Sin dalla sua presentazione, Sharp Aquos R6 ha catalizzato l’attenzione di tutti coloro che sono interessati all’evoluzione tecnologica delle fotocamere su smartphone. Per la prima volta nella storia recente, Sharp ha stupito tutti con l’utilizzo di un sensore CMOS da 1″, una fotocamera da 20 MP in collaborazione con Leica. In un mondo in cui i produttori sgomitano per inserire più fotocamere, il produttore nipponico ha preferito puntare tutto su un unico sensore. Certo, avere un grandangolare e un teleobiettivo male non avrebbe fatto, ma tant’è. Anche perché un sensore da 1″ non s’era praticamente mai visto su uno smartphone, se si esclude il dimenticato Panasonic CM1 del 2014 (seppur fosse più una fotocamera che un telefono).
Ecco come si comporta la fotocamera da record di Sharp Aquos R6
Data la sua esclusività, in molti si sono chiesti come scatti la fotocamera di questo Sharp Aquos R6, viste le premesse hardware. Trattandosi di uno smartphone venduto unicamente in Giappone, la curiosità è ulteriormente cresciuta, nell’attesa che qualche youtuber ne parlasse più nel concreto. E così è stato grazie a Ben’s Gadget Reviews, youtuber sempre molto reattivo quando si parla di anteprime di smartphone dall’Asia.
Da uno smartphone come questo, con un sensore record da 1″ e lenti Leica, ci si aspetterebbe grandi cose, specialmente se si considera la grandezza dei sensori degli altri camera phone. Lo Xiaomi Mi 11 Ultra è uno degli esponenti di riferimento con il suo sensore da 1/1.12″, così come iPhone 12 Pro (1/1.7″) e Samsung Galaxy S21 Ultra (1/1.33″). Ma i test fotografici di confronto fatti da Ben ci dimostrano ancora una volta come anche l’hardware migliore non possa nulla contro l’ottimizzazione software.
Non fraintendetemi, le foto scattate con Sharp Aquos R6 sono tutt’altro che insufficienti, anzi. Grazie alle dimensioni del sensore, le immagini catturate godono di una profondità di campo molto appagante, con un bokeh naturale che risalta rispetto alla concorrenza. Il risultato è una foto che si avvicina a quell’effetto “professionale” che si ottiene con le fotocamere dedicate. Lo si nota soprattutto se confrontato con iPhone 12 Pro, il cui sensore non ha dimensioni particolarmente elevate rispetto ai suoi rivali.
Un effetto, quello del bokeh naturale, che risalta soprattutto nei video, dove Sharp Aquos R6 restituisce un feeling molto simile a quello delle videocamere. Inoltre, avere un sensore così grande significa che il più delle volte non c’è nemmeno bisogno di attivare una modalità notturna, perché il sensore riceve già di base più luce della media.
Finora vi ho parlato dei pregi della fotocamera di Sharp Aquos R6, ma come avrete notato si tratta di benefici interamente hardware. Un hardware che dovrebbe andare a braccetto col software, ma così non è e lo si nota se confrontato con i succitati smartphone Apple, Xiaomi e Samsung. In praticamente tutti i sample, si nota come le immagini catturate dall’Aquos R6 tendano ad essere generalmente meno bilanciate nell’esposizione e nei colori. Il risultato è che, bokeh a parte, le foto degli altri camera phone sono mediamente più piacevoli nel complesso, specialmente in situazioni serali. Sharp non brilla nemmeno nella gestione della gamma dinamica, con una modalità HDR che sembra quasi assente o comunque molto meno incisiva della concorrenza.
Il risultato finale non ci sorprende, anche perché è palese che Sharp non abbia il know-how di aziende ben più blasonate nella gestione software del reparto fotografico. E ciò è sicuramente un peccato, ma non vediamo l’ora di vedere questi sensori da 1″ all’interno dei futuri flagship Xiaomi, OPPO, Samsung e così via.