Quando lo scorso anno abbiamo recensito lo Xiaomi 14 Ultra (qui la recensione), abbiamo sottolineato quanto il lavoro messo a punto con Leica avesse contribuito a rendere l’ultra-premium phone del brand quasi “una fotocamera con uno smartphone integrato” e non viceversa. Una strada ben chiara intrapresa dall’azienda cinese che, con il nuovo Xiaomi 15 Ultra, diventa ancora più marcata e sottolinea quanto con uno smartphone del genere ci si trova in tasca un prodotto nato per i fotografi, e che potrebbe essere quasi considerato come un reale sostituto alle fotocamere compatte.
Sin dal primo giorno in cui ho potuto testare il nuovo top di gamma di Xiaomi, ho subito avuto la sensazione che si trattasse dell’apice di un percorso nato con lo Xiaomi 13 Ultra (qui la recensione), che è stato stravolto dal punto di vista sensoristico nello Xiaomi 14 Ultra, e che con il 15 Ultra raggiunge probabilmente il massimo della resa possibile nei limiti dello spazio di uno smartphone.
Sia chiaro, Xiaomi 15 Ultra non è solo fotografia, è uno smartphone top di gamma a tutti gli effetti e no, non è un dispositivo perfetto. Nulla è stato stravolto rispetto alla generazione precedente, e questo ha reso possibile al brand di mettere a disposizione dei suoi utenti un prodotto più maturo, più ottimizzato che sì, si rivolge agli amanti della fotografia, ma al contempo si rivolge anche a tutte quelle persone che vogliono il massimo da un dispositivo mobile. Con tutti i suoi pro ed i suoi contro.
Recensione Xiaomi 15 Ultra: non è un cameraphone, ma una fotocamera compatta
Videorecensione Xiaomi 15 Ultra
Fotocamere
Come tradizione vuole e come ogni volta che parliamo dell’Ultra di Xiaomi, partiamo con il comparto delle fotocamere. La vera novità arriva dal teleobiettivo da 100 mm nativo che utilizza un sensore Samsung HP9 da 1/1.4”, ed è una cosa non da poco considerando che si tratta comunque di una fotocamera che è stata integrata in uno smartphone che, per quanto sia di dimensioni generose, ha comunque il limite fisico dello spazio disponibile. Ed è proprio questo fattore, ossia quello della gestione dello spazio, che ha fatto perdere allo Xiaomi 15 Ultra il sistema di diaframma regolabile che abbiamo visto nelle generazioni precedenti.
La fotocamera principale continua ad utilizzare un sensore LYT-900 da 1” con 14 ev di gamma dinamica ed una risoluzione da 50 megapixel, e se lo zoom 3x (70mm equivalenti) f/1.8 continua ad essere lo stesso dell’anno scorso, cambia anche il sensore dell’ultra-wide che (sulla carta) fa un piccolo passo indietro: si passa dal Sony IMX858 da 50 megapixel al Samsung JN5 che ha pixel più piccoli ed un field-of-view da 14 mm e non più da 13 mm. E sì, è lo stesso identico sensore che samsung ha utilizzato sull’S25 Ultra (qui la recensione) e che potrebbe essere considerato forse l’elemento più debole del comparto fotocamere ma che, come vedremo, è comunque gestito egregiamente dal software fotografico di Xiaomi.
Ed è inutile girarci intorno: la resa delle foto di questo smartphone è davvero sorprendente ed ogni fotocamera, compresa quindi l’ultra-wide, sembra dare il massimo possibile nella sua categoria anche grazie alle ottiche Leica Summilux che fanno davvero la differenza. Che si scatti di notte, contro luce, in penombra o in ambienti molto illuminati, le foto prodotte dallo Xiaomi 15 Ultra sono (quasi) sempre di altissima qualità.
