Per analisti e giornalisti che seguono il settore tecnologico da oltre un decennio, l’annuncio di una “nuova era” per Windows su processori Arm ha suscitato un’unica, istintiva reazione: un profondo scetticismo.
Questo scetticismo non è causato da un pregiudizio, ma una cicatrice, formatasi attraverso molteplici fallimenti che hanno definito la travagliata relazione tra Microsoft e l’architettura Arm.
L’opinione diffusa, fino a poco tempo fa, era che qualsiasi tentativo di emulare l’ecosistema Windows x86 su Arm fosse destinato a un’esperienza d’uso di “Serie B”, se non a un completo insuccesso.
Oggi, invece, voglio parlarvi di come la recente storia abbia preso, per fortuna, una strada molto diversa.
Il mio primo laptop Snapdragon: com’è andata?
La storia di Windows su Arm
Il fantasma più ingombrante nella storia di Windows su piattaforma Arm è quello di Windows RT, lanciato insieme a Windows 8. Quella piattaforma fu un disastro.
Windows RT non era “Windows” nel senso che gli utenti si aspettavano: era un sistema operativo “monco”, incapace di eseguire la stragrande maggioranza delle applicazioni desktop x86 che costituivano l’intero valore dell’ecosistema Windows. Gli utenti si ritrovarono con un dispositivo (come il Surface RT) che assomigliava a un PC ma funzionava come un tablet limitato, circondato da un deserto software che ne decretò la rapida e inevitabile fine.
I tentativi successivi, seppur più evoluti, non riuscirono a sanare la frattura. Il Surface Pro X, ad esempio, ha introdotto l’emulazione, ma l’ha fatto in modo frammentario e inaffidabile. Inizialmente, il dispositivo supportava solo l’emulazione di applicazioni x86 a 32 bit.
Questo, in un’era in cui il software professionale (come la suite Adobe o le applicazioni di produttività avanzate) era già migrato da tempo allo standard a 64 bit (x64), rese il Pro X inutilizzabile per molti utenti.
Per anni la promessa di un’emulazione x64 è rimasta confinata nei canali “Insider” di Microsoft. Il problema fondamentale, tuttavia, andava oltre la semplice velocità di emulazione. L’architettura di Windows su Arm non era in grado di emulare i driver in modalità kernel. Questa limitazione tecnica aveva implicazioni devastanti per l’uso quotidiano.
Molte periferiche hardware USB specialistiche o di nicchia, che richiedono driver personalizzati, semplicemente non funzionavano. Gran parte dei software antivirus e delle suite di sicurezza di terze parti si basa su driver kernel-mode per funzionare, rendendoli incompatibili. Quasi tutti i moderni sistemi anti-cheat (come quelli usati da Valorant, Apex Legends o Call of Duty) operano a livello di kernel e, di conseguenza, si rifiutavano di funzionare, bloccando intere librerie di giochi.
Questo contesto storico spiega perché l’arrivo della piattaforma Snapdragon X (che comprende anche i modelli X Elite e X Plus) fosse atteso con tanta diffidenza.
Il problema non era l’architettura Arm in sé: Apple, con la sua transizione ai chip della serie M e l’emulatore Rosetta 2, aveva ampiamente dimostrato la superiorità dell’architettura in termini di efficienza e prestazioni. Il problema era la cronica sfiducia nella capacità di Microsoft di gestire la transizione software.
Per anni, l’esperienza di “Windows su Arm” non è stata definita da benchmark lenti, ma da una crudele incertezza: l’utente non poteva mai sapere se un’applicazione fondamentale per il proprio lavoro si sarebbe avviata, installata o se avrebbe funzionato correttamente.
Gli Snapdragon serie X, quindi, non dovevano solo essere veloci, dovevano essere, prima di tutto, affidabili. Qualcomm e Microsoft hanno lavorato sodo per risolvere gran parte di questi problemi.
Lenovo IdeaPad Slim 3X è stato il mio “paziente zero”
È con questo bagaglio di scetticismo che ho iniziato la mia prova. Qualcomm ci ha inviato un Lenovo IdeaPad Slim 3X, un portatile di fascia media pensato per il grande pubblico.
È importante sottolineare che non si tratta di un modello di punta: monta la versione Snapdragon X X1P-26-100, ovvero uno degli SKU di fascia più bassa della nuova lineup.
