Cosa succede se prendete un OnePlus 15, mantenete lo splendido display, limate leggermente le performance e sacrificate le fotocamere a favore di una batteria ancora più capiente? A quanto pare, potete risparmiare quasi 250€ sul totale.
È questa la formula ormai comprovata che l’azienda ha deciso di utilizzare per OnePlus 15R, il nuovo smartphone che viene portato sul mercato nella categoria dei cosiddetti “performance flagship”.
In pratica si tratta di un terminale che ha un focus preciso, un’ossessione nel dare agli utenti che non hanno un budget a quattro cifre le migliori prestazioni possibili, anche se ciò comporta dei prevedibili sacrifici.
La domanda, quindi, non è tanto “come?” ma “ne vale la pena?“.
Recensione OnePlus 15R: i giusti compromessi?
Design e materiali
Il design del OnePlus 15R non rappresenta una rottura traumatica con il passato, bensì una maturazione del linguaggio visivo introdotto con il OnePlus 15.
Il modulo fotografico posteriore mantiene la forma e il posizionamento distintivi dei più recenti smartphone del brand. Il vetro posteriore è trattato per ottenere una finitura opaca che disperde i riflessi di luce per un aspetto premium, mentre allo stesso tempo limita l’adesione degli oli cutanei mitigando il problema delle impronte digitali.
Le colorazioni disponibili sono due, Charcoal Black e Mint Breeze. Il “verde menta” che abbiamo provato, molto bello a mio parere, è un colore pastello che si fa notare senza risultare troppo appariscente, in maniera simile a quello di Pixel 10 Pro XL.
Dal punto di vista ergonomico, il peso di 215 g e lo spessore di soli 8,30 mm sono stati distribuiti per evitare l’affaticamento del polso, richiedendo un’ingegnerizzazione interna con PCB a più strati per massimizzare il volume disponibile per la batteria. Non è uno smartphone compatto, anzi, ma mantiene perlomeno contenuta la sporgenza delle fotocamere posteriori.
Un aspetto critico dell’ingegneria del OnePlus 15R è la costruzione del telaio in alluminio. A differenza dei design curvi che espongono il vetro a maggiori rischi di impatto laterale, il 15R adotta un profilo piatto. Questa geometria, secondo il brand, aumenta la rigidità torsionale del dispositivo, un fattore cruciale per proteggere anche la scheda madre e la batteria interna da flessioni accidentali.
Il pannello frontale è protetto dal Corning Gorilla Glass 7i. Non è il vetro usato dai più recenti flagship, ma è più che sufficiente per sopravvivere alle sfide di tutti i giorni e alle cadute accidentali.
E se per raggiungere un prezzo più basso rispetto al flagship sono state fatti alcuni sacrifici, è nella resistenza agli elementi che il OnePlus 15R non fa alcun passo indietro, vantando una certificazione IP66, IP68, IP69 e IP69K.
Quest’ultima specifica, derivata dall’industria automotive, attesta la capacità del dispositivo di resistere a getti d’acqua ad alta pressione e alta temperatura (80°C), implicando l’utilizzo di adesivi e guarnizioni in grado di sopportare shock termici rapidi.
Una nota agrodolce per i puristi: anche su questo 15R l’iconico Alert Slider lascia spazio a Plus Key. È un pulsante fisico personalizzabile posizionato sul lato sinistro. Sebbene si perda il feedback meccanico del selettore della suoneria, si guadagna in versatilità: può essere mappato per attivare Mind Space, lanciare la fotocamera o, per chi non può farne a meno, ciclare tra le modalità silenzioso/vibrazione.
È un cambiamento che richiede abitudine, ma la velocità con cui si possono catturare informazioni per l’IA giustifica parzialmente la scelta.
Display
Il OnePlus 15R adotta un display da 6,83 pollici con tecnologia LTPS AMOLED e una risoluzione di 2800 x 1272 pixel, commercialmente definita “1,5K”, che rappresenta il punto di equilibrio ideale tra definizione e risparmio energetico. Con una densità di 450 ppi, il pannello risulta impeccabile agli occhi sotto il punto di vista della nitidezza.
