Rispetto a quelli LCD, gli schermi AMOLED hanno pixel organici auto-illuminanti e possono quindi essere accesi o spenti individualmente, eliminando la necessità di avere un pannello di retroilluminazione. Ciò non significa soltanto colori più vivaci e neri più profondi, ma anche la possibilità di avere funzioni come l’Always-On Display, utile per mostrare le succitate informazioni senza dover ogni volta attivare lo schermo. Tuttavia, questo ha un forte impatto sulla batteria, come rivelano i test pubblicati dal team DxOMark.
Sono stati messi a confronto quattro smartphone come Xiaomi 12S Ultra, Apple iPhone 14 Pro Max, Samsung Galaxy S22 Ultra e Google Pixel 7 Pro, tutti all’interno di un ambiente controllato, con modalità Aereo attiva, connettività disabilitata, luminosità automatica e refresh rate adattivo. Il risultato è anche peggiore di quanto si potrebbe pensare: tenere acceso l’AOD significa scaricare fino a 4 volte più rapidamente la batteria.
La forbice più ampia la si registra su Xiaomi 12S Ultra, dove i consumi passano da 495 ore in standby con Always-On Display spento a 103 ore se viene acceso. Va meglio su Google Pixel 7 Pro, dove si passa da 367 a 139 ore.
Andando più a fondo, si scopre che è proprio l’AOD del top di gamma Xiaomi a mangiarsi più batteria, con un consumo pari a 47,3 mAh se acceso e di 9,8 mAh se spento. Ed è quasi paradossale che l’AOD meno energivoro sia quello di iPhone 14 Pro Max, che a differenza degli altri tre tiene acceso tutto lo schermo.
Ulteriori misurazioni rivelano che la più alta luminosità dello schermo viene registrata su iPhone 14 Pro Max e Xiaomi 12S Ultra, nonostante quest’ultimo non abbia tutto il display acceso come invece avviene sul melafonino. Questo perché l’AOD di default della MIUI include un piccolo wallpaper, sufficiente ad alzare la luminosità generata e consumare quindi maggiormente; il consiglio è quindi quello di disattivarlo qualora voleste aumentare l’autonomia.
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