Recensione Huawei P50 Pocket: più di quello che ti aspetti (anche nel prezzo)

Che Huawei si sia messa alle spalle tutta la questione e le conseguenze dell’ormai conosciutissima vicenda “ban USA” è un dato di fatto. E lo è non solo perché il brand ha investito milioni e milioni di dollari nello sviluppo dei suoi HMS e di Petal Search, ma perché sostanzialmente il brand non si è mai fermato, nonostante l’impossibilità di utilizzare i servizi Google.

GMS o non GMS, il colosso cinese ha continuato dritto per la sua strada veloce come un treno, e lo ha fatto senza modificare minimamente le sue strategie di marketing in occidente. Quando iniziò tutta la storia, ammetto di aver immediatamente pensato “ok, l’unico modo che ha Huawei di continuare a mantenersi una fetta di mercato è vendere i suoi top di gamma a prezzi più economici”, ma invece niente: il brand ha continuato a tirare dritto, presentando dispositivi top di gamma, venduti a prezzi da top di gamma.

E ora, con un prezzo di 1559,90 direi che il nuovo Huawei P50 Pocket Premium Edition manda un messaggio chiaro e forte. Totalmente diverso dal Huawei P50 Pro e prodotto con un design inedito, il Huawei P50 Pocket Premium Edition è il secondo foldable dell’azienda, ma il primo ad utilizzare un design a conchiglia. Ma riuscirà a farsi apprezzare dagli utenti?

Recensione Huawei P50 Pocket Premium Edition: più di quello che ti aspetti

Design e materiali

Grande, da chiuso, 75 x 87 x 15.2 mm, le dimensioni di questo Huawei P50 Pocket Premium Edition sono effettivamente compatte. Il che non solo lo rende tascabile all’ennesima potenza, ma effettivamente meno ingombrante dello Z Flip 3 di Samsung. Merito anche della nuova cerniera, che trasmette una sensazione di grande solidità anche grazie ad una sorta di resistenza opposta che si ha quando la si utilizza, ma ciò significa anche che è difficile piegare il telefono a una certa angolazione (ad esempio, 45° o 120°) senza che si chiuda o si apra completamente.

Le due sezioni dello smartphone poi, da chiuso sono perfettamente parallele: l’abbiamo visto nell’Oppo Find N e lo ritroviamo nel Huawei P50 Pocket Premium Edition, nei foldable di quest’anno finalmente potremo dimenticarci quel piccolo gap tra i due schermi, quel piccolo spazio che generalmente caratterizzava la chiusura degli smartphone pieghevoli nel quale, tra l’altro, si rischiava entrassero polvere e granelli.

In quanto a design, c’è poco da fare: il Huawei P50 Pocket Premium Edition o lo si odia, o lo si ama. Tutta la scocca esterna è realizzata con materiali di altissima qualità, ed è caratterizzata da un design a dir poco sfarzoso. Da chiuso sembra quasi un portagioie cinese, ma devo essere totalmente sincero con voi: non sono un amante di questo tipo di design, nonostante sia stato realizzato in collaborazione con Iris Van Herpen e la sua trama a foglie dorata trasmette di certo una grande sensazione premium, io continuo a preferire un design più sobrio.

All’esterno, incastonato nella scocca, sotto al modulo con le tre fotocamere quelli di Huawei hanno inserito un secondo display circolare, grande un pollice, con il quale si potrà accedere alla data e l’ora e ad una serie di widget come quello della fotocamera, del meteo e del calendario. Tramite il display è anche possibile visualizzare le notifiche ma, date le dimensioni, non sarà possibile rispondere.

Insomma, tutto sommato è un display esterno piuttosto limitato, che in soldoni non fa né più né meno di quello visto nel Flip di Samsung, ma che quantomeno da una bella soluzione di continuità al camera bump nel quale sono state integrate le tre fotocamere di cui è dotato il dispositivo.

Display

Aperto lo smartphone, si ha accesso ad un display da ben 6.9 pollici di tipo OLED, in grado di garantire una risoluzione massima FullHD+, con una frequenza di aggiornamento di 120 Hz. E arriviamo subito al sodo: è un ottimo pannello, nel quale la densità di pixel per pollice di 442ppi e l’ottimo bilanciamento di colori e bianchi, rende l’utilizzo del dispositivo molto piacevole.

Ma no, nonostante nel corso della presentazione ufficiale del dispositivo Huawei abbia dichiarato di essere riuscita a rendere la piega del tutto invisibile, in realtà è così solo a metà: è presente, si vede soprattutto con il display chiuso, ma è vero però che quando si accende il pannello diventa molto meno invasiva. Al tatto però è più che presente, e non ha niente a che vedere con la “magia” fatta da Oppo nel suo Find N.

