Recensione Pixel Buds Pro: le funzioni che integrano li rendono UNICI (ma vanno meglio con un Pixel)

Una cosa bisogna dirla: se negli anni scorsi Google sottovalutava l’importanza di un mercato come quello italiano, ultimamente il brand di Mountain View pare abbia cambiato totalmente rotta, puntando molto anche sulle potenzialità del Bel Paese ed inserendolo nella cosiddetta “wave 1” di distribuzione dei suoi nuovi dispositivi, assieme all’introduzione di tutta una serie di operazioni di marketing mai fatte prima d’ora nella nostra penisola.

Lo abbiamo visto con l’apprezzatissimo (e vendutissimo) Google Pixel 6a (qui la recensione), probabilmente il migliore Android compatto, e lo ritroviamo anche con le Google Pixel Buds Pro, gli auricolari premium con cancellazione del rumore che integrano l’Assistente Google un po’ come gli AirPods di Apple integrano Siri.

Il problema però, è che i Google Pixel Buds Pro entrano in un mercato ultra competitivo, con una pleora enorme di alternative, che coprono praticamente ogni fascia di prezzo ed ogni necessità in termini di dimensioni e qualità dell’audio. Saranno sufficienti funzioni come l’Assistente Google integrato e la modalità Traduttore simultaneo a permettere agli auricolari top di gamma di Google di battere la concorrenza?

Recensione Google Pixel Buds Pro: auricolari premium con Assistente Google e Traduttore integrati

Design e materiali

Dal punto di vista puramente estetico, con i Google Pixel Buds Pro l’azienda ha voluto dare una sorta di continuità con i modelli precedenti, continuando a seguire un trend caratterizzato da linee arrotondate, totale assenza di spigoli e colorazioni opache molto piacevoli. Gli auricolari sono venduti in diverse colorazioni, la struttura che va infilata nell’orecchio è di colorazione nera, mentre quella esterna che integra i colori touch varia a seconda del modello scelto.

Possono essere acquistati ni colori Grigio Antracite, Grigio Fumo, Verde Cedro e Corallo: noi abbiamo ricevuto in prova la prima, che è tra le più classiche e sobrie, ma la scelta è talmente ampia da poter soddisfare tutti i gusti.

Ciò che mi ha colpito positivamente è la qualità costruttiva: l’assemblaggio è perfetto, la cover di ricarica ha una cerniera che non fa una grinza e gli auricolari si fissano alla zona di ricarica magneticamente in maniera molto salda. Sulla parte frontale della cover è presente un LED con il quale si potrà controllare lo stato della batteria, della ricarica e di accoppiamento, mentre posteriormente è stato inserito il tasto per l’associazione Bluetooth ed inferiormente c’è un ingresso USB-C per la ricarica della cover, ma esiste anche la possibilità di ricaricarle wireless.

Comodità e accoppiamento

Qualora si utilizzi uno smartphone con Android 6 e successive, si potrà sfruttare il fast pair che rende l’accoppiamento dei Google Pixel Buds Pro praticamente immediato. Tra le tante novità introdotte con questi auricolari c’è senza dubbio l’accoppiamento multipunto automatico con 2 dispositivi con il quale, basterà mettere in pausa l’audio su un dispositivo ed iniziarlo su un secondo dispositivo associato, per far effettuare lo switch automatico praticamente istantaneamente. Ed è una funzionalità che funziona, bene, e che si può utilizzare anche con le chiamate in entrata.

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Dal punto di vista ergonomico, nonostante le mie perplessità dovute alla mancanza delle alette, i Google Pixel Buds Pro sono comodi e restano bene in posizione. La loro dimensione piuttosto “cicciona” ed il loro peso di 6.2 grammi li rendono non solo comodi, ma soprattutto fissati saldamente nell’orecchio e, soprattutto, non diventano fastidiosi dopo lunghe sessioni di utilizzo: li ho usati negli ultimi tempi per i miei (lunghissimi) viaggi in aereo e devo ammettere che ad un certo punto ho quasi dimenticato di indossarli. Ottimo lavoro.

Funzionalità avanzate

Ma il vero punto di forza di questi Google Pixel Buds Pro sono tutte le funzionalità avanzate che il brand ha pensato di integrare per renderle “uniche” nel loro genere. Torna l’equalizzatore del volume che sistema automaticamente le frequenze di riproduzione in base al volume di ascolto, c’è l’audio adattivo che regola automaticamente il volume in base al rumore esterno, e sono state introdotte una serie di nuove gesture che non solo funzionano bene, ma sono anche (in parte) personalizzabili.

Dall’app di gestione è infatti possibile personalizzare l’azione da eseguire quando si effettua una pressione prolungata: personalmente ho scelto di attivare o disattivare l’ANC interagendo con l’auricolare destro e di attivare l’Assistente Google con l’auricolare sinistro. E proprio perché stiamo parlando di Google Assistant, le Google Pixel Buds Pro hanno una funzionalità che nessun auricolare in commercio può offrire: integrano l’assistente vocale di Google.

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Questo vuol dire che basterà dire “Ok Google” per poter subito interagire con la voce e non solo per effettuare telefonate, ma anche per controllare tutti i dispositivi associati. Vi racconto come lo uso io: a casa ho un Nuki Opener per aprire il cancello, e quando sono in giro con il mio cane, trovo comodissimo riuscire ad aprire le porte di casa senza dover impugnare né chiavi né smartphone.

