, c’è sempre spazio per il clamore e l’intrattenimento. E no, non vi sto parlando di una nuova puntata di Celebrity Deathmatch bensì dello scontro fra Elon Musk e Mark Zuckerberg.
Elon Musk sfida Mark Zuckerberg in un Cage Match: sfida accettata dal CEO di Meta
Tutto è iniziato negli scorsi mesi, quando sono apparse le notizie riguardanti la volontà di Meta di creare un’alternativa rivale di Twitter. Di questo nuovo social ve ne abbiamo già parlato, e ovviamente la notizia è arrivata anche agli occhi di Elon Musk, che in tutta risposta ha sfidato Mark Zuckerberg su Twitter, tweetando di essere “pronto per un matchnella gabbia“. Da Achille ed Ettore a Rocky Balboa e Apollo Creed, c’è qualcosa di intrinsecamente affascinante nell’immaginare due grandi figure che si scontrano corpo a corpo: ma cosa succede quando il duello avviene tra i CEO di due delle più importanti compagnie tecnologiche della storia?
Normalmente siamo abituati ad associare alla figura del CEO quella di una persona che difficilmente si espone in questa maniera, essendo i volti di aziende spesso quotate in borsa, non potendo permettersi di comprometterne l’andamento. E se con Elon questa abitudine viene spesso rotta dalle sue azioni e affermazioni controverse, è questo il caso di un AD come Zuckerberg, tendenzialmente molto attento alla sua figura pubblica. Nonostante ciò, Mark ha accettato, e nelle sue Storie Instagram ha postato uno screenshot del tweet di Elon con la dicitura “Dimmi dove“.
Se avete seguito la storia recente di Mark Zuckerberg, allora potreste sapere che da tempo si allena nelle arti marziali, ha vinto diversi tornei di Jiu-Jitsu e ha completato in meno di 40 minuti la Murph Challenge, sfida molto impegnativa che prevede una corsa da 1,6 km, 100 pull-up, 100 push-up, 300 air squat e infine un’altra corsa da 1,6 km, il tutto con indosso un giubbotto da 9 kg.