Recensione Deeper Connect Pico: non pagherai mai più per una VPN

Permettetemi di farvi una domanda: vi sentite sicuri quando navigate online? Credete che tutti i vostri dati sensibili, la cronologia di navigazione, i vostri interessi, siano davvero al sicuro? Stando all’incredibile diffusione delle VPN, un servizio che soprattutto nell’ultimo anno è cresciuto a dismisura, probabilmente no.

Ed in effetti, come biasimarvi. Nell’ultimo periodo, sono milioni le persone che hanno deciso di affidarsi ad un servizio VPN per tenere i propri dati personali più al sicuro, ed effettivamente i network privati virtuali riescono a compiere gran parte del lavoro per cui sono nati. Ma hanno anche diversi limiti, come la necessità di pagare un abbonamento mensile o annuale, il fatto che i server siano centralizzati (anche se sparsi un po’ per tutto il mondo) e la possibilità – non troppo remota – che ad essere bucati potrebbero essere proprio i server possano essere proprio i server della VPN stessa.

Ed è proprio pensando a questi limiti che è stato prodotto il Deeper Connect Pico, un microscopico dispositivo in fase di crowdfunding su Kickstarter, che promette ai propri utenti diverse funzionalità volte proprio alla sicurezza come un firewall a 7 layer, ma soprattutto, la prima vera (e funzionante) VPN decentralizzata (DPN) senza la necessità di pagare alcun abbonamento.

Recensione Deeper Connect Pico: non pagherai mai più per una VPN

Cos’è e come funziona una DPN

A differenza di una VPN, i cui server sono distribuiti e gestiti centralmente, una DPN si basa su un concetto molo semplice: ogni nodo è sia un client che un server. In soldoni, in una DPN gli utenti stessi del Deeper Connect Pico condivideranno parte della propria banda, per svolgere anche un ruolo attivo al funzionamento del network e tutti i dati degli utenti vengono protetti crittograficamente, con una connessione p2p.

Con questa struttura, ogni nodo (e quindi ogni utente) avrà la possibilità di stabilire collegamenti tunnel con più nodi contemporaneamente, senza perdere la possibilità di selezionarne uno in base a domini prestabiliti. In soldoni, quando si utilizza il Deeper Connect Pico si potrebbero utilizzare ad esempio nodi situati in Germania, Polonia, negli Stati Uniti e così via, ma non si perderebbe la capacità di accesso locale: per intenderci, in questo modo si potrà mantenere l’accesso diretto a servizi come YouTube Italia, ma utilizzare un nodo situato negli USA per Netflix, in modo da avere accesso al catalogo completo della piattaforma negli Stati Uniti.

Insomma, tutto molto bello, giusto? Ma c’è un limite: un po’ come funziona con i Torrent, la reale velocità di connessione di una DPN dipenderà dalla quantità di banda condivisa dagli altri utenti del network. Anche se una cosa va detta: ad oggi, non ho avuto alcun problema di prestazioni e con il Deeper Connect Pico sono sempre andato al massimo della banda garantita dal dispositivo, cioè 100 megabits in download e upload.

E sì, lo so, questo concetto potrebbe sembrare più complesso di quanto sembra, ma con il Deeper Connect Pico in realtà lo si potrebbe anche totalmente dimenticare: il dispositivo è animato da AtomOS, un sistema operativo nel quale l’azienda ha integrato tutte le funzionalità necessarie per gestire (anche) in maniera del tutto autonoma i nodi e i routing dei pacchetti dati grazie alla funzione DPN Smart Route, della quale parleremo a breve.

Design, caratteristiche e collegamento

Esteticamente, il Deeper Connect Pico potrebbe sembrare un prodotto decisamente semplice. È poco più piccolo di un hub USB-C ed è realizzato con un mix di plastica ed alluminio. In ognuno dei quattro lati è presente una porta USB-C, ognuna delle quali è pensata per uno scopo preciso: in quelle posizionate nei due lati più piccoli, andranno collegati gli adattatori USB-C/Ethernet che escono in confezione, mentre su quelle laterali dovranno essere collegati l’alimentazione ed un adattatore WiFi grande quanto una piccola antenna.

Tutte queste porte, poi, garantiscono al Deeper