La luminosità è un parametro in cui il dispositivo eccelle, con un picco di 1800 nit in modalità HBM (High Brightness Mode). È importante distinguere tra luminosità di picco su una piccola finestra (spesso usata nel marketing per numeri altissimi come 4000 nit) e la luminosità HBM su tutto lo schermo.
OnePlus 15R rimane perfettamente leggibile anche sotto al sole grazie ad un pannello che vanta una luminosità elevata su tutta la superficie.
Mentre lo standard per i flagship è 120 Hz e alcuni gaming phone raggiungono i 144 Hz, il OnePlus 15R spinge questo limite a 165 Hz.
Il passaggio da 120 Hz a 165 Hz riduce il tempo di persistenza dell’immagine sul display di ulteriori 2,2 ms. Sebbene possa sembrare impercettibile per l’uso quotidiano, nei giochi competitivi (FPS, MOBA) questa riduzione dell’input lag e la maggiore chiarezza del movimento offrono un vantaggio tangibile per i giocatori più agguerriti.
- 60Hz: 16,6ms per frame
- 120Hz: 8,3ms per frame
- 165Hz: 6,06ms per frame
Poiché il pannello è LTPS e non LTPO, non può scendere a 1 Hz per risparmiare energia su schermate statiche, ma la gestione software ottimizza il refresh rate in base al contenuto attivo (per esempio i video a 60fps, i giochi a 144fps, ecc…) per bilanciare fluidità e consumo. Il display supporta quindi una frequenza adattiva a step: 60/90/120/144/165 Hz.
Infine, la salute degli occhi è gestita dalla suite Intelligent Eye Care 5.0 certificata da TÜV Rheinland, che oltre a ridurre la luce blu, utilizza i sensori frontali per monitorare lo sbattere delle palpebre e la distanza di visione, suggerendo attivamente pause in caso di affaticamento rilevato.
Sul fronte della sicurezza, il dispositivo abbandona i sensori ottici per integrare sotto al display un lettore di impronte digitali a ultrasuoni. Questa tecnologia emette impulsi sonori ad alta frequenza per mappare tridimensionalmente i pori e le creste dell’impronta, offrendo una sicurezza superiore e funzionando perfettamente anche con dita bagnate o unte.
Hardware e prestazioni
Il OnePlus 15R è il primo dispositivo ad arrivare a livello globale con a bordo la piattaforma mobile Qualcomm Snapdragon 8 Gen 5. Il passaggio ai core Qualcomm Oryon con clock a 3,8 GHz porta a un aumento del 36% nelle prestazioni della CPU, mentre la GPU Adreno serie 8 migliora dell’11% (dati rispetto al modello precedente). Tuttavia, è la NPU a brillare con un incremento del 46% nelle prestazioni AI, fondamento per l’esecuzione di modelli LLM direttamente “on-device”.
A livello di potenza bruta della CPU, dunque, OnePlus 15R si posiziona alla pari degli smartphone dotati di chip Mediatek Dimensity 9500, rimanendo un minuscolo passo indietro per quanto riguarda la GPU. Sebbene non tocchi i livelli del processore “Elite” dell’azienda di San Diego, non fatevi ingannare: si tratta di un SoC potentissimo che non solo garantisce prestazioni da vero flagship oggi, ma le potrà mantenere per gli anni a venire.
La novità software più importante che permette alo silicio di dare il meglio di sé risiede nel OnePlus CPU Scheduler, che sostituisce il tradizionale “Completely Fair Scheduler” di Linux. Adottando un approccio gerarchico aggressivo, questo sistema riserva “corsie preferenziali” sui core più potenti per i thread di gioco (rendering, fisica, audio), isolandoli dai processi di sistema non critici per eliminare i cali di frame.
