Ammettiamolo: il mercato dei robot lavapavimenti è diventato un po’ noioso. Mop bianchi, mop neri, torrette LiDAR che spuntano, potenze super pompate, e poi, zitto zitto, sul arriva DJI. Sì, DJI, quella dei droni, e come da tradizione, invece di adeguarsi, decide di riscrivere le regole. Il suo primo prodotto per la casa, il DJI ROMO (in tre varianti, io ho provato la versione P, la più costosa), è prima di tutto un pugno nell’occhio alla normalità: è trasparente.
Una mossa quasi sfacciata che urla al mondo la fiducia di DJI nella propria componentistica e non solo; sotto quella scocca “crystal” pulsa il vero DNA dell’azienda, ed il risultato è un robot che non si limita a pulire, ma vede e interpreta la casa con una precisione quasi maniacale. Certo, questa fusione tra design estremo e tecnologia d’avanguardia si paga, e si paga molto cara.
Recensione DJI ROMO P
Design e materiali
Parliamoci chiaro: il DJI ROMO P non assomiglia a nessun altro robot. Oserei definirlo più un pezzo di design industrial, che sembra quasi fuoriuscito da un’esposizione d’arte contemporanea. La scelta di una scocca completamente trasparente, sia per il robot che per la base, è il primo vero esercizio di stile. Certo, considerando che questo esercizio di stile porta 200 euro in più sul prezzo, potreste decidere di puntare alle versioni più economiche del DJI ROMO, le varianti S e A, che tecnicamente poco differiscono in ambito pratico, ma si distinguono prevalentemente per il design delle scocche, che diventano bianche sia nella base di ricarica che sul robot stesso.

Io, comunque, ho ricevuto la versione P, indubbiamente la più bella, che si mette completamente a nudo: si vedono i tubi, i motori, i circuiti, i filtri. DJI è così sicura della pulizia del proprio assemblaggio da non aver paura di mostrarlo; ma mi chiedo, come sarà questo design tra qualche mese di utilizzo? Se tutto va secondo i piani di DJI, non dovrebbero esserci inflitrazioni di alcun genere, ma chi lo sa. Anche perchè, da tutto questo design non c’è un reale vantaggio funzionale: è pura estetica, un lusso che si paga.
La stazione di ricarica e autosvuotamento segue le stesse logiche; design trasparente, dimensioni nella media per la categoria in cui si inserisce, con due sezioni dedicate ai serbatoi da 4L per l’acqua pulita e 3.2L per quella sporca, oltre allo spazio riservato per il sacchetto per la polvere (con sterilizzazione UV, chicca riservata solo su questo modello P) e i serbatoi per detergente e profumatore. Sì, avete capito bene: un profumatore a bordo per rimuovere quei cattivi odori dati dall’acqua che spesso molti robot tendono a lasciare dopo il lavaggio, una vera chicca da fascia luxury che, credo, di non aver mai visto altrove.

Passando al robot, la vera novità di design funzionale è l’assenza della classica torretta LiDAR. DJI ha integrato tutti i sensori (LiDAR e doppie camere fisheye) direttamente nella parte frontale del robot. Questo gli regala un profilo più sicuramente più snello, ma non lasciatevi ingannare, perchè parliamo comunque di un device alto 9,8 cm, valori che non lo collocano tra i più compatti in assoluto, e che soprattutto non gli concedono la libertà di movimento che molti altri hanno. Per il resto, come vi anticipavo prima, se l’effetto “vedo-non-vedo” non fa per voi, o se semplicemente volete risparmiare un bel po’ di soldi, DJI propone le versioni ROMO S (robot trasparente, base bianca) e ROMO A (tutto bianco), che perdono il profumatore e l’UV ma mantengono la stessa identica sostanza.
Potenza d’aspirazione e qualità del lavaggio
Ma veniamo alle cose pratiche, anche perchè un design estremo serve a poco se poi le prestazioni non sono all’altezza, e questo DJI lo sa bene. Partiamo dall’aspirazione; su questo fronte l’azienda dichiara un valore quasi esagerato di 25.000 Pa, supportato da un flusso d’aria di 20 L/s. Al di là dei numeri da scheda tecnica, che spesso lasciano il tempo che trovano, sul campo la potenza si sente. A questo contribuisce un sistema di spazzole ben congegnato: non solo due spazzole laterali (finalmente!) che si estendono per raggiungere gli angoli, ma anche due spazzole centrali in gomma separate, una soluzione già apprezzata su altri top di gamma, ed una vera manna dal cielo per chi ha animali domestici o capelli lunghi, poichè riduce drasticamente la manutenzione e la formazione di grovigli.