Ovvio non sono perfette, perché potrebbero verificarsi dei micro-mossi anche in condizioni di buona luminosità e con determinate condizioni di luce si potrebbero avere degli incarnati non proprio perfetti, ma è come se con lo Xiaomi 15 Ultra si tornasse un po’ indietro nel tempo, alla fotografia di tipo “tradizionale”, quella “meccanica” in cui l’intelligenza artificiale non serve per ottenere scatti di questa qualità e con la quale si può riscoprire l’autenticità delle foto.
Continuo a non essere d’accordo sul fatto di essere costretti ad utilizzare i due filtri Leica (cosa che si può evitare quando si scatta in modalità Pro), ma va detto che le immagini scattate dallo smartphone sono tra le più “naturali” e ricche di dettaglio in circolazione.
Un altro vantaggio molto tangibile di tutto il suo comparto fotocamere sta nel fatto che la modalità notte non si attiva quasi mai. Un sensore più grande, delle ottiche migliori, permettono allo Xiaomi 15 Ultra di catturare più luce, e portano ad una fotografia notturna molto più “naturale”, in cui non si avranno quasi mai immagini con luci spinte all’estremo che sembrano illuminate in modo artificioso.
Va detto però che Xiaomi 15 Ultra da il meglio di sé quando si scatta in RAW, perché se in alcuni casi l’elaborazione software del brand potrebbe sembrare ancora un po’ troppo invasiva, quando si scatta in questa modalità questo smartphone cattura dei dettagli, soprattutto nelle zone in ombra (e con tutte e quattro le ottiche) davvero eccezionali.
Ma il vero protagonista è il teleobiettivo da 100 mm che il brand ha integrato nello smartphone che, grazie al sensore molto grande, può essere esteso a 200 mm con una resa ottima e che, devo ammetterlo, è talmente di qualità dall’avermi fatto pensare che in tutti i miei anni di test non mi sono mai trovato ad utilizzare un’ottica di qualità come quella di questo Xiaomi 15 Ultra.
Migliora anche la fotocamera frontale, ma soprattutto grazie al software, e se nelle generazioni precedenti gli scatti erano un po’ troppo artefatti, con il nuovo top di gamma la nitidezza diventa meno “invasiva” ed artificiale, rendendo le immagini meno piatte.
Migliora profondamente anche il comparto video, probabilmente grazie al processore di Qualcomm. Ora è possibile registrare video in 4K a 60 fps con tutte le fotocamere (anche quella frontale) ed è possibile registrare video in 4K a 120 fps che, però, sono limitati nei 6 minuti massimi di registrazione. La stabilizzazione funziona sorprendentemente bene e sono convinto che, assieme al Samsung Galaxy S25 Ultra, lo Xiaomi 15 Ultra sia tra gli smartphone Android che meglio si comportano nella registrazione dei video.
Design e materiali
In quanto a design Xiaomi 15 Ultra non viene stravolto. E se vi chiedete per quale motivo per quale motivo Samsung non abbia utilizzato il suo sensore HP9 nell’S25 Ultra, la risposta la troverete nel blocco fotocamere del nuovo smartphone di Xiaomi, che continua ad essere davvero grande. In soldoni, se si vuole integrare sensori grandi, magari da 1” o come quello utilizzato nella fotocamera periscopica, si deve sacrificare il design del telefono ed anche lo spessore.
Trovo molto bella la versione bi-colore che abbiamo ricevuto in prova, che è caratterizzata da una balla in metallo argentato che si unisce con uno strato in eco-pelle e che richiama senza dubbio il design delle fotocamere vintage. Pesa 226 grammi, quindi leggermente in più rispetto alla generazione precedente, ma il bilanciamento dei pesi è stato migliorato il che fa sentire meno il peso e rende lo smartphone molto più comodo da utilizzare.
Insomma, il punto è questo: con un modulo fotocamere così imponente, è chiaro che quello dello Xiaomi 15 Ultra è un design che “o lo si odia o lo si ama”, ma che il brand abbia curato i dettagli nei minimi particolari è un dato di fatto. La ghiera zigrinata lungo il camera bump, il nuovo logo “Ultra” e tanti piccoli dettagli, rendono lo smartphone piacevole ed elegante.
