Negli ultimi tempi, trovare uno smartphone economico che non sembri “vecchio” appena uscito dalla scatola è diventata un’impresa, e Xiaomi, brand storico ormai sul mercato degli smartphone, questo lo sa bene e con il nuovo Redmi 15 5G ha deciso di cambiare strategia. Invece di riempirci la testa con specifiche complicate, ha puntato tutto su una singola, grande promessa: farci dimenticare il caricabatterie a casa.
Questo non è il solito telefono da usare con parsimonia per arrivare a sera, ma anzi è progettato per essere un compagno instancabile, con una batteria che definire “generosa” è un eufemismo e uno schermo talmente ampio da sembrare quasi un piccolo tablet: senza troppi giri di parole, è il dispositivo ideale per chi vive di streaming, social e videochiamate infinite, e non vuole vivere con l’ansia della percentuale rossa.
Non è, però, tutto oro quel che luccica perchè con un prezzo così competitivo, il dubbio sorge spontaneo: è solo batteria, o c’è anche della sostanza? Cerchiamo di capirlo insieme.
Il Redmi 15 5G segna quasi un ritorno al passato, un modello che rievoca la categoria dei “phablet”, una scelta progettuale dettata dalla necessità di ospitare una batteria ad alta capacità. Nonostante la stazza imponente, Xiaomi è riuscita comunque a mantenere un equilibrio estetico apprezzabile: il dispositivo non appare come un mero assemblaggio di componenti economici, ma mostra una ricerca stilistica mirata a elevare la percezione del prodotto. Certo, a dirla tutta frontalmente Xiaomi non ha fatto un gran lavoro nel cercare di affinare alcuni dettagli, e mi riferisco alle cornici piuttosto importanti lungo il bordo del display, ma è pur vero che in questo segmento di mercato viene difficile pensare anche a questi aspetti.
Tornando sul retro, il rinnovato modulo fotografico conferisce al retro un aspetto più moderno e strutturato, grazie all’uso di anelli con finitura metallica; tuttavia, è da sottolineare che il layout a tre elementi è parzialmente estetico perchè solo due alloggiano sensori attivi, mentre il terzo anello ha una funzione puramente ornamentale per garantire la simmetria visiva, un trick già visto in tanti modelli economici di molte altre aziende. A livello ergonomico, il telaio a bordi piatti offre una presa sicura, un dettaglio fondamentale per un dispositivo da 6,9 pollici che richiede quasi inevitabilmente l’utilizzo a due mani per raggiungere gli angoli opposti del display.
La qualità costruttiva è piuttosto buona, anche se non vi nascondo che in alcune circostanze si avverte la natura plastica del telaio sotto forte pressione. Sul fronte della resistenza, il Redmi 15 gode di certificazione IP64, una specifica che garantisce la totale protezione dalla polvere e una buona resistenza agli spruzzi d’acqua, pur senza offrire l’impermeabilità completa tipica dei top di gamma. Completano la dotazione il sensore di impronte digitali integrato nel tasto di accensione laterale, reattivo e ben posizionato, e il trasmettitore a infrarossi, una conferma pratica per l’ecosistema Xiaomi.
Display
Come anticipato in apertura, ciò che domina su questo smartphone è senza dubbio la sua diagonale di schermo imponente: 6,9 pollici che proiettano il Redmi 15 5G nel territorio dei “phablet”, sfumando il confine con i tablet compatti. La scelta è caduta su un pannello LCD con risoluzione Full HD+, una soluzione che, pur offrendo una densità di pixel adeguata e una resa cromatica naturale, mostra i limiti intrinseci della tecnologia rispetto agli AMOLED più recenti. I neri non sono assoluti e il contrasto non è infinito, ma la vera criticità estetica risiede nelle cornici piuttosto evidenti, specialmente nel bordo inferiore, e in una leggera vignettatura osservabile agli angoli.
