Sono passati tre mesi dalla nostra recensione del nuovo Xiaomi 12 Pro, il nuovo top di gamma del colosso cinese che, quando l’abbiamo ricevuto in prova, non era ancora in vendita in Italia. Ebbene, dopo qualche mese di attesa Xiaomi 12 Pro è arrivato ufficialmente anche da noi nella sua versione Global, ossia con una rom molto diversa rispetto a quella cinese con cui abbiamo stressato lo smartphone ormai un po’ di tempo fa.
Ed ogni promessa e debito: nella recensione dello Xiaomi 12 Pro abbiamo sottolineato più volte che il dispositivo in nostro possesso aveva sì i servizi di Google, ma sulla ROM Cina, anticipandovi che una volta disponibile nella versione Global avremmo testato nuovamente alcune delle sue caratteristiche fondamentali.
Quindi no, questa non è la recensione dello Xiaomi 12 Pro ma, dopo l’ultimo aggiornamento con le patch di sicurezza di Aprile 2022, è giunta l’ora di vedere quali sono le differenze – reali – tra la rom Cina e la rom Global, in modo da riuscire a capire se l’azienda è riuscita a risolvere o migliorare alcuni punti che potrebbero essere stati influenzati dalle diverse versioni del sistema operativo: fotocamera, batteria, prestazioni e surriscaldamento e gestione del sensore di prossimità.
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3 mesi con Xiaomi 12 Pro: cosa cambia tra la versione Global e quella Cina
Fotocamera
Iniziamo questa sorta di “confronto” parlando di fotocamera, perché è pur vero che dal punto di vista hardware le due versioni sono assolutamente identiche, ma cambiando la versione della ROM potrebbe cambiare a sua volta tutto il sistema di elaborazione delle immagini e tutto ciò che sta dietro alla lunga sfilza di funzionalità legate alla fotografia computazionale dello smartphone.
Ma prima, facciamo un riassunto delle caratteristiche relative al comparto fotocamere dello Xiaomi 12 Pro: nel nuovo top di gamma del brand sono stati integrati tre sensori con la stessa risoluzione (cioè, da 50 megapixel) che, però, sono tecnicamente molto diversi tra loro.
La fotocamera principale però è l’unica a mostrare davvero i muscoli: utilizza il nuovo sensore Sony IMX707, ed è affiancata da un ultra-grandangolare ed uno zoom 2x entrambe con un sensore JN1.
E verrò subito al punto: tra la versione Global dello Xiaomi 12 Pro e quella Cina, le differenze dal punto di vista dell’elaborazione dell’immagine sono decisamente poche. Tutto sommato insomma, nei nostri test abbiamo riscontrato fotografie qualitativamente molto simili, senza alcuna differenza sostanziale, soprattuto per quanto riguarda la fotocamera principale: è con questa fotocamera che lo Xiaomi 12 Pro continua a mostrare i muscoli, producendo tra le immagini con la migliore qualità della categoria, sia in condizioni di buona luminosità che con poca luce.
In realtà qualche passo in avanti l’azienda l’ha fatto. E lo ha fatto tentando di colmare quel divario qualitativo tra la fotocamera principale e le altre due, del quale vi ho parlato piuttosto approfonditamente nella recensione del dispositivo. In condizioni di buona luminosità, così come di notte, le immagini scattate con l’ultra grandangolare gestiscono meglio la gamma dinamica e sono caratterizzate da un rumore meglio gestito, ma le differenze più sostanziali si notano quando si scatta di notte con lo zoom ottico: con l’ultimo aggiornamento della ROM Global, l’azienda è riuscita a gestire meglio la gamma dinamica e la pastellatura delle foto scattate con poca luminosità utilizzando quest’ottica che, ricordiamolo, è stata l’unica a non convincermi tre anni fa.
Sia chiaro, purtroppo la lente poco luminosa dello zoom ottico tende a portare dei limiti fisici che difficilmente si possono superare con il software, ed effettivamente le cose sono sì migliorate, ma leggermente e con risultati che di certo non fanno gridare al miracolo. Ma va bene così, questo miglioramento è comunque un buon segno che sta a significare che il brand, sotto sotto (e anche se non lo ammetterà mai), è a conoscenza del “problema” ed è a lavoro per migliorare le cose.
In quanto a video non ho trovato alcuna differenza: il sistema di stabilizzazione elettronica era già buono nella versione cinese dello smartphone, ed anche la gestione della gamma dinamica ed il bilanciamento di tonalità a saturazione lo erano altrettanto: nello Xiaomi 12 Pro Global tutti i pregi (ed i difetti) della registrazione video trovano conferma di quanto visto con la ROM Cina.