Infine, non ci sono particolari novità per quanto riguarda le certificazioni. Xiaomi 15 Ultra continua ad essere certificato IP68 e, così come Samsung Galaxy S25 Ultra, non fa quello step in più verso la certificazione IP69K.
Display
Sempre ottimo il display, che continua ad avere una micro-curvatura 2.5D e che, in sostanza, non è piatto ma neanche curvo. I bordi sono leggermente rotondeggianti al punto da migliorare il grip ma non condizionare negativamente l’utilizzo quotidiano. Per me è una soluzione molto comoda, ma mi rendo conto che ai “puristi” dello schermo piatto potrebbe far storcere il naso.
Ad ogni modo, parliamo di un pannello da 6.73” AMOLED LTPO a 120 Hz, in grado di riprodurre 68 miliardi di colori, compatibile con Dolby Vision, HDR10+ e HDR Vivid, e che è in grado di garantire una luminosità di picco di 3200 nits. Il PWM Dimming è di 1920 Hz ed il pannello è protetto dal nuovo vetro Xiaomi Shield 2.0 con un rapporto schermo/diagonale del 94%.
In soldoni è un ottimo display, che si vede bene sotto la luce del sole e sul quale si digita molto bene. Durante tutto il nostro (lungo) periodo di prova siamo sempre rimasti soddisfatti da questo display così come dal sensore per le impronte digitali ultrasonico, che è integrato sotto lo schermo e che è molto più veloce ed affidabile rispetto alla generazione precedente anche qualora si avessero le dita leggermente bagnate.
Hardware e prestazioni
Ad animare lo Xiaomi 15 Ultra ci pensa un Qualcomm Snapgragon 8 Elide, accompagnato da 16 GB di memoria RAM di tipo LPDDR5X e 512 GB o 1 TB di memoria interna di tipo UFS 4.1, ossia la più veloce ed efficiente attualmente disponibile.
Ed è inutile girarci intorno: conosciamo ormai bene le prestazioni del SoC di Qualcomm ed è ormai superfluo sottolineare quanto, con una configurazione del genere, sia possibile eseguire praticamente qualsiasi operazione possibile con uno smartphone. In termini di prestazioni nude e crude, Xiaomi 15 Ultra si è piazzato prossimo ai punteggi ottenuti dall’HONOR Magic 7 Pro (qui la recensione) ed ha dimostrato anche una buona gestione delle temperature.
Ma non è sempre stato così. Uno dei motivi per cui ho deciso di posticipare la realizzazione di questa recensione è proprio il fatto che ero convinto che – al momento del lancio – lo smartphone avrebbe ricevuto degli aggiornamenti. E così è stato: ormai è quasi un mese che sto provando il dispositivo e nei primi giorni di utilizzo ho notato forti problemi di surriscaldamento con temperature decisamente fuori standard.
Fortunatamente, a partire dal giorno del lancio Xiaomi 15 Ultra è stato aggiornato per ben 2 volte in 48 ore, e questi update hanno risolto non solo il problema delle temperature, ma anche alcuni bug software che avevo riscontrato con la versione pre-relase. Va detto però che, sotto stress, mi è capitato che diventasse davvero caldissimo: nello stress test di 3D Mark, ad esempio, le temperature hanno superato i 50 gradi, mentre nello stress test di AnTuTu si sono raggiungi i 45° ma, nonostante queste alte temperature, le prestazioni dei singoli core del SoC sono risultate molto costanti per tutto il test, nonostante dei velocissimi picchi che non hanno influenzato le prestazioni: questo vuol dire che il nuovo sistema di dissipazione pensato dal brand funziona egregiamente.
Ottima la ricezione telefonica, che si è dimostrata sempre affidabile sia in Italia che in roaming all’estero. Finalmente è presente il supporto alle eSIM e l’audio in capsula è molto buono così come la connessione alle reti WiFi 7. Il sensore di prossimità è di tipo virtuale ma funziona egregiamente e nei miei test non mi ha mai dato problemi in chiamata o nella riproduzione in capsula dei messaggi vocali di Telegram e WhatsApp.