Questo dettaglio è fondamentale, così come il fatto che non avessi mai provato a fondo un altro PC Snapdragon recente (né X Elite né X Plus) al di fuori degli eventi di presentazione ufficiale. Mi aspettavo un’esperienza perlomeno costellata di piccoli compromessi, crash e messaggi di errore, ma sono stato fortunatamente smentito.
La piattaforma Snapdragon X ha tutte le carte in regola per il successo
L’hardware della serie Snapdragon X di Qualcomm è il ciò che sta rendendo possibile la transizione di Windows verso architetture Arm. E al centro di questo nuovo hardware non ci sono solo una CPU e un GPU, ma anche moltissime altre componenti specifiche tra cui spicca la NPU (Neural Processing Unit).
La piattaforma Snapdragon X, che include anche le famiglie X Elite e X Plus, segna un distacco netto dal passato. Abbandonando i core mobile modificati, Qualcomm introduce i suoi nuovi core CPU personalizzati chiamati “Oryon”.
Siamo quindi di fronte a un processore progettato su misura che, secondo i dati di Qualcomm, offre un aumento del 37% delle prestazioni della CPU rispetto ai concorrenti diretti (presumibilmente le offerte x86 di Intel e AMD), consumando fino al 54% di energia in meno. I benchmark confermano che questi chip competono finalmente ad armi pari con le controparti x86 anche nel segmento dei laptop premium.
Tuttavia, navigare la nuova lineup non è semplice. “Elite” e “Plus” sono nomi di famiglia che nascondono una grande varietà di SKU. Come menzionato, il mio dispositivo di prova utilizza lo SKU entry-level, lo Snapdragon X (X1P-26-100). Questo chip ha 8 core Oryon a 3,0 GHz e una GPU Adreno X1-45 con una potenza di calcolo di 1,7 TFLOPS.
Ecco una tabella riassuntiva che chiarisce brevemente la segmentazione della piattaforma, sebbene di X Elite e X Plus esistano molte più varianti:
| | SKU | Core CPU | Frequenza massima (Multi thread) | GPU (TFLOPS) | NPU (TOPS) |
| Snapdragon X Elite | X1E-84-100 | 12 | 3,8 GHz | 4,6 | 45 |
| Snapdragon X Plus | X1P-64-100 | 10 | 3,4 GHz | 3,8 | 45 |
| Snapdragon X (Base) | X1P-26-100 | 8 | 3,0 GHz | 1,7 | 45 |
Mentre le specifiche di CPU e GPU variano notevolmente tra i modelli, una specifica rimane costante: la NPU Hexagon. Ogni SKU della serie Snapdragon X, dal più potente X Elite fino al modello base che ho in prova, è equipaggiato con la medesima, potente NPU da 45 TOPS.
La rivoluzione del software e l’emulatore Prism
La vera sorpresa nell’utilizzo di un laptop basato su Snapdragon X, però, non risiede (almeno non solo) nel silicio. Lo sforzo software coordinato tra Microsoft e Qualcomm, per la prima volta, affronta e risolve le carenze storiche della piattaforma. Il cambiamento più importante è quasi invisibile se non si va a cercare l’eccezione: l’ecosistema software è finalmente abbastanza maturo.
Il primo impatto positivo nell’usare un PC Copilot+ (Arm) moderno è scoprire quante applicazioni non necessitano più di emulazione. Microsoft afferma ora che il 90% dei minuti spesi dagli utenti su dispositivi Windows on Arm avviene all’interno di applicazioni compilate nativamente per Arm64. Questo dato, da solo, porta a una narrativa completamente diversa rispetto a ciò che aveva “ucciso” Windows RT.
L’impatto sull’esperienza utente è immediato, le applicazioni più critiche per il flusso di lavoro quotidiano sono ora native. L’elenco include la stragrande maggioranza dei browser web: Google Chrome, Mozilla Firefox, Microsoft Edge, Brave e Vivaldi sono tutti disponibili come binari Arm64.
Ma la migrazione non si è fermata ovviamente ai browser, si estende a un numero crescente di applicazioni di produttività, media, social e, significativamente, a software professionali pesanti. Applicazioni come Adobe Photoshop, DaVinci Resolve, la suite Microsoft 365, Zoom, Spotify e molte altre girano ora nativamente.