Prestazioni e surriscaldamento – Xiaomi 12 Pro Global vs. Cina
Passiamo ora all’hardware e alla gestione del tanto “temuto” Snap 8 di 1 generazione: su “In Prova con Giz”, il nostro gruppo Telegram dove vi mostriamo tutti i backstage delle nostre recensioni, sono stati tanti gli utenti che ci hanno chiesto proprio se la questione “surriscaldamento” sia stata risolta nella versione Global dello Xiaomi 12 Pro, ma prima – come al solito – un breve recap delle caratteristiche tecniche.
Nello Xiaomi 12 Pro è stato utilizzato il nuovo Snapdragon 8 di prima generazione che, nel nostro sample, è affiancato da 8 GB di memoria RAM di tipo LPDDR5 e 128 GB di memoria interna di tipo UFS 3.1. Una configurazione da super top di gamma, che permette di svolgere praticamente tutte le operazioni possibili con uno smartphone, e lo fa al massimo della potenza.
Ma ormai sappiamo tutti che lo Snap 8 Gen 1 per quanto sia potente, soffre di un problema da non sottovalutare: il surriscaldamento. Ebbene, sarò conciso: anche Xiaomi 12 Pro Global si surriscalda parecchio, probabilmente più del modello cinese. Sia chiaro, smartphone con hardware identico dovrebbero garantire benchmark identici, ma ho voluto comunque rieseguire tutti i test proprio per cercare di capire se quelli di Xiaomi, con la ROM global, avessero cambiato qualcosa in quanto a gestione del processore. Ma andiamo con ordine.
Nel benchmark eseguito con GeekBench 5, i risultati ottenuti dallo Xiaomi 12 Pro Global sono pressoché identici a quelli che ottenemmo 3 mesi fa con la versione cinese. A dire il vero, la variante venduta in Italia ha ottenuto un punteggio leggermente superiore rispetto a quella cinese, ottenendo 1224 punti in single core (contro i 1180 della versione Cina) e 3524 punti in Multi-Core (contro i 3429 della versione Cina).
I 9560 punti ottenuti in 3D Mark con Xiaomi 12 Pro Cina ribaltano un po’ quanto visto in GeekBench, perché la versione Global ha ottenuto un punteggio di 9560 e la differenza si nota nel framerate medio: nel test, Xiaomi 12 Pro Global ha garantito una media di 57.30 FPS mentre la versione Cina ha superato i 60, arrivando a 60.70 FPS medi.
In PC Mark invece, il punteggio tra le due versioni è praticamente identico: Xiaomi 12 Pro Global ha ottenuto 13087 punti, contro i 13160 punti che abbiamo ottenuto dalla versione Cina.
Ed anche con AnTuTu questa similitudine in quanto a prestazioni numeriche trova conferma: Xiaomi 12 Pro Global ha ottenuto un punteggio di 969142, leggermente superiore dei 951145 ottenuti dalla versione cinese. In soldoni, in termini di prestazioni nude e crude non ci sono differenze sostanziali tra le due versioni dello smartphone.
Ciò che è cambiato però è il risultato dello stress test di AnTuTu, per un motivo molto semplice: le prime due volte che ho tentato di eseguire un test di 15 minuti, il dispositivo ha superato la temperatura di sicurezza, cosa che non era mai successa con la versione cinese dello smartphone.
Al terzo tentativo però, dopo aver spento il dispositivo per una mezz’ora per poi riaccenderlo ed eseguire il test, anche Xiaomi 12 Pro Global è riuscito a portarlo al termine, seppure avvicinandosi tantissimo alla temperatura di sicurezza che l’avrebbe bloccato. Ad ogni modo, dai grafici si può notare che le due versioni gestiscono le performance della CPU in maniera leggermente diversa: nella versione Cina, le prestazioni hanno dei picchi che scendono al di sotto dell’80%, mentre nella versione Global questo fenomeno non si presenta mai. Ed è proprio da questo che, probabilmente, derivano i problemi di esecuzione che ho riscontrato.
In soldoni sì, Xiaomi 12 Pro si conferma tra gli smartphone con Snap 8 Gen. 1 che si riscaldano di più, ed anche se quando si parla di benchmark generalmente si parla di numeri nudi e crudi e non di esperienza utente, va detto però che altri smartphone animati dallo stesso SoC, come il OnePlus 10 Pro (qui la recensione) o l’IQOO 9 Pro (qui la recensione) non hanno avuto gli stessi problemi dello Xiaomi.
