Sebbene la maggior parte dei dispositivi flagship, e persino molti medio-gamma, si siano ormai assestati sullo standard dei 120 Hz, alcuni brand orientati al gaming stanno cercando di spostare l’asticella sempre più in alto.
Fino a oggi, il tetto massimo sembrava essere fissato a 165 Hz, appannaggio di dispositivi di nicchia come quelli prodotti da RedMagic, Nubia e, più recentemente, il OnePlus 15.
Tuttavia, nuove indiscrezioni suggeriscono che Honor sia pronta a infrangere questo limite, lavorando su un dispositivo che potrebbe superare ogni record di fluidità su un dispositivo mobile.
Honor prepara uno smartphone con display a 185 Hz
Secondo quanto riportato dal noto e affidabile informatore Digital Chat Station, Honor sta attivamente testando in Cina un nuovo smartphone dotato di specifiche dello schermo senza precedenti. Il dispositivo in fase di collaudo monterebbe un pannello con una risoluzione 1,5K e un refresh rate che raggiunge l’incredibile cifra di 185 Hz.
Per mettere questo dato in prospettiva, basti pensare che l’attuale standard di eccellenza di Apple, presente sui modelli Pro Max, si ferma a 120 Hz. Anche il recente OnePlus 15, lodato per le sue prestazioni gaming, si ferma a 165 Hz. Se il rumor dovesse concretizzarsi, Honor si posizionerebbe da sola in vetta alla classifica per la velocità pura del pannello.
Ma cosa significa, in termini pratici, passare da 120 Hz o 165 Hz a 185 Hz? Tecnicamente, un refresh rate più alto si traduce in un aggiornamento più frequente dell’immagine sullo schermo. Questo genera un movimento più fluido delle animazioni e riduce l’affaticamento visivo durante sessioni prolungate. Sulla carta, l’esperienza utente dovrebbe risultare “più fluida” e reattiva.
L’ostacolo fondamentale: l’ottimizzazione software
La vera sfida non è tanto costruire un pannello veloce, quanto trovare applicazioni in grado di sfruttarlo. Come dimostrato dall’esperienza con il OnePlus 15, uno smartphone può supportare frequenze elevate nell’interfaccia utente (UI), ma non appena si apre un’applicazione non ottimizzata, il sistema scala automaticamente verso il basso (spesso tornando ai classici 60 Hz o 120 Hz) per garantire stabilità.
Attualmente, l’ecosistema Android offre un numero molto limitato di titoli capaci di spingersi oltre i 144 Hz o 165 Hz. Anche con un hardware capace di toccare i 185 Hz, l’utente potrebbe non notare differenze sostanziali se gli sviluppatori non aggiorneranno i loro giochi.
Se Honor lancerà questo dispositivo, il rischio è che i 185 Hz rimangano un esercizio di stile, una specifica impressionante sulla scheda tecnica che però si traduce in un comportamento simile a un pannello da 120 Hz nell’uso quotidiano, a meno di un massiccio supporto da parte delle software house.
Il prezzo della velocità
Spingere un display a queste frequenze comporta costi non indifferenti in termini di efficienza energetica. Più alto è il numero di aggiornamenti al secondo, maggiore è il consumo della batteria.
Inoltre, il carico di lavoro aggiuntivo sulla GPU per renderizzare così tanti frame al secondo può portare il dispositivo a scaldare notevolmente.
Esiste un limite pratico oltre il quale l’occhio umano fatica a percepire miglioramenti tangibili, mentre la batteria ne risente pesantemente.
Resta da vedere come Honor intenda bilanciare questa potenza estrema con l’autonomia, magari attraverso l’utilizzo di tecnologie LTPO avanzate per variare la frequenza in modo dinamico.