Software e AI
Xiaomi 15 Ultra arriva con HyperOS 2.0 basato su Android 15, un’interfaccia grafica che nel tempo sta migliorando sempre di più e che nonostante continui a non essere tra le mie preferite, quest’anno diventa ancora più raffinata graficamente e super personalizzabile. Ci sono ora le “Artistic Lock Screens” che supportano anche i video e tutte le animazioni del sistema operativo sono state rinnovate o ottimizzate.
Alcune delle funzioni principali come il Calendario, le Impostazioni e l’orologio sono state riorganizzate e risultano molto più semplici da utilizzare, ma continuano ad essere presenti alcuni bloatware che davvero non riesco a comprendere: è assurdo che in uno smartphone del 2025 che costa 1500 euro ci siano installate di default delle applicazioni che non tutti possono voler utilizzare.
Ci sono poi tanti strumenti AI, che con la nuova versione della HyperOS sono state migliorate o arricchite di funzionalità. C’è l’Assistente Scrittura, ci sono i Sottotitoli AI e sono presenti tutte quelle funzionalità di intelligenza artificiale nella sezione editing delle immagini.
Ad esempio migliora profondamente la funzione di eliminazione degli oggetti, che è stata aggiornata alla versione “Pro” e può far uso di una libreria più grande per risultati migliori. Tuttavia però, a differenza della modalità “base”, questa funzione utilizza il cloud e necessita di una connessione alla rete per funzionare.
In quanto ad aggiornamenti, Xiaomi assicura 4 anni di major update e 6 anni di patch di sicurezza. Potrebbe fare un pochino in più, soprattutto considerando che ora anche HONOR ha garantito aggiornamenti per 7 anni, ma va detto che negli ultimi tempi Xiaomi è diventata una delle aziende che più aggiorna i suoi prodotti ed è ormai quasi ai livelli di Samsung.
Batteria e ricarica
A differenza del modello venduto in Cina, da noi Xiaomi 15 Ultra non ha fatto il salto alle batterie silicio-carbonio ed arriva con una batteria “tradizionale” meno capiente rispetto alla versione asiatica. Parliamo di una 5410 mAh che risulta però piuttosto corretta in quanto a capienza e che garantisce una giornata di autonomia con una singola carica. Sotto stress il battery drain aumenta e potrebbe richiedere una piccola carica a supporto, ma in linea di massima si tratta di un’autonomia sufficiente a superare la giornata lavorativa senza problemi con un utilizzo medio.
Ottima la ricarica che è veloce a 90w cablata e che in wireless arriva a 80w, ovviamente utilizzando un caricabatterie wireless compatibile con la tecnologia di Xiaomi.
Prezzo di vendita e considerazioni
Il prezzo di vendita di Xiaomi 15 Ultra è di 1499 euro per la versione 16/512 e diventa 1699 euro per la versione con 1 TB di memoria interna. Prezzi davvero alti, è vero, ma purtroppo in linea con quello che oggi offre il mercato. Fino al 31 marzo 2025 però, il brand ha messo a disposizione un bundle molto interessante con il quale ci si potrà portare a casa in regalo il Photography kit Legend Edition, assieme ad uno Xiaomi Watch S4. Su Amazon c’è uno sconto da 100€ e inoltre, qualora si abbia uno uno smartphone da restituire si avrà diritto ad uno sconto extra di 150 euro oltre al valore del telefono.
Un bundle niente male per uno smartphone premium in tutti i campi, che fa ovviamente della fotografia (quella vera) il suo punto più forte. Ma ha anche un hardware al top, dispone delle memorie più veloci in circolazione, uno schermo molto appagante e poi si può trasformare in una vera fotocamera con il suo camera kit. Il prezzo è alto, ma ormai il mercato è questo.
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