Per tutto ciò che non è ancora nativo, entra in gioco la seconda e forse più importante novità: l’emulatore Prism. Introdotto con l’aggiornamento Windows 11 24H2, Prism è il nuovo traduttore just-in-time (JIT) che compila blocchi di codice x64 in istruzioni Arm64.
Questo non è il vecchio emulatorelento e pieno di bug del Surface Pro X. Prism è, a tutti gli effetti, la “Rosetta 2” di Microsoft: un livello di traduzione così performante da diventare, nella maggior parte dei casi, trasparente per l’utente. Prism non solo supporta finalmente l’emulazione x64 in modo stabile, ma è anche molto veloce.
Software x64 notoriamente pesanti girano sotto emulazionePrism con una fluidità tale da sembrare nativi.
Questa non è solo teoria, è stata la mia più grande sorpresa. Partivo preparato al peggio, pensando di incontrare molti più problemi di compatibilità. Invece, quasi tutte le app che uso quotidianamente per lavoro (Lightroom, Photoshop, Chrome, Spark) sono già disponibili in versione Arm nativa e girano senza incertezze.
E per quelle che ancora non lo sono, come il “vecchio” Lightroom Classic, l’emulazione si è dimostrata eccellente: l’applicazione funziona molto bene, senza i lag o i crash che temevo.
L’esperienza d’uso vera e propria
Ma cosa significa tutto questo nell’uso reale, quotidiano, su una macchina come l’IdeaPad Slim 3X? L’esperienza è un mix di piacevoli sorprese e di limiti prevedibili.
Trattandosi di un portatile di fascia media non mi aspettavo materiali pregiati, e non sono stato smentito, ma Lenovo ha fatto un ottimo lavoro. Il portatile è solido, ben assemblato e non è né ingombrante né pesante.
La dotazione di porte è eccellente e, francamente, migliore di quella di molti PC di fascia alta: troviamo due porte USB Tipo-A, una USB Tipo-C che gestisce anche la ricarica (nonostante sia incluso in confezione un alimentatore proprietario), un’uscita HDMI, un lettore di schede SD full-size e persino il jack audio. Per chi lavora, è una dotazione completa che non richiede adattatori.
Per lavoro scrivo tutto il giorno, e la tastiera è forse l’aspetto che mi ha colpito di più: è semplicemente ottima. Ha una corsa lunga, un feedback preciso e l’ho trovata estremamente comoda, anche dopo ore di digitazione.
L’unico vero punto debole dell’hardware, se così vogliamo chiamarlo, è il touchpad. È in plastica, non in vetro, e spesso tende a rallentare le attività per via della maggiore frizione con il dito. Se siete degli utenti con grande “memoria muscolare” per le operazioni che fate più spesso, soprattutto click+trascinamenti, tenetelo a mente. Detto questo, il resto del suo funzionamento è impeccabile, le gesture con più dita sono sempre precise e veloci.
Il displayè sufficientemente brillante per lavorare anche in ambienti discretamente luminosi (non all’aperto in battuta di sole), anche se non è uno dei pannelli più accecanti sul mercato. Ma il vero miracolo di questo PC si rivela in altri due aspetti: primo, il computer non scalda grazie a un TDP del processore di soli 25W; secondo, le ventole si sentono a malapena, e solo durante i carichi di lavoro più estremi.
E la caratteristica che, da sola, fa la differenza e giustifica l’adozione della piattaforma Snapdragon X è l’incredibile durata della batteria. È un cambiamento pesante e percepibile rispetto al mondo x86. Finalmente si può uscire di casa al mattino senza l’ansia di dover portare con sé l’alimentatore. L’efficienza energetica della CPU Oryon permette di lavorare un’intera giornata senza problemi.
Anche la ricarica è molto rapida, completando il quadro di un dispositivo veramente “mobile”. Dettaglio non trascurabile, potete ricaricare questo IdeaPad anche con il caricabatterie del vostro smartphone (se abbastanza recente), risparmiandovi spazio in borsa o in valigia.
E le prestazioni? Il gaming non è ancora un’opzione, purtroppo. I giochi non sono chiaramente il focus di questo modello. La GPU non è abbastanza potente e mancano anche alcune istruzioni specifiche nella CPU. Quasi tutti i titoli che ho provato (come Crysis Remastered, Cyberpunk 2077, Control e Anno 1800) si sono avviati, ma con evidenti problemi grafici o prestazioni del tutto insufficienti. Lo voglio però ribadire, questa non è una macchina da gaming.