A supporto di questa potenza di calcolo troviamo 12 GB di RAM LPDDR5X Ultra e 256 GB di storage UFS 4.1, che garantiscono velocità di lettura/scrittura che si aggirano intorno ai 4000 MB/s.
Per gestire il calore generato, OnePlus ha implementato il cosiddetto Cryo Velocity Cooling System. La novità principale è l’uso dell’aerogel tra i componenti caldi e il display, isolando termicamente lo schermo per proteggerlo dal degrado e mantenere la superficie fresca al tatto. Il sistema include una massiccia camera di vapore 3D da 5704 mm² realizzata in acciaio per ottimizzare la struttura termica, accompagnata da strati di grafite per la dissipazione residua.
Durante gli stress test è diventato caldo, ma non in maniera eccessiva, allineandosi ai prodotti con chip Mediatek senza mai raggiungere livelli estremi come quelli di Nubia Z80 Ultra.
L’hardware di supporto per il gaming include un Touch Response Chip dedicato per un campionamento del tocco a 3200 Hz, un chip wireless dedicato per ottimizzare la connessione Wi-Fi 7 attraverso ostacoli fisici, e un giroscopio ad alta precisione capace di rilevare rotazioni fino a ±4000 gradi al secondo, fondamentale per la mira assistita.
È presente una eSIM mentre invece manca del tutto la connettività UWB.
Batteria e ricarica
La specifica più impressionante è indubbiamente la batteria da 7400 mAh, la più grande mai usata dal marchio in Europa, inserita in un corpo relativamente sottile grazie alla tecnologia OnePlus Silicon Nanostack. OnePlus utilizza un anodo composito con il 15% di silicio, che offre una densità energetica teorica nettamente superiore alla grafite.
Certo, la capacità è inferiore a quella del OnePlus Ace 6T presentato in Cina, ma direi che non ci si può comunque lamentare. Questo, unito alla maggiore efficienza del chip rispetto al più aggressivo Snapdragon “Elite”, garantisce un’autonomia che fino a qualche anno fa era impensabile per un prodotto così potente e “leggero”.
Nel test eseguito con PCMark 3.0 Battery ha ottenuto un risultato di 24:23h, di fatto eguagliando l’ottimo Oppo Find X9 Pro. Nell’uso quotidiano smetterete di preoccuparvi una volta per tutte della percentuale di batteria residua, raggiungendo più che agilmente la fine della seconda giornata senza sforzi. Con un po’ di attenzione, ma nemmeno troppa, i tre giorni sono finalmente ottenibili.
Per mitigare la naturale espansione del silicio durante la carica, viene utilizzata una struttura chiamata appunto “Nanostack” con nanotubi di carbonio conduttivi, garantendo l’integrità elettrica nel tempo. Questa tecnologia assicura anche resistenza al freddo fino a -20°C e una longevità garantita dell’80%della capacitàoriginale (sono comunque quasi 6000mAh) dopo 4 anni.
Il quadro è completato dalla ricarica SuperVOOC a 80W, che garantisce tempi minimi di attesa quando necessario. Manca la ricarica wireless, ma sinceramente non ne ho mai sentito l’esigenza.
Solitamente è utile solo per mantenere un livello di carica abbastanza elevato nel corso della giornata per non arrivare scarichi a sera, cosa che questo OnePlus 15R fa comunque grazie alla sua eccezionale autonomia.
Fotocamere
Sebbene il OnePlus 15R non sia un cameraphone e non provi a passare per tale, beneficia degli algoritmi sviluppati per il modello di punta.
Al centro di questo ecosistema troviamo il sensore Sony IMX906 da 50 MP, un’unità CMOS di tipo stacked BSI con formato ottico da 1/1,56 pollici e pixel nativi da 1,0 µm. Si tratta di un’implementazione mirata a massimizzare il rapporto segnale-rumore (SNR) attraverso un pixel binning 4-in-1 (che porta i fotodiodi virtuali a 2,0 µm) e un’ottica a 6 elementi con apertura f/1.8, stabilizzata da un sistema ibrido OIS+EIS sincronizzato con i dati del giroscopio.