Ad ogni modo sono più che soddisfatto dal display interno di questo Huawei P50 Pocket: i colori sono vibranti, i neri profondi, i bianchi ben bilanciati e la distanza tra il vetro protettivo ed il pannello è ridotta al minimo.

Ciò che continuo a non riuscire proprio apprezzare è la reale utilità del display esterno che, come in tutti i foldable a conchiglia, continua ad avere un ruolo più stilistico che altro e che continua ad essere piuttosto limitato, nonostante si possano leggere le notifiche o si possa vedere l’anteprima della fotocamera per scattarsi un selfie con il comparto fotografico principale.

Hardware e prestazioni

Ad animare Huawei P50 Pocket ci pensa uno Snap 888 in versione 4G, affiancato da 8 o 12 GB di memoria RAM e 256 o 512 GB di memoria interna. E sì, se le prestazioni del nuovo foldable sono da puro top di gamma, e l’hardware che integra gli permettono di portare al termine praticamente tutto ciò che si può chiedere ad uno smartphone, è impossibile non sottolineare quantomeno la scelta “contro tendenza” non solo di utilizzare un processore proveniente da una generazione precedente, ma addirittura la sua versione 4G.

Sia chiaro, lo Snap 888 è un SoC dalle altissime prestazioni ed è ovvio che la distribuzione delle reti 5G in Italia è ancora molto indietro. Insomma, effettivamente le differenze reali nell’esperienza utente tra una configurazione come quella del Huawei P50 Pocket e quella, ad esempio, di un OnePlus 10 Pro sono nulle, ma si tratta anche di una questione di longevità e soprattutto prezzo di vendita: perché non tutti vorrebbero un dispositivo da 1600 euro che ok, è pieghevole, ma è senza 5G ed ha un processore non di ultimissima generazione.

Detto questo, passiamo ai numeri e, soprattutto, tentiamo di capire come Huawei ha provato a gestire uno dei più grandi vincoli dello Snap 888: il surriscaldamento. Perché sì, ci è riuscita, ed effettivamente il Huawei P50 Pocket tende a scaldare davvero pochissimo rispetto ad altri prodotti che utilizzano lo stesso SoC.

Ma lo ha fatto adottando una gestione decisamente conservativa, in cui il thermal throttling la fa da padrone e l’abbiamo notato soprattutto nello stress test di AnTutu, in cui si evidenzia un calo delle prestazioni generali delle CPU piuttosto marcato e, a mio parere, anche non giustificato dalla temperatura, che non ha praticamente mai superato i 40°.

Insomma, mettiamo le cose in chiaro: dal punto di vista dell’esperienza utente, il Huawei P50 Pocket è un prodotto veloce, scattante, in grado di garantire anche un’ottima esperienza gaming al massimo dei dettagli grafici ma potrebbe, almeno sulla carta, spingere anche un po’ di più.

Fotocamera

Per quel che riguarda il comparto fotocamera, Huawei P50 Pocket è dotato di una fotocamera principale da 40 megapixel con ottica f/1.8, affiancata da un’ultra grandangolare da 13 megapixel f/2.2 ed un’UltraSpectrum da 32 megapixel f/1.8. Quindi, niente zoom, a favore di un’ottica pensata per migliorare la resa cromatica degli scatti, ma soprattutto per rendere possibile la modalità di scatto “Fluorescenza”: in sostanza si tratta di una modalità fotografica UV nella quale lo smartphone emetterà degli ultravioletti e che permetterà di fare foto molto particolari, anche in ambienti totalmente bui.

Resa cromatica che, effettivamente è migliorata e che garantisce al Huawei P50 Pocket fotografie di un’ottima qualità, nettamente migliori di quelle che abbiamo visto nello Z Flip 3 di Samsung: anche se scompare la collaborazione con Leica, nonostante sia ancora presente un profilo colore che porta il nome del brand fotografico e che si può attivare direttamente nell’app Fotocamera, la presenza del sensore Ultra Spectrum si nota, soprattutto negli scatti di giorno.

I dettagli sono numerosi, il bilanciamento dei bianchi e del colore è fatta a regola d’arte ed il rumore è quasi assente. E le stesse prestazioni le troviamo anche nella modalità notte, soprattutto quando si scatta con la fotocamera principale. Quindi sì, senza dubbio la fotocamera principale del Huawei P50 Pocket è tra le migliori della categoria (dei foldable a conchiglia).

Le cose cambiano notevolmente quando si utilizza la fotocamera ultra-grandangolare, con la quale si ottengono degli scatti di buona qualità, con una buona gestione della gamma cromatica, ma che in un certo senso è come se fossero di un livello inferiore rispetto a quelli realizzati con la fotocamera principale. Ma, ormai, a questo gap tra le fotocamere ci siamo abituati.

