Crisi energetica: l’Italia teme il blackout telefonico

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Vi abbiamo già parlato di come la crisi energetica stia colpendo il mercato tecnologico, in particolare in Cina, facendo soffrire le catene di produzione anche di colossi come Apple e penalizzando il mercato delle batterie. Ma quello che probabilmente nessuno avrebbe voluto leggere è la connessione fra questa crisi e le reti telefoniche dell’Italia, a rischio a causa dei problemi energetici che sta vivendo il continente.

L’Italia lancia l’allarme su come la crisi energetica potrebbe mandare in blackout le reti telefoniche

Da quando è partito il conflitto fra Russia e Ucraina, l’Europa si è trovata attanagliata dalle conseguenze di un mercato energetico sempre più ballerino, sia in termini di forniture che di prezzi. E mentre i danneggiamenti e le ingenti perdite dei gasdotti Nord Stream fanno ipotizzare che gli impianti non saranno più utilizzabili, le nazioni europee guardano con preoccupazione alla situazione generale. Qualora le reti energetiche non fossero in grado di sostenere il fabbisogno nazionale, si paventa il rischio di blackout delle reti telefoniche.

La preoccupazione è sorta in vari paesi dell’Europa, specialmente per la mancanza di sistemi di backup in grado di compensare ad eventuali interruzioni di corrente. In tutto il continente si contano circa 500.000 torri di telecomunicazione, molte delle quali sono sostenute sì da batterie ma in grado di farle funzionare per soli 30 minuti in caso di blackout.

Per esempio, diverse centrali nucleari della Francia sono state messe in standby per le operazioni di manutenzione; il fornitore di elettricità Enedis ha presentato un piano che prevede possibili interruzioni comandate in parti del paese a rotazione fino a 2 ore nel peggiore dei casi, escludendo le infrastrutture essenziali come ospedali e autorità. Da qui le proteste di operatori telefonici come Orange, Bouygues Telecom e SFR, che affermano che le rispettive reti dovrebbero essere considerate anch’esse essenziali.

Lo stesso è accaduto in Germania e Svezia, dove gli operatori si sono rivolti al governo per ricevere garanzie sui mesi a venire; l’ente Swedish Post and Telecom Authority sta cercando soluzioni da attuare qualora l’energia dovesse venire razionata, oltre a finanziare l’acquisto di stazioni portatili per gestire questi eventuali blackout. Per quanto riguarda l’Italia, la lobby delle telecomunicazioni sta richiedendo che la rete mobile sia esclusa dalle possibili interruzioni di elettricità; anche perché, come sottolinea il lobbista Massimo Sarmi, queste interruzioni aumentano la possibilità di guasto per i componenti delle infrastrutture.

Nel frattempo, fonti vicine alla vicenda affermano che Nokia ed Ericsson starebbero lavorando per aiutare gli operatori europei, seppur non ci siano dettagli sul tipo di aiuto. È possibile che ci si riferisca alla volontà di aggiornare le reti per ridurne i consumi energetici, utilizzando tecnologie più efficienti e meno energivore. Fra le tecniche adottate si parla di software di ottimizzazione del traffico, modalità standby in caso di inutilizzo e spegnimento delle bande poco o non utilizzate. Come afferma un dirigente del settore europeo TLC, “siamo un po’ viziati dal fatto che in Europa l’elettricità sia abbastanza stabile e buona, gli investimenti nell’area dell’accumulo di energia sono stati forse inferiori rispetto ad altri paesi“.

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