Infine, anche la gestione della tecnologia LTPO 2.0 è la medesima che abbiamo visto nella versione cinese dello smartphone. E, sono sincero: speravo che con lo Xiaomi 12 Pro Global l’azienda trovasse un metodo per riuscire a scendere fino ad 1 Hz, cosa che non è successa.
Nonostante la tecnologia LTPO 2.0 sia in grado di gestire frequenze di aggiornamento variabili da 1 Hz a 120 Hz, anche con lo Xiaomi 12 Pro Global non sono mai riuscito a scendere al di sotto dei 10 Hz una frequenza che si ottiene solo se si imposta la luminosità al massimo: abbassandola, il refresh rate si ferma sui 60 Hz.
Batteria
In quanto a batteria, la 4600 mAH che anima lo Xiaomi 12 Pro, nella versione Global è riuscita a garantire un’autonomia leggermente superiore rispetto a quella cinese. Se ricordate, nella recensione dello Xiaomi 12 Pro pubblicata a Gennaio, sono riuscito ad utilizzare lo smartphone per poco meno di 5 ore di display acceso, con la luminosità automatica e lo schermo fisso sulla risoluzione maggiore e sui 120 Hz. Ebbene, con lo Xiaomi 12 Pro Global e con le stesse impostazioni sono riuscito a superare di poco le 5 ore e mezzo di display acceso.
Ora, è chiaro che le migliorie ci sono ma non sono rivoluzionarie e sì, 5 ore e mezzo di display acceso non sono poi un granché, ma abbassando la risoluzione ed attivando il refresh rate automatico, che sfrutta l’LTPO 2.0, l’autonomia può aumentare anche di un’oretta.
Ad ogni modo, le motivazioni di questa (seppur piccola) differenza in autonomia tra le due versioni sono presto dette: la ROM cinese è piena zeppa di bloatware ed applicazioni preinstallate dall’azienda che, volenti o nolenti, succhiano energia. Nella versione Global invece, la stragrande maggioranza di queste app non è installata, il che vuol dire che il consumo energetico diminuisce, seppure in forma piuttosto lieve.
Anche nella versione Global dello Xiaomi 12 Pro poi, è possibile scegliere se attivare o meno la ricarica ultra-rapida che, ricordiamolo, con i suoi 120w è in grado di garantire una ricarica completa in circa 18 minuti.
Sensore di prossimità
Arriviamo infine al sensore di prossimità, da anni il punto più dolente degli smartphone di Xiaomi. Ma prima un rapido recap: Xiaomi 12 Pro utilizza un nuovo sensore di prossimità, prodotto da Goodix, ma la triste realtà è che seppure le cose siano migliorate rispetto alle generazioni precedenti, il problema non è stato del tutto risolto.
Il sensore Goodix viene utilizzato generalmente per determinare al temperatura della luce ambientale, per gestire meglio il bilanciamento dei colori quando si effettuano selfie (eliminando i problemi relativi alla luminosità del display) e per altre funzionalità di questo tipo, e viene poi anche utilizzato come sensore di prossimità. Il problema però, è che anche con Xiaomi 12 Pro con ROM cinese abbiamo riscontrato alcune fastidiose limitazioni di questa tecnologia.
E le cose non cambiano con la versione Global dello smartphone perché, in primis, anche con questa versione il sensore di prossimità viene attivato solo quando lo smartphone è posizionato in posizione verticale o leggermente inclinata: il che vuol dire che sì, quando si telefona mentre si è in piedi o seduti il sistema si attiva, ma se ad esempio si è a letto con un orecchio appoggiato sul cuscino, inizierebbero ad esserci i primi problemi.
Devo ammettere però, che non ho mai riscontrato i soliti fastidi quando ho provato a telefonare con lo Xiaomi 12 Pro Global anche se, e questa è una cosa altrettanto fastidiosa, andando ad ascoltare dei messaggi vocali su Telegram o su WhatsApp, più volte mi sono ritrovato con la tendina delle notifiche abbassata, o in qualche particolare schermata del sistema operativo.
Quindi confermo quanto detto nella recensione di Gennaio: bene ma non benissimo. Spero che prima o poi Xiaomi si decida a cambiare tecnologia perché, parliamoci chiaro, di alternative più funzionali ce ne sono tante e questa storia inizia a infastidire un po’ tutti gli utenti del brand, sia esperti che inesperti.
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