La vera rivoluzione avviene però “sotto il cofano”, dove il l’ISP Spectra a 18-bit lavora in sinergia con il nuovo motore software DetailMax Engine. Questa pipeline permette di gestire una gamma dinamica immensa, prevenendo il banding nei cieli e preservando i dettagli nelle ombre profonde.
L’elaborazione sfrutta la segmentazione semantica in tempo reale: la NPU identifica fino a 12 livelli nell’immagine (pelle, cielo, vegetazione), applicando trattamenti differenziati prima ancora della compressione JPEG.
Sul fronte delle foto notturne, la tecnologia Clear Night Engine sfrutta il DOL-HDR (Digital Overlap HDR) per catturare esposizioni brevi e lunghe quasi simultaneamente; il risultato è un’eccellente soppressione del “ghosting” sui soggetti in movimento e una resa cromatica autentica, che evita l’effetto “artificiale” tipico di molti competitor, pur mantenendo un bilanciamento del bianco leggermente caldo nelle scene urbane.
OnePlus 15R eccellente sulla fotocamera principale, accettando importanti compromessi sulle secondarie. L’assenza di un teleobiettivo dedicato è compensata da uno zoom “in-sensor” 2x che, in condizioni di buona luce, offre risultati molto simili a un’ottica dedicata, ma che mostra i limiti dell’upscaling digitale e un effetto “acquerellato” oltre il 5x.
L’ultra-grandangolare da 8MP con lenti f/2.2 ha purtroppo un sensore minuscolo e fuoco fisso. I risultati di giorno sono accettabili, seppur di risoluzione inferiore ai file da 12MP prodotti dalle altre fotocamere, cosa immediatamente visibile appena si passano le immagini su un display più grande come quello di un tablet o PC.
Si notte soffre di più, producendo foto generalmente più scure rispetto all’eccellente fotocamera principale. Colpisce la capacità di OnePlus di mantenere il rumore sotto controllo e i colori coerenti con gli altri sensori anche in situazioni di luce molto difficili.
Al contrario, la fotocamera frontale migliora con un sensore a 32MP dotato di autofocus e supporto video 4K, garantendo selfie nitidi a qualsiasi distanza e vlog di qualità superiore. Si allinea di fatto al modello top di gamma.
In ambito video, il OnePlus 15R flette i muscoli con la registrazione 4K a 120fps sul sensore principale, una rarità in questa fascia resa possibile dall’elevata velocità di lettura dell’IMX906 e dal sistema di dissipazione che previene il throttling dell’ISP.
La stabilizzazione è efficace di giorno, sebbene l’EIS possa introdurre lievi artefatti di jitter sulle luci puntiformi in notturna.
Software
In OxygenOS 16, che condivide il codice sorgente e la filosofia con la ColorOS vista sul cugino Oppo Find X9 Pro, l’azienda ha abbandonato i fronzoli per concentrarsi su due pilastri fondamentali: una fluidità quasi ossessiva e un’intelligenza artificiale sempre più integrata in modo veramente “smart”.
Il sistema Parallel Processing 2.0 gestisce il rendering degli elementi visivi. A differenza delle vecchie versioni che elaboravano le animazioni in sequenza, la skin OnePlus basata su Android 16 le gestisce simultaneamente. Il risultato? Durante i nostri test, passando freneticamente da un gioco pesante a WhatsApp o navigando tra i widget, non abbiamo notato il minimo “micro-stutter”.
Strizza forse un po’ troppo l’occhio al “Liquid Glass” di iOS, sia nella fisica degli scorrimenti che nell’estetica delle sfocature, ma non si può discutere sulla qualità del risultato finale.
La personalizzazione fa un passo avanti con i nuovi temi Flux per la schermata di blocco, che offrono transizioni animate verso la home. Qui ritroviamo le “Big Folder” ridimensionabili e la possibilità di ingrandire singole icone per trasformarle in widget interattivi, permettendo azioni rapide senza aprire l’app.
