La corsa all’autonomia non ha mai visto un’accelerazione simile. Mentre i colossi occidentali rimangono ancorati agli standard attuali, dalla Cina arrivano prototipi che promettono di triplicare la duratadella batteria dei nostri dispositivi.
Smartphone con batterie mostruose in arrivo dalla Cina
Se da un lato i produttori cinesi stanno spingendo l’acceleratore sull’innovazione hardware, sfornando dispositivi con specifiche sempre più aggressive, dall’altro i brand dominanti in Occidente sembrano procedere con maggiore cautela.
L’ultimo fronte di questa battaglia è l’autonomia: secondo recenti report, siamo alla vigilia di una rivoluzione che porterà sul mercato smartphone con batterie da 15.000 mAh.
Le indiscrezioni trapelate nelle ultime ore indicano che una batteria da ben 15.000 mAh è attualmente in fase di test attivo. Se fino a poco tempo fa capacità superiori agli 8.000 mAh (come quelle vociferate per i prossimi Honor GT 2) sembravano un’eccezione riservata a dispositivi di nicchia o “rugged”, la tecnologia sta rendendo queste cifre gestibili anche ssu smartphone destinati al grande pubblico.
Secondo quanto possiamo immaginare, il principale indiziato dietro questa mostruosa cella energetica potrebbe essere realme. L’azienda non è nuova a sperimentazioni audaci e in passato è già stata associata a prototipi dotati di capacità simili. Se i test dovessero avere esito positivo, potremmo assistere all’inizio della produzione di massa di una versione consumer pronta a stravolgere le abitudini di ricarica degli utenti, presumibilmente entro la fine del 2026.
Prima arriveranno i 12.000 mAh
Mentre i 15.000 mAh rappresentano il futuro prossimo, il presente è già segnato da un altro traguardo significativo. Lo stesso report conferma che batterie da 12.000 mAh sono in fase di preparazione per la produzione di massa.
Questo significa che non dovremo attendere anni per vedere questo salto. Se le previsioni si riveleranno accurate, i primi smartphone commerciali equipaggiati con queste celle energetiche potrebbero debuttare già nella prima metà del prossimo anno. Questo cambiamento non riguarderà solo i top di gamma: l’effetto a cascata della tecnologia porterà benefici anche alla fascia economica.
È plausibile prevedere che, nel breve termine, batterie da 8.000 mAh e persino 10.000 mAh diventeranno la nuova normalità per gli smartphone budget.
Come è possibile inserire batterie così capienti senza trasformare lo smartphone in un mattone intrasportabile? La risposta risiede nella transizione dalla tradizionale tecnologia agli ioni di litio verso quella al silicio-carbonio.
Questa tecnologia permette una densità energetica nettamente superiore. In termini pratici, a parità di dimensioni fisiche, una batteria al silicio-carbonio può immagazzinare molta più energia rispetto a una tradizionale. È questa l’innovazione chiave che sta permettendo ai produttori cinesi di distanziare la concorrenza, offrendo dispositivi sottili ma con un’autonomia di più giorni.
Apple e Samsung restano a guardare
In questo scenario di rapida evoluzione, emerge con forza il ritardo dei giganti che dominano il mercato statunitense ed europeo. Samsung, Apple e Google continuano a fare affidamento prevalentemente su batterie tradizionali agli ioni di litio, con capacità che raramente superano i 5.000 mAh.
Se confrontati con i 12.000 o 15.000 mAh in arrivo dall’Oriente, i moduli presenti su dispositivi di punta come il vociferato Samsung Galaxy S26 Ultra o l’iPhone di ultima generazione appaiono decisamente sottodimensionati. Sebbene ci siano voci riguardanti un interesse di Apple verso anodi in silicio-carbonio di nuova generazione, l’implementazione sembra essere ancora timida e lontana dai numeri record della concorrenza asiatica.
La ragione di questo stallo sembra essere parzialmente attribuibile alla mancanza di una vera competizione nel mercato occidentale. Senza la pressione diretta dei brand cinesi innovativi, che ad oggi hanno ancora volumi di vendita molto inferiori, Samsung e Apple hanno meno incentivi a investire massicciamente e rapidamente in questa tecnologia, limitandosi ad aggiornamenti marginali.
Il risultato è un mercato a due velocità: un Occidente che ottimizza il software per guadagnare minuti di autonomia, e un Oriente che risolve il problema alla radice con batterie tre volte più capienti.
