Dopo aver avuto modo di provarlo per settimane nella sua variante classica, oggi parliamo di OPPO Find X Lamborghini Edition, la variante di lusso del top di gamma tanto agognato in questo 2018. Alla “modica” cifra di 1699€ lo smartphone propone una dotazione più ricca e completa, oltre ad una scheda tecnica di tutto rispetto, comprensiva di ben 512 GB di storage e la portentosa ricarica rapida Super VOOC. Ve ne parliamo più nel dettaglio nella nostra recensione.
Recensione OPPO Find X Lamborghini Edition
Unboxing
La confezione si presenta più curata ed ampia rispetto alla versione standard, con ben impresso il logo “Lamborghini” sopra di essa. Al suo interno troviamo la seguente dotazione:
- OPPO Find X Lamborghini Edition;
- caricatore Super VOOC da 50W;
- cavo in tessuto intrecciato USB / USB Type-C;
- cuffie wireless OPPO O-Free;
- cover in silicone Lamborghini;
- adattatore USB Type-C / mini-jack;
- panno per la pulizia;
- spilletta slot SIM;
- manualistica in inglese.
Design e qualità costruttiva
OPPO Find X è uno di quegli smartphone di cui si avverte la bontà costruttiva non appena lo si impugna. È indubbiamente un oggetto “speciale” dal punto di vista estetico ed ingegneristico, così come lo fu il primo Xiaomi Mi MIX. La scocca in metallo è racchiusa in un corpo dalla struttura continua, interamente in vetro 3D con protezione Gorilla Glass 5.
Questo effetto unibody è ulteriormente accentuato dalla fotocamera Stealth a scomparsa, così come dall’assenza del lettore d’impronte. L’impressione al tatto è quella di un sasso egualmente levigato ambo i lati. Più che apprezzabili, poi, sono quei dettagli come l’incavatura del frame superiore ed inferiore. Il retro ha un look total black con delle (fin troppo) leggere finiture in stile fibra di carbonio. A questa finitura, però, continuo a preferire la colorazione Bordeaux Red, così come quella Ice Blue.
Le dimensioni sono di 156.7 x 74.2 x 9.6 mm per un peso di 186 g, un ingombro non troppo esagerato, soprattutto in virtù dell’ampiezza dello schermo. C’è comunque una modalità ad 1 mano, attivabile tramite i toggles rapidi. Occhio, però, all’effetto saponetta (e al conseguente infarto) una volta poggiato su una superficie piana leggermente inclinata.
Sblocco del dispositivo
Ebbene sì, questo OPPO Find X è il primo smartphone di fascia alta a rinunciare al sensore ID in favore del più futuristico riconoscimento facciale. Ma non si tratta di una semplice scansione bidimensionale, come avviene ormai sulla quasi totalità degli smartphone, bensì una scansione del volto 3D. Questo grazie al comparto hardware dedicato con tecnologia a luce strutturale 3D, con ben 15.000 punti di scansione ed un tasso di errore di uno su un milione.
Il tutto si traduce in un funzionamento pressoché perfetto: lo sblocco va sempre a segno, anche al buio più totale (e con la luminosità del display al minimo). Ed in maniera piuttosto rapida, visto che il meccanismo a scomparsa è sempre reattivo e rapido nell’azionarsi. È possibile scegliere se azionarlo facendo swipe in alto quando lo schermo è acceso oppure premendo il tasto Power.
Da segnalare che c’è un sensore di gravità (in tutti i sensi) che, nel caso lo smartphone stia cadendo, aziona il meccanismo di auto-retrazione per proteggere il modulo. Tuttavia, c’è da segnalare un aspetto un po’ fastidioso, ovvero l’impossibilità di sfruttare questo sblocco facciale per avere accesso ad app solitamente protette tramite impronta, come Paypal o software bancari.
