Dopo il successo ottenuto dai suoi Bip e Bip Lite, due tra gli smartwatch economici più apprezzati degli ultimi tempi, quelli di Amazfit (dopo aver presentato l’indistruttibile T-Rex) continuano a sfornare prodotti che o si odiano o si amano. Ma più si va avanti nel tempo, e più diventa difficile migliorare un dispositivo che ha ricevuto critiche positive da praticamente qualsiasi parte del mondo, e allora il punto è questo: in che modo quelli di Amazfit hanno reso migliore il nuovo Bip S rispetto alle generazioni precedenti? Semplice, migliorando anche una delle caratteristiche più fastidiose del suo sistema operativo: le notifiche.
Perché sì, finalmente sull’Amazfit Bip S si possono gestire le notifiche in maniera molto più ordinata e comoda e si potranno leggere i messaggi ricevuti anche se multipli e si potranno segnare come “letti” anche sullo smartphone. Ma no, alcune delle novità che in molti si aspettavano proprio riguardo le notifiche, non sono ancora arrivate.
Indice
ToggleRecensione Amazfit Bip S
Unboxing
Così come con tutti gli altri dispositivi di Amazfit, la confezione del Bip S è decisamente essenziale. All’interno della scatola troviamo lo smartwatch, un cinturino in silicone di misura universale decisamente adatto a tutti i polsi, la manualistica e la basetta di ricarica che però integra un cavo non estraibile: quindi se si rompe, bisognerà acquistare tutto l’accessorio. Non è presente un adattatore per la presa di corrente, quindi la ricarica dovrà avvenite tramite un computer oppure un caricabatterie di cui già si è in possesso.
Design e materiali
Nel mondo degli smartwatch ci sono due tipologie di utenti: quelli che amano dispositivi piccoli, leggeri e poco eleganti, e quelli che non li indosserebbero mai e poi mai. E devo ammettere che io sono una di quelle persone che al polso desidera avere uno smartwatch che trasmetta almeno la solidità di un orologio tradizionale, cosa che per forza di cose l’Amazfit Bip S non fa. È innegabile però, che dopo aver indossato questo piccolissimo dispositivo per un periodo di tempo piuttosto lungo, ho iniziato a capire perché migliaia di persone amano questo tipo di prodotti: è leggerissimo (pesa 31 grammi), non da alcun fastidio quando indossato e non rende necessario fare attenzione a non sbatterlo di qua e di la.
Dal punto di vista del design e della qualità costruttiva, in realtà con il Bip S non è cambiato molto rispetto alle generazioni precedenti. Tutto l’orologio è realizzato in policarbonato ed è caratterizzato dalla tipica forma rettangolare, la cornice è in plastica (ed è disponibile in diverse colorazioni) ed è talmente sottile da risultare decisamente comodo al polso e non impigliarsi nei vestiti o nelle giacche a maniche lunghe, neppure quelle più strette.
Le novità sono in sostanza due, cioè la presenza di un tasto in alluminio posto lateralmente, con il quale si potrà accendere il dispositivo ed attivare la retroilluminazione, e la resistenza a 5 ATM: così come il T-REX anche il Bip può essere immerso fino a 50 metri di profondità.
Display – Amazfit Bip S
Lo schermo dell’Amazfit Bip S è il solito transrefletcive da 1.28. pollici con una risoluzione di 176 x 176 pixel. Data la natura del pannello sarà possibile controllare tutte le informazioni anche senza dover attivare la retroilluminazione (ma chiaramente solo in ambienti già illuminati) che si può attivare ruotando il polso oppure premendo la rotellina laterale.
È chiaramente disponibile la modalità always-on, con la quale si potranno visualizzare tutte le informazioni e non solo l’orologio e che utilizzerà lo stesso stile del quadrante scelto nell’applicazione.
Chiaramente però, si tratta di un display pensato per migliorare l’utilizzo dello smartwatch e per consumare poca energia, tutti giovamenti della tecnologia transreflective, che però tende molto a peccare sulla profondità dei neri (che, in realtà, sembrano quasi viola), sulla rappresentazione dei colori e nella risoluzione. È un compromesso, è vero, ma chi acquista un dispositivo del genere lo fa conscio di questi dettagli.