Se non è assolutamente una macchina dedicata ai videogiocatori, è però perfetta per il lavoro e per i flussi creativi basati su immagini, anche pesanti.
Lavoro con una Sony Alpha 7C II e il PC gestisce i file RAW senza alcun problema, con una reattività che ho trovato superiore a quella di altri PC Windows con CPU x86 dal prezzo simile che ho provato in passato. Il display OLED è abbastanza accurato da non avermi mai causato problemi nella gestione dei colori.
L’editing video è possibile, ma solo per progetti piccoli, social o amatoriali. Non è un computer su cui si può montare un cortometraggio o un video YouTube complesso.
L’esperienza Copilot+ PC
Grazie alla potente NPU, anche questo modello base è un Copilot+ PC a tutti gli effetti e può eseguire localmente l’intera suite di nuove funzioni AI di Windows:
- Cocreator in Microsoft Paint: L’utente crea uno schizzo e, tramite prompt testuali, la NPU genera in tempo reale un’immagine complessa, permettendo di affinare la creazione
- Windows Studio Effects: Funzionalità dedicate alle videochiamate, come la sfocatura dello sfondo, l’inquadratura automatica e il contatto visivo, sono gestite interamente dalla NPU per risparmiare batteria
- Sottotitoli Live: La funzione forse più utile. Il sistema sottotitola qualsiasi audio e può tradurre in tempo reale da oltre 40 lingue diverse in sottotitoli in inglese
Nessuna analisi di un Copilot+ PC sarebbe però completa senza affrontare il colossale “autogol” di Microsoft: la potente e controversa funzione Recall. L’ho attivata per provarla: l’idea è interessante. Recall scatta continuamente screenshot di tutto ciò che l’utente fa sul PC, permettendo di “riavvolgere il tempo” e cercare visivamente cosa si sia visto o si abbia scritto.
I problemi, al lancio, erano gravi. Il principale era che la funzione registrava tutto indiscriminatamente, inclusa la digitazione di password e dati bancari, senza un’adeguata mascheratura. È anche stato rapidamente scoperto che il database SQLite in cui venivano memorizzati tutti questi screenshot non era crittografato e risiedeva in una cartella facilmente accessibile. La funzione è stata presentata come “opt-out” (abilitata per impostazione predefinita).
Posso dire con gioia che l’azienda di Redmond ha risolto la maggior parte di queste problematiche. Gli utenti dovrebbero comunque sempre essere consapevoli che attivando la funzione i propri dati vengono scansionati e analizzati. L’inciampo di Recall ha avuto l’effetto collaterale di oscurare la notizia più importante: la piattaforma Windows su ARMfinalmente funziona, e anche molto bene.
La strada per la prossima generazione è spianata
L’esperienza d’uso offerta da questo laptop Snapdragon X di Lenovo si è rivelata decisamente migliore di quanto pensassi.
L’app gap è stato di fatto risolto. Lo so, non al 100%, ma ora non venite a dirmi che un oscuro pezzo di software del ’98 e utilizzato solo in Tajikistan non funziona. I programmi più utilizzati dalla stragrande maggioranza delle persone ci sono e funzionano molto bene.
L’hardware è competitivo anche nella sua versione più limitata. L’esperienza d’uso è ottima e, di conseguenza, anche un dispositivo di fascia media come l’IdeaPad Slim 3X offre prestazioni più che buone per la produttività, un’eccellente gestione termica e l’accesso a utili funzioni AI locali.
Questo non significa che la piattaforma sia già perfetta. I giocatori e i professionisti che utilizzano programmi specifici e critici dovrebbero aspettare ancora.
Per la stragrande maggioranza degli utenti, invece, la combinazione di prestazioni, compatibilità software e, soprattutto, una durata della batteria che vi farà dimenticare di poterla scaricare, rende i laptop Snapdragon X la prima, vera e praticabile alternativa ARM nel mondo Windows.
Ora la palla è di nuovo nel campo di Qualcomm, che ha presentato di recente la nuova generazione di questi SoC che troverà spazio nei modelli di laptop del 2026. Ero presente all’evento di lancio di Snapdragon X2 Elite e X2 Elite Extreme, ho provato i prototipi e posso dire che non vedo l’ora di mettere le mani su un dispositivo commerciale che li integri.
La transizione dalle piattaforme x86 non è stata indolore, ma il peggio è passatoe il futuro è luminoso.