Ma è sul lavaggio che DJI va in controtendenza, e non so se dire purtroppo o per fortuna. Qui, infatti, non ci sono nè rulli nè panni vibranti, ma la più comune delle soluzioni di lavaggio, ovvero due mop rotanti molto spessi, che secondo l’azienda garantiscono maggiore flessibilità. Ma è realmente così? Da mesi in casa sto utilizzando un robot che è diventato “personale”, tra i mille che provo, che utilizza un sistema di lavaggio a rullo e, senza alcun timore, posso dirvi che non vorrei mai più tornare indietro ai mop, proprio in termini di efficienza di lavaggio, soprattutto sul mio grès chiaro che tende a trattenere aloni durante il lavaggio con qualsiasi altra soluzione.

Comunque, al di là dei gusti personali, la cosa positiva è che questi due mop, così come le spazzole laterali, possono estendersi meccanicamente. Questo significa che il robot non si limita a “provare” a pulire i bordi, ma allunga attivamente i suoi panni per strofinare davvero lungo il battiscopa e attorno alle gambe delle sedie. È una soluzione ingegnosa che, in termini di copertura degli angoli, batte quasi tutta la concorrenza, rullo incluso, l’unico motivo per cui lo preferirei appunto al rullo. Per lo sporco ostinato, c’è la funzione “sgrassaggio”: un doppio passaggio intelligente che prima pulisce con detergente e poi risciacqua solo con acqua pulita, evitando pavimenti appiccicosi. L’efficacia è altissima, ma tenete presente che questo robot consuma parecchia acqua, e di conseguenza potrebbero allungarsi i tempi di lavaggio dell’intero appartamento.

Inutile specificare che sui tappeti i moci si sollevano automaticamente e l’aspirazione passa al massimo della potenza; una volta terminato il ciclo, la base lava i panni con acqua calda e li asciuga con un getto d’aria a 60°C per evitare muffe e cattivi odori. L’asciugatura è efficace ma non rapidissima e si fa sentire, risultando leggermente più rumorosa del robot stesso che, invece, è tra i più silenziosi in circolazione, e in relazione alla potenza.
Sì, questo rappresenta un ulteriore colpo da maestro da parte di DJI che, nonostante la potenza in gioco, è riuscita a far sì che il ROMO P risultasse discreto e silenzioso durante le pulizie, grazie a un sistema di soppressione del rumore su tre stadi.
Sensori e navigazione
Se vi stavate chiedendo quale fosse il vantaggio di acquistare un robot da un’azienda che produce droni, la risposta è più scontata di quello che potreste immaginare. Tutta l’esperienza maturata nell’evitare ostacoli ad alta velocità è stata distillata e trapiantata in questo robot. Non è un caso che questo ROMO P utilizzi una fusione di sensori: LiDAR integrato nella scocca (niente torretta, come già detto) e due telecamere fisheye frontali. Il risultato è, senza mezzi termini, la navigazione più intelligente e precisa che abbiamo mai testato.
Dimenticate i robot che rimbalzano goffamente o che tengono un’eccessiva “distanza di sicurezza” dagli oggetti, perchè la precisione con cui il ROMO P si orienta, è pressochè chirurgica. È l’unico dispositivo che ho visto pulire letteralmente a filo del battiscopa, girare attorno al piede di un divano o seguire la sagoma del materassino del mio cane.