Hardware
L’hardware del Bip S è molto simile a quello delle generazioni precedenti, ma ha due novità molto importanti che faranno felici molti utenti. Il Bluetooth passa alla versione 5.0, che ottimizza ancora di più la gestione del consumo energetico, e (finalmente) ritorna il GPS che era stato escluso nella versione Lite dello smartwatch e che ho trovato di una precisione pazzesca: il tracciamento del percorso sulla mappa, visibile nell’applicazione, è puntuale e preciso ed anche il tempo di fix con i satelliti non è niente male.
Sono presenti poi il BioTraker di Huami, cioè il sensore per il battito cardiaco che però funziona in maniera continua solo quando si da il via ad un’attività fisica (quando si è a riposo effettuerà delle misurazioni ad intervalli di tempo costanti), e la bussola digitale che ho trovato molto precisa.
Software
Il sistema operativo che anima il Bip S è sempre quello proprietario di Amazfit, ma questa volta l’azienda cinese ha pensato di sviluppare un’interfaccia grafica leggermente diversa di quella vista sui modelli precedenti. Certo le funzionalità rimangono piuttosto simili e scorrendo verso il basso si apre il pannello di controllo rapido che integrerà una serie di scorciatoie, verso l’alto invece si accederà alle ultime notifiche ricevute (delle quali parleremo a breve) mentre scorrendo verso destra o sinistra si potrà accedere al controllo della riproduzione musicale, ai passi giornalieri, il battito cardiaco in tempo reale, il meteo e il valore PAI: acronimo di Personal Activity Intelligence è un valore univoco che il sistema assegnerà alla “qualità” dell’attività fisica svolta settimanalmente.
Premendo la piccola rotellina laterale si potrà accedere alla lista delle applicazioni e nel menu delle attività è possibile scegliere tra 10 diverse attività sportive: corsa all’aperto, corsa al chiuso, ciclismo, ciclismo al coperto, stile libero, camminata, nuoto in aree pubbliche, piscina, ellittica e yoga.
Il tutto sarà gestibile nell’ottima applicazione per smartphone di Amazfit, nella quale si potranno cegliere i quadranti, personalizzare i preferiti, effettuare gli aggiornamenti ed impostate alcuni fattori che è possibile gestire anche direttamente dallo smartwatch e scegliere se attivare automaticamente la modalità non disturbare: è un’opzione comodissima che permetterà di disattivare le notifiche qualora lo smartwatch rilevi che si sta dormendo.
Arriviamo ora alle notifiche, forse una delle novità più attese dagli utenti di Amazfit: sì, nel Bip S le notifiche sono migliorate e non mostrano più i messaggi delle chat aggregati ma li visualizzeranno (finalmente) singolarmente e si potrà rimuovere la notifica anche sul telefono.
Purtroppo però, le novità circa le notifiche finiscono qui. Non si ha ancora la possibilità di visualizzare le emoji (tantomeno le immagini, ma è normale data la natura del pannello utilizzato nel display) e non si potrà rispondere ai messaggi tramite l’orologio. Peccato.
Batteria – Amazfit Bip S
Per quanto riguarda la batteria, andiamo dritti al sodo: l’Amazfit Bip S è uno degli smartwatch economici con la migliore batteria in circolazione. C’è poco da fare. Con una singola carica, ma con un’attività fisica praticamente nulla (lo so, sono un tipo sedentario), sono riuscito ad arrivare a ben 31 giorni con una sola ricarica.
È un traguardo pazzesco, che aumenta ancora di più in standby dove può arrivare a 90 giorni. Veloce anche il processo di ricarica, che in pochissimo tempo porterà la batteria dallo 0 al 100%.
Prezzo e conclusioni
Amazfit Bip S è in vendita a 69 euro tramite lo shop ufficiale di Amazfit Italia. E sì, il prezzo di vendita è decisamente contenuto ed in linea con tutti gli altri prodotti dell’azienda. E soprattutto se consideriamo la presenza dei sensori biometrici, del GPS, del Bluetooth 5.0 e della batteria infinita che può arrivare fino a 40 giorni di autonomia, ci vuole poco a fare 2+2 e a considerare il nuovo Bip S uno dei best buy più interessanti di questo periodo.
Certo, un prezzo contenuto con queste caratteristiche richiede per forza un compromesso ma, insomma, stiamo parlando di un Bip e se non avesse questi compromessi non sarebbe più un vero e proprio Bip.
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