Display
Frontalmente il protagonista è il bellissimo display Panoramic Arc Screen, una vera delizia per gli occhi. Nello specifico, si tratta di un pannello da 6.4 pollici Full HD+ (2340 x 1080 pixel), rapporto in 19.5:9 e densità di 401 PPI. Grazie all’ottimo lavoro svolto da OPPO, la screen-to-body ratio del 93.8% è al top del settore e anche la cornice inferiore è quasi ridotta al minimo, praticamente uguale a quella di iPhone X.
Grazie alla tecnologia OLED, con copertura NTSC del 97% e supporto DCI-P3, la qualità delle immagini è ottima, con una buona taratura del pannello. Tramite le impostazioni è possibile regolare la temperatura del bianco, oltre ad attivare la modalità Notturna. La luminosità massima si aggira attorno ai 450 nits, un valore non record ma risultando comunque leggibile anche all’aperto, grazie all’elevato contrasto.
Il feeling in mano è molto piacevole, visto che abbiamo uno schermo con curvatura Dual Edge. Le curve laterali non sono soltanto estetiche, visto che integrano gestures per abilitare lo split screen o switchare fra le app in esecuzione. Non c’è il LED di notifica: al suo posto c’è un’animazione di luce che scorre lungo i bordi curvi per qualche secondo. C’è anche l’Always-on Display, con orario e data ma niente notifiche integrate.
Hardware e prestazioni
La configurazione hardware di OPPO Find X Lamborghini Edition è al top del settore. Le performances sono garantite dallo Snapdragon 845 di Qualcomm, SoC a 10 nm che include una CPU octa-core che si spingo fino a 2.8 GHz. Questa è affiancata da 8 GB di RAM LPDDR4X-1866 dual channel e ben 512 GB di storage interno UFS 2.1 non espandibile (467 GB a disposizione).
Inutile dire che, con questa dotazione, l’utilizzo quotidiano non è affatto un problema. Muoversi fra i vari menu è un gioco da ragazzi e non si avvertono rallentamenti, visto anche quanto arduo sia saturare un quantitativo di memoria del genere. Senza considerare, poi, la GPU Adreno 630, una scheda grafica in grado di far girare titoli come PUBG e Asphalt 8 a dettagli alti mantenendo un frame rate elevato. C’è anche lo Spazio Gioco, una piccola suite dedicata che raggruppa i giochi installati e permette di ottimizzare le prestazioni e bloccare le notifiche.
Anche se non abbiamo particolari sistemi di raffreddamento, le temperature rimangono sempre nella media, senza mai scaldare particolarmente. In casi di forte stress, con benchmark e sessioni prolungate di gioco, i picchi raggiungono 75/77°C ma il vetro offre una buona dispersione.
Benchmark
Qualità foto / video
Il meccanismo a scomparsa cela l’intero comparto fotografico, posteriormente rappresentato da una coppia di sensori da 16+20 mega-pixel con apertura f/2.0-2.0. Il sensore principale è un Sony IMX519 con pixel da 1.22 µm e stabilizzazione OIS, mentre il secondario è un Sony IMX376K con pixel da 1.0 µm. Quest’ultimo viene utilizzato unicamente per acquisire la profondità e realizzare scatti con effetto bokeh (di buona fattura). Dovrebbe servire anche in fase notturna, ma tutti gli scatti che ho realizzato di sera o notte sono comunque a 16 mega-pixel.
Parlando di software, sono abilitate le Camera2 API, perciò è possibile installare la GCam. Dopo vari tentativi ho trovato un APK funzionante, ma i risultati sono peggiori rispetto a quella stock. L’interfaccia di default non mi fa impazzire: non è mal realizzata, ma ci sono alcune traduzioni grossolane (“Movimento lento” anziché “Slow-motion”) e le modalità potevano essere maggiormente raggruppate.