Il riconoscimento degli ostacoli è altrettanto impressionante, visto che è in grado di riconoscere oggetti minuscoli, fino a 2 millimetri, riuscendo a distinguere (nella maggior parte dei casi) un cavo dimenticato o un giocattolo da una semplice trama scura del pavimento.
Infine, quelle due telecamere vi consentono di accedere a un flusso video in tempo reale per monitorare la casa o controllare cosa sta combinando il vostro animale domestico. E, inutile anche specificarlo, la qualità video è la migliore che si possa trovare oggi su un robot aspirapolvere.
Software e app per smartphone
DJI Home è il cuore di tutta la gestione, ovviamente disponibile sia per iOS che per Android; qui la parola d’ordine è equilibrio. L’interfaccia è esteticamente piacevole, pulitissima e priva di quei menu nidificati e infiniti che affliggono molti concorrenti. Riesce nel difficile (e raro) compito di essere immediatamente accessibile per chi vuole solo premere “Avvia” e, allo stesso tempo, profondamente personalizzabile per gli smanettoni che vogliono definire ogni minimo dettaglio. Tutta la filosofia dell’app ruota attorno alla creazione di routine, partendo dal presupposto (corretto) che l’utente medio, una volta trovata la quadra, userà sempre le stesse 2-3 modalità, e penso che se già siete in possesso di un robot, concorderete con me.
Naturalmente, l’app offre una gestione completa della mappatura multi-piano, precisa e rapida. Permette di definire impostazioni di pulizia personalizzate per ogni singola stanza, decidendo i livelli di aspirazione, la quantità d’acqua da usare o come comportarsi con i tappeti. Molto comodo anche il menu dedicato al controllo della stazione di ricarica, da cui si può forzare il lavaggio dei panni o l’asciugatura. È anche possibile sfruttare una programmazione avanzata, che può persino basarsi sullo sporco rilevato automaticamente dal robot, e monitorare in modo dettagliato la vita utile di ogni singolo componente, dai filtri alle spazzole.
Autonomia
L’autonomia del DJI ROMO P si attesta sugli standard dei top di gamma; sotto la scocca monta una batteria da 5.000 mAh che, sulla carta, promette circa 3 ore di lavoro in modalità silenziosa (solo aspirazione), ma nell’uso concreto realistico, dove si aspira e si lava contemporaneamente, questi numeri si ridimensionano, ma restano di tutto rispetto. Scegliendo una pulizia intensiva, con doppio passaggio e sgrassaggio attivo, il robot può impiegare anche più di 2 ore per coprire un appartamento da 100 mq, non riuscendo a completare la pulizia senza prima ricaricarsi. Utilizzando invece una modalità più bilanciata (sufficiente per pulizie giornaliere oppure ogni 2 giorni), riesce a gestire senza problemi superfici fino a 150 mq con una singola carica.
La cosa positiva è che il robot impiega solo circa due ore e mezza per una ricarica completa (grazie al sistema rapido da 55W), un tempo di gran lunga inferiore a molti concorrenti. Questo significa che, anche nelle case più grandi dove è necessario un pit-stop a metà pulizia, il ROMO P torna operativo molto velocemente, cosa che invece rimpiango nel mio attuale robot che, spesso, lascia le pulizie a metà.
Prezzo e considerazioni
Arriviamo al prezzo, ed è inutile girarci intorno: il DJI ROMO P costa 1.909€. (Sì, avete letto bene). Al lancio c’è uno sconto di 200€, ma parliamo comunque di una cifra che non solo lo colloca nella fascia ultra-premium, ma che di fatto crea una categoria a sé stante, superando qualsiasi concorrente.
Parliamo di un prezzo è folle? Assolutamente, indubbiamente e oggettivamente sì. Stiamo pagando l’ingegneria, certo, ma stiamo anche pagando profumatamente l’estetica. Quella scocca trasparente, la sterilizzazione UV, il profumatore: sono lussi, non necessità. Sono l’equivalente di un’auto “concept” che, per qualche motivo, è finita in produzione.

La domanda quindi cambia: chi dovrebbe comprare questo robot? Il ROMO P è un prodotto d’élite, e come tale è rivolto a chi cerca la tecnologia più avanzata sul mercato (e la navigazione di questo ROMO è la più avanzata) e, allo stesso tempo, desidera un oggetto di design esclusivo da tenere in casa, ad ogni costo. Per tutti gli altri, DJI ha messo a disposizione due soluzioni decisamente più logiche: il ROMO A (robot trasparente, base bianca) a 1.609€ e il ROMO S (tutto bianco) a 1.309€. Questi modelli mantengono esattamente la stessa, incredibile performance di navigazione e la stessa qualità di pulizia. Il ROMO S, in particolare, pur rimanendo un prodotto costosissimo, è il vero concorrente “sensato” ai top di gamma degli altri brand.
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