Il vero salto di qualità risiede però nell’intelligenza artificiale. OnePlus include anche qui Mind Space, un hub che funge da “secondo cervello” per l’utente. Non è solo un’app per le note, ma un contenitore contestuale universale.
Con uno swipe a tre dita o premendo il nuovo tasto dedicato, è possibile salvare qualsiasi cosa appaia a schermo: un articolo, una foto su Instagram, un indirizzo o persino un oggetto inquadrato dalla fotocamera. Se inquadrate il volantino di un evento, Mind Space riconosce date e orari proponendo di aggiungerli al calendario.
Esattamente come sui più recenti top di gamma Oppo, Gemini può accedere al contenuto di Mind Space come se fosse una memoria personale. Invece di dover caricare manualmente screenshot o copiare testo per chiedere analisi all’IA, basta invocare Gemini e usare il tag “@Mind Space“. È l’IA che diventa utile, smettendo di essere solo un passatempo o un nuovo modo di cercare.
L’ecosistema include strumenti di produttività come AI Writer per la generazione di testi, AI Recorder per la trascrizione e riassunto di riunioni, AI Portrait Glow per la rielaborazione dell’illuminazione nei ritratti e AI Scan per la digitalizzazione di documenti.
A garanzia della longevità, la politica di aggiornamento prevede 4 anni di aggiornamenti Android e 6 anni di patch di sicurezza.
Prezzo e considerazioni finali
Il debutto di OnePlus 15R è fissato ufficialmente per il 15 gennaio 2026 tramite lo store ufficiale oneplus.com, ma la fase di pre-ordine è attiva già da oggi, 17 dicembre. Il produttore ha strutturato l’offerta su due configurazioni di memoria, differenziate per prezzo e colorazioni:
- 12/256 GB a 729 euro, disponibile nelle colorazioni Charcoal Black e Mint Breeze
- 12/512 GB a 829 euro, disponibile esclusivamente nella variante Charcoal Black
Per la finestra di lancio, che va dal 17 dicembre al 21 gennaio, OnePlus ha previsto una promozione aggressiva. Acquistando la versione da 12+512 GB si ottiene uno sconto immediato di 100 euro, portando il prezzo al livello del modello base.
A questo si aggiunge un interessante bundle di omaggi (fino a esaurimento scorte) che include il 120W Adapter Kit (valore di 69,99 euro) e un secondo accessorio a scelta tra le OnePlus Buds 4 o la Sandstone Magnetic Case.
L’analisi del rapporto qualità-prezzo diventa ancora più interessante se confrontata con il fratello maggiore, OnePlus 15. A fronte di un listino di 1.129 euro per il top di gamma, il OnePlus 15R garantisce un risparmio netto considerevole.
Le rinunce sono mirate e, per molti utenti, trascurabili: si perde qualcosa sui sensori fotografici secondari e un pizzico di potenza di picco, guadagnando però in autonomia reale.
Guardando al mercato esterno, la sfida è accesa. I principali rivali sono il POCO F8 Ultra (789,90 euro) e il RedMagic 11 Pro (699,00 euro). Sebbene entrambi vantino un processore sulla carta più veloce, i compromessi sono evidenti.
Il RedMagic paga dazio con un software meno curato e un comparto fotografico decisamente inferiore. Il POCO F8 Ultra è un avversario più completo (ottime fotocamere, ricarica wireless e audio Bose), ma soffre lato efficienza. Il chip più energivoro e una batteria meno capiente non garantiscono la stessa longevità del OnePlus 15R, costando oltretutto leggermente di più e avendo un display meno impressionante.
OnePlus 15R è quindi perfetto per chi vuole uno smartphone che rispecchi la filosofia “Fast and Smooth” del brand ma non vuole puntare al modello top di gamma, perché magari non è interessato dalle capacità fotografiche superiori o non ha il budget necessario.
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