Infine, i Google Pixel Buds Pro integrano un traduttore simultaneo. Ok, probabilmente nessuno di voi vorrà far indossare uno dei due auricolari ad un’altra persona, ma la possibilità di sfruttare Google Translate in tempo reale ed in modalità conversazione, potrebbe essere una di quelle funzioni che spingono all’acquisto di questi auricolari, indipendentemente dal loro uso più tradizionale e proprio per essere utilizzati come traduttori.

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Purtroppo però, gran parte di queste funzionalità sono disponibili sono con Android, meglio ancora se si utilizza un Pixel. Qualora si associassero i Google Pixel Buds Pro con un iPhone, ad esempio, si perderebbe gran parte delle features che li rendono unici nel loro genere, e li si potrebbe utilizzare esclusivamente come dei TWS base. Quindi no, se avete un iPhone non vale la pena acquistare i Google Pixel Buds Pro.

Qualità audio e cancellazione del rumore

In quanto a cancellazione del rumore, con i Google Pixel Buds Pro ci sono note positive e note negative. In soldoni, con frequenze basse e regolari, come rumori di fondo di mezzi pubblici o aerei, i nuovi auricolari di Mountain View si comportano egregiamente e fanno davvero bene il loro lavoro. Il punto però è che se ci si aspetta la stessa cancellazione del rumore delle AirPods Pro o delle tante cuffie circumaurali potreste venire delusi: data la loro forma, per poter sfruttare al meglio l’ANC dei Google Pixel Buds Pro il mio consiglio è quello di utilizzare il controllo dell’isolamento, una funzione disponibile nell’app con la quale, sfruttando i microfoni, gli auricolari valuteranno il loro coretto inserimento.

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C’è poi anche una modalità trasparenza, che sfrutta i microfoni dei Google Pixel Buds Pro per amplificare i rumori e riprodurli negli auricolari in modo da riuscire a sentire l’ambiente esterno evitando quell’effetto “ovattato” tipico degli in-ear. L’elaborazione avviene in tempo reale ed è molto efficace soprattutto con le voci, ma ciò che mi ha lasciato piuttosto perplesso è il suono che, a parer mio, è poco naturale ed un po’ troppo metallico. Anche qui, gli AirPods di Apple fanno molto meglio, generando un suono in Trasparenza molto più naturale.

La qualità audio è buona in quanto a risposta in frequenza, che è ben udibile già ai 20 Hz ma un po’ meno sugli alti, che probabilmente non vanno oltre i 18 Hz. L’intervallo dinamico supera i 50 dB below full scale ma purtroppo i Google Pixel Buds Pro non supportano ancora l’audio spaziale. In realtà la spazialità dell’audio è già buona di default, ma per poter sfruttare questa nuova funzionalità bisognerà aspettare ancora qualche mese: l’azienda ha promesso di rilasciarla con un aggiornamento che dovrebbe arrivare a breve.

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Nonostante l’ascolto sia pulito su tutte le frequenze, in realtà la prima volta che si indosseranno i Google Pixel Buds Pro si rimarrà un po’ delusi dalla gestione dinamica del suono: in soldoni, inizialmente il suono potrebbe sembrare un po’ troppo piatto, a meno che non si sistemino manualmente le frequenze utilizzando un equalizzatore di sistema.

Sia chiaro, i Google Pixel Buds Pro suonano molto bene, ma questo fenomeno di appiattimento diventa più rilevante soprattutto quando si attiva l’ANC: nulla però che non si possa correggere con una buona equalizzazione. Cosa che però non è possibile fare per l’audio in chiamata: i microfoni dei Google Pixel Buds Pro fanno un buon lavoro per la rimozione dei rumori di fondo, ma in genere l’interlocutore riceverà una voce un po’ metallica e totalmente sterile in quanto a frequenze, anche se si effettuano chiamate sfruttando l’Audio HD. Diciamo che da questo punto di vista l’azienda di Mountain View avrebbe potuto fare qualcosa in più.

Autonomia della batteria

In quanto ad autonomia, quella dichiarata da Google nel corso della presentazione è molto prossima a quella reale. Nei nostri test siamo riusciti a superare le 7 ore di autonomia con ANC attivo ed addirittura 11 ore di autonomia disattivandolo e con il case di ricarica li si potrà ricaricare totalmente per un paio di volte.

Nel sample che ho ricevuto in prova però ho notato una cosa un po’ strana: gli auricolari destro e sinistro non si scaricano in maniera omogenea, e mi è capitato più volte di trovarmi l’auricolare di destra totalmente scarico, mentre quello di sinistra con ancora il 10% di carica, nonostante li avessi utilizzati sempre entrambi contemporaneamente.

Prezzo e considerazioni

Il prezzo dei Google Pixel Buds Pro è di 219 euro e sì, è una cifra importante che li mette in diretta concorrenza con gli AirPods Pro di Apple, con le LinkBuds di Sony e tutti gli altri auricolari TWS di fascia alta. Si tratta comunque di auricolari di ottima qualità, che integrano perfettamente delle funzionalità che li rendono unici nel loro settore.

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Peccato per la scarsa qualità dell’audio in chiamata, cosa che però spero vivamente il brand tenda a correggere con un aggiornamento piuttosto imminente.


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RASSEGNA PANORAMICA
Design e materiali
Comodità
Funzioni avanzate
Qualità audio
Audio in chiamata
Riduzione del rumore
Autonomia
Prezzo
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Dario Caliendo
Nel mondo della tecnologia dal lontano 2007, ingegnere informatico di formazione, condivide la sua passione per il tech con quella per gli animali e per la buona cucina. Crede che la tecnologia debba essere sempre alla portata di tutti, e per questo ama spiegarla nel modo più semplice e chiaro possibile. Le recensioni sono il suo pane quotidiano.
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