Comunque ci sono i filtri cromatici, il filtro Bellezza, il toggle per Google Lens e per lo zoom digitale 2X. C’è anche il riconoscimento della scena (disattivabile) ma non l’ho trovato molto impattante sugli scatti. La modalità manuale permette di agire sui seguenti parametri: bilanciamento del bianco, valore e tempo di esposizione, ISO e messa a fuoco.
SAMPLE DIMENSIONI ORIGINALI (Google Drive)
Detto ciò, gli scatti realizzati in situazione diurna sono il più delle volte soddisfacenti, con un livello di dettaglio ben equilibrato, non esagerato via software. Anche con luci a sfavore il sistema valorizza i colori, con tonalità il giusto sature e senza strane tendenze cromatiche. Ed anche se non abbiamo un teleobiettivo, lo zoom non è niente male, preservando sufficientemente i dettagli. Tuttavia, non si può non notare una tendenza alla sovraesposizione, soprattutto quando si va a scattare in HDR (c’è anche l’Auto HDR).
Passando alla fase notturna, l’apertura focale f/2.0 non permette di far entrare molta luce. Grazie alla stabilizzazione si ottengono scatti comunque più che decenti, ma in quanto a luminosità si poteva fare certamente di più. Probabilmente il software non aiuta, così come per la selfie camera. Per quanto si abbiano a disposizione ben 25 mega-pixel f/2.0, gli scatti presentano dettagli nella media, sì buoni ma non al top, soprattutto di notte dove non è difficile ottenere micro-mossi o sovraesposte. Di livello superiore, invece, è l’effetto HDR per i selfie, da sempre asso nella manico in casa OPPO.
Da segnalare che, grazie al comparto dedicato allo sblocco facciale, è possibile effettuare un modello 3Ddel volto ed applicare alcune modifiche a zigomi, naso ecc. Una volta salvato il tutto, avremo un preset Bellezza personalizzato da applicare ai propri autoscatti. Inoltre, in modalità Selfie Portrait ci sono vari tipi di illuminazione da scegliere e con le Omoji 3D è possibile ricreare un avatar sfruttando i propri movimenti, anche se i risultati non sono precisissimi.
Per quanto riguarda i video, registrabili anche in H.265, in 4K non c’è molta stabilizzazione mentre in Full HD interviene la stabilizzazione ottica ed elettronica, leggermente a discapito dei dettagli, che si perdono un po’ nei movimenti. Ma comunque colori e luci vengono gestiti mediamente bene ed anche le clip con la fotocamera frontale sono decisamente buone.
Connettività e audio
Molto buono il comparto connettività, con carrellino dual SIM LTE e supporto alla banda 20. Anche nelle zone meno coperte dal segnale ho pressoché sempre agganciato il 4G senza problemi di segnale o velocità dati. Stessa cosa per il Wi-Fi ac Dual Band, con buoni valori di connessione. Abbiamo poi Bluetooth 5.0, utilizzato per tenere in sync la Mi Band 3 e le cuffie O-Free, e la navigazione GPS risulta precisa e reattiva.
Non abbiamo né lo speaker stereo né l’ingresso mini-jack, ma l’audio che fuoriesce dallo speaker mono inferiore e dalla porta USB Type-C è comunque molto buono. C’è anche un equalizzatore per modificare il suono secondo il proprio gusto.
OPPO O-Free
A proposito di audio, la variante Lamborghini offre in bundle le cuffie true wireless OPPO O-Free. Ottima la connettività: basterà aprire il guscio di ricarica/trasporto per avviare il pairing automatico con OPPO Find X e veder comparire la tendina con i livelli di batteria della dock e delle singole cuffie. È presente un sensore di prossimità, il quale mette automaticamente in Play/Pausa la riproduzione musicale.
Sono anche presenti delle gestures tramite tasto virtuale. Con un doppio tap sulle cuffie si va alla traccia successiva/precedente oppure si risponde/attacca una chiamata telefonica. Tenendo premuto, invece, si attiva Google Assistant.