Sebbene, poi, sulla scheda tecnica appaiano 144Hz come velocità di aggiornamento del display, l’esperienza d’uso reale si assesta quasi sempre sui 120Hz, valori che comunque assicurano un’ottima fluidità nelle animazioni di sistema e nello scrolling social. I 144Hz si attivano raramente e in contesti limitati, risultando di fatto più un numero pompato per il marketing, che qualcosa di realmente tangibile. La luminosità di picco di 850 nits si dimostra più che sufficiente per la fruizione di contenuti non proprio sotto la luce del sole, contesto in cui invece soffre un po’ di più.
Hardware e prestazioni
Sotto la scocca di questa versione 4G (perchè sì esiste anche la versione 5G con Snapdragon 6S Gen 3) troviamo una vecchia conoscenza della fascia media: il Qualcomm Snapdragon 685. Si tratta di un processore a 6nm che punta tutto sull’affidabilità e sui consumi ridotti, piuttosto che sulla potenza pura. Nell’utilizzo quotidiano, supportato da 6/8GB di RAM LPDDR4X e da una memoria interna di 128/256GB UFS2.2 (espandibile via microSD fino a 2TB), il dispositivo si muove con disinvoltura, nella versione più pompata a livello hardware; la gestione delle app di messaggistica, la navigazione web e lo streaming scorrono senza intoppi, confermando un’ottimizzazione software capace di sfruttare bene un hardware non di ultimissima generazione.
I limiti dell’architettura emergono quando si alza l’asticella con qualche gioco più esigente. Non siamo di fronte a un dispositivo per videogiocatori, e non è un caso che titoli impegnativi come Call of Duty o PUBG mostrino evidenti incertezze anche a dettagli bassi, rendendo l’esperienza poco fluida. Tuttavia, per il giocatore occasionale la situazione è diversa: su giochi ben ottimizzati, impostando i dettagli grafici al minimo, si riesce a ottenere un frame rate stabile e una giocabilità più che discreta.
Il vero punto di forza di questa configurazione hardware risiede, ancora una volta, nell’efficienza termica. Lo Snapdragon 685 scalda pochissimo: anche dopo sessioni di gioco di oltre mezz’ora o durante la riproduzione di video ad alta luminosità, il telefono rimane sorprendentemente fresco al tatto. È la conferma che questo hardware è stato scelto con il chiaro obiettivo di massimizzare la durata della batteria e il comfort d’uso, accettando seppur qualche rinuncia in termini di potenza pura. A livello di connettività, come anticipato, non è presente il 5G su questa versione, così come la compatibilità con le eSIM; per il resto, a disposizione c’è il Bluetooth 5.0, Wi-Fi 5 e NFC per i pagamenti.
Software
Il comparto software è affidato alla nuova interfaccia HyperOS 2, basata su Android 15, una ROM già familiare a chi già proviene dall’ambiente Xiaomi/Poco/Redmi: l’interfaccia è ricca di opzioni di personalizzazione e si muove con una certa fluidità nelle varie sezioni e transizioni, seppur sporadicamente mostri piccole incertezze o micro-lag quando il sistema è sotto carico.
L’elemento distintivo di questa release è senza dubbio la democratizzazione dell’Intelligenza Artificiale. È sorprendente trovare su un dispositivo di questa fascia di prezzo strumenti avanzati come Circle to Search (Cerchia e Cerca) e l’assistente Gemini Live nativamente integrati, generalmente riservati a modelli più costosi.
Esiste tuttavia un rovescio della medaglia, ovvero i soliti bloatware che, sin dal primo avvio, ci mettono di fronte ad una quantità eccessiva di applicazioni e giochi di terze parti preinstallati, una scelta commerciale necessaria per abbattere il prezzo di listino ma che compromette la pulizia del sistema “out-of-the-box”. Sul fronte del supporto a lungo termine, la politica di Xiaomi è in linea con le aspettative del mercato entry-level: sono garantiti 2 anni di aggiornamenti del sistema operativo (fino ad Android 17) e 4 anni di patch di sicurezza, una copertura adeguata per il ciclo di vita medio di un prodotto come questo.
Fotocamera
Il comparto fotografico del Redmi 15 rispecchia fedelmente la sua natura di dispositivo entry-level: funzionale per scene di vita quotidiana, ma con evidenti limiti creativi. Il modulo posteriore, seppur alla vista possa ingannare per la conformazione estetica del camera bump, si affida interamente al sensore principale da 50 Megapixel. La seconda ottica, infatti, è un semplice sensore di profondità, mentre manca purtroppo un grandangolo, assenza che riduce la versatilità di scatto in molte situazioni.
In condizioni di luce ottimale, la fotocamera restituisce scatti “social-ready”: i colori sono vivaci e la gamma dinamica è sufficiente, sebbene l’algoritmo di elaborazione tenda talvolta a eccedere con la nitidezza artificiale (oversharpening) o, al contrario, a impastare i dettagli fini, restituendo immagini che sembrano leggermente fuori fuoco se osservate su schermi grandi. Anche lo zoom 2x, essendo puramente digitale, soffre di una perdita di definizione evidente. Buona la modalità ritratto, che scontorna i soggetti con precisione, anche se la gestione delle tonalità della pelle a volte risulta pallida o poco naturale.
Le criticità maggiori emergono al calare della luce e nel comparto video. Di sera, il sensore fatica nella messa a fuoco e il rumore digitale diventa visibile; inoltre, i tempi di elaborazione dello scatto si allungano, aumentando il rischio di ottenere immagini mosse se non si ha la mano ferma. La fotocamera frontale da 8 MP svolge il suo compito senza infamia e senza lode, garantendo selfie nitidi e videochiamate di qualità accettabile. Per quanto riguarda i video, la registrazione si ferma a 1080p a 30fps, ma la mancanza più grave è l’assenza di qualsiasi forma di stabilizzazione elettronica efficace: le riprese in movimento risultano tremolanti e difficilmente utilizzabili per scopi che vadano oltre una rapida condivisione su WhatsApp.
Autonomia
L’autonomia è senza dubbio il comparto in cui questo Redmi 15 fa meglio, grazie all’adozione di una batteria da 7.000 mAh con tecnologia al silicio-carbonio che consente al dispositivo di ridefinire gli standard di durata nella fascia media. Nell’uso quotidiano, questo si traduce nel superare agevolmente i due giorni pieni di attività, eliminando completamente l’ansia da ricarica anche durante le giornate più intense.
Il compromesso necessario è nei tempi di ricarica: il supporto alla ricarica rapida da 33W, seppur standard per la categoria, fatica a riempire velocemente una capacità così elevata e per un ciclo completo (0-100%) è necessaria poco più di un’ora e mezza. Molto apprezzabile, invece, la presenza della ricarica inversa a 18W via cavo, che permette di trasformare lo smartphone in un power bank d’emergenza per alimentare cuffie o altri dispositivi.
Prezzo e considerazioni
Il verdetto sul Redmi 15 non può non dipendere dal prezzo, che si rivela essere la vera “killer feature” insieme alla batteria. Xiaomi ha posizionato il dispositivo a 139 euro per la versione 6/128GB e a soli 149 euro per quella da 8/256GB. Tuttavia lo street price è ancora più aggressivo, con cifre che scendono spesso sotto la soglia psicologica dei 100 euro.
A queste cifre, la prospettiva cambia radicalmente. I limiti evidenziati, come un comparto fotografico basilare, l’assenza dell’audio stereo o un processore non di ultima generazione, diventano compromessi assolutamente accettabili, se non addirittura trascurabili, di fronte a ciò che viene offerto: un display enorme e una batteria da 7.000 mAh che garantisce un’autonomia impensabile per quasi tutti i diretti competitor sul mercato.
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