Huawei poi, ha migliorato ulteriormente la modalità notturna. Il brand è famoso proprio per aver introdotto per la prima volta questa tipologia di algoritmi, e – bisogna ammetterlo – in quanto a foto notturne non è secondo a nessuno.

A meno che però, si continui ad utilizzare la fotocamera principale, perché se gli scatti di notte realizzati con il sensore da 40 megapixel sono davvero eccezionali, quelli realizzati con l’ultragrandangolare sono – di nuovo – di un livello inferiore e decisamente meno luminosi. Sia chiaro, il rumore è gestito egregiamente, ma l’apertura meno luminosa dell’ottica si fa sentire, nonostante l’ottimo software che gestisce la fotocamera.

È poi possibile scattare anche utilizzando lo zoom, che però è digitale e riesce a garantire scatti decenti ad un ingrandimento massimo di 5x, meglio ancora a 2x. Fattore d’ingrandimento che io consiglio di non superare mai con questo dispositivo.

Piuttosto deludente invece la fotocamera frontale, che realizza scatti poco definiti, con poco dettaglio e di qualità non eccezionale, buoni i video che possono essere registrati alla risoluzione massima 4K a 60 fps e che non solo godono di una buona stabilizzazione elettronica, ma nei quali è possibile sfruttare la modalità “Smart Track” per tracciare gli oggetti nell’inquadratura e gestire la messa a fuoco.

Software

Ad animare Huawei P50 Pocket ci pensa EMUI 12. Quindi, di nuovo, niente servizi Google etc. etc. Devo dire però, che è proprio l’implementazione del software una delle cose che più mi ha stupito di questo foldable. Sia chiaro, come ormai sappiamo le app possono essere scaricate da App Gallery o tramite Petal Search e sì, dover scaricare APK da store esterni non è di certo una delle cose più simpatiche da fare, ma ormai il numero di applicazioni disponibili con HMS è davvero enorme: ad esempio, per permettere i pagamenti contactless dallo smartphone, con il sistema di Huawei è possibile utilizzare Curve, un’app nella quale è possibile inserire tutte le proprie carte di pagamento (e sì, è la stessa app che vi abbiamo consigliato per pagare con Xiaomi Mi Band 6 NFC).

Ciò che mi è piaciuto però, è l’occidentalizzazione sulla quale quelli di Huawei hanno lavorato moltissimo. E se nei primi smartphone senza i GMS si sentiva “quel non so che” di asiatico, questa sensazione ormai è quasi sparita. Segno che li in Cina hanno ben compreso le necessità degli utenti oltre oceano.

Con Huawei P50 Pocket poi, è stato introdotta anche una nuova modalità molto interessante: si chiama Super Privacy e, come lascia intuire il nome, migliora la salvaguardia dei dati e delle interazioni personali. Quando il lo smartphone è chiuso, il software disabilita automaticamente le fotocamere, il microfono e la posizione, per riabilitarli all’apertura del dispositivo.

Batteria e ricarica

La batteria del Huawei P50 Pocket è una 4000 mAh che conferma la marcia in più che il brand asiatico ha sulla questione autonomia. Certo, lo smartphone è 4G, gli HMS consumano meno dei GMS, ma è allo stesso tempo più sottile dello Z Flip 3, ed in quanto ad autonomia siamo su un pianeta del tutto diverso: nel periodo in cui ho testato lo smartphone, sono riuscito a raggiungere poco meno di 7 ore di display acceso con un utilizzo piuttosto stressante. Ed è un traguardo irraggiungibile con lo Z Flip 3.

Buona anche la tecnologia di ricarica rapida cablata, che arriva a 40w, purtroppo però manca la ricarica wireless e, di conseguenza, anche la ricarica wireless inversa. Peccato.

Prezzo e considerazioni

Il prezzo di vendita ufficiale del P50 Pocket è fissato a 1599 euro e fino al 28 di febbraio a fronte del suo acquisto si riceveranno in regalo le Freebuds Lipstick. Inoltre, per il primo anno, Huawei offre una sostituzione gratuita del display e della back cover in caso di danni accidentali. E quindi arriviamo al punto: secondo voi quanti esemplari verranno venduti di questo dispositivo? A mio parere pochi, pochissimi.

E non perché non si tratta di un dispositivo di qualità, anzi, probabilmente è il migliore tra gli smartphone pieghevoli a conchiglia, ma perché forse l’unico vero aspetto negativo di questo dispositivo è proprio il prezzo.

Non è 5G e ha uno Snap dell’anno scorso, e su questo ci si può anche passare sopra, ma ormai lo street price dello Z Flip 3 è sceso tantissimo ed il punto è questo: il Huawei P50 Pocket è qualitativamente migliore del foldable di Samsung, ma la realtà dei fatti è che difficilmente qualcuno potrebbe spendere 1600 euro quando si può trovare un Flip alla metà del prezzo.





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