Non sono un amante delle cuffie non in-ear: le trovo più facili da perdere, soprattutto quando sono senza alcun cavo, e con un’indossabilità meno buona, per quanto sia un parametro più soggettivo. Ma la qualità audio è buona, godendo anche di un doppio sfogo per la fuoriuscita sonora, così come quella microfonica. Tuttavia, le chiamate si sentono solo dalla cuffia destra. La batteria integrata permette circa 3/4 ore di durata, mentre la dock consente 4 ricariche complete.
Software
Come spesso accade con questa tipologia di dispositivi, il software è un aspetto piuttosto polarizzante. L’interfaccia ColorOS 5.1 basata su Android 8.1 Oreo, con patch di agosto, propone un’estetica che potrebbe non piacere a tutti e non ha il drawer. Tuttavia, a differenza della ROM asiatica, qua è possibile installare launcher alternativi. Nel mio caso ho utilizzato Nova Launcher Prime senza problemi, salvo due crash random negli scorsi giorni. Altra cosa gradita è la certificazione Widevine L1, in modo da poter fare streaming video su Netflix e simili anche in HD/Full HD. E le notifiche arrivano senza grossi patemi, salvo quando si va in modalità di risparmio energetico.
Un’utilità della ColorOS è il Full Screen Multitasking, funzione che aggiunge una barra laterale quando si utilizza un’app a tutto schermo in orizzontale, per esempio con i giochi o YouTube. Qua vediamo 5 icone relative a SMS, WhatsApp e Messenger (per poterle aprire in una finestra flottante) e screenshot e blocco notifiche come shortcuts.
Rispetto alla ROM cinese, però, ci sono delle mancanze, ovvero l’assenza dello store dei Temi (ce ne sono soltanto 2) e delle gestures full screen, sostituite dai tasti a schermo nascondibili. Ci sono comunque altre gestures, fra cui il raise up to wake, lo screenshot a 3 dita e per gestire le chiamate. Rimane, invece, l’Assistente Intelligente, una schermata alla sinistra della home da cui consultare meteo, contatti preferiti, contapassi e funzioni veloci. Con il Clona App è possibile avere due istanze di Facebook, Messenger, Instagram, Telegram e WhatsApp.
Autonomia
Anche se il software non indica le ore di schermo (e le app di terze parti non si sono rivelate affidabili), OPPO Find X offre una discreta autonomia. Con un utilizzo medio, fatto di 4G e Wi-Fi, social e 3 mail in push, streaming audio/video e un po’ di gaming si ottengono circa 5/6 ore di display su una base di circa 12/13 ore di utilizzo.
Ma l’aspetto portentoso lo si trova nella ricarica Super VOOC. Grazie al generoso caricatore EU da ben 10V 5A, per un totale di 50W di picco, è possibile ricaricare la batteria da 3400 mAh dallo 0% al 100% in soltanto 35 minuti. Un risultato al momento imbattuto nel settore degli smartphone.
Recensione OPPO Find X Lamborghini Edition – Conclusioni e prezzo
OPPO Find X Lamborghini Edition riconferma le mie impressioni positive maturate nelle scorse settimane con OPPO Find X standard. Certo, il prezzo di 1699€ è oggettivamente alto, ma d’altronde stiamo parlando di una variante particolare, un po’ come può essere la variante top del Galaxy Note 9 o un Huawei Mate Porsche Design.
Si paga anche il brand ed in questo caso stiamo parlando di un telefono particolare ed unico nella sua estetica e nelle sue funzionalità, senza contare che qua abbiamo 512 GB di memoria, una ricarica ultra-rapida, una confezione che comprende anche delle buone cuffie wireless e, cosa da non sottovalutare, l’acquisto è accompagnato gratuitamente dalla OPPO Care, una garanzia aggiuntiva che porta la copertura da 2 a 3 anni e in più include la sostituzione gratuita del display e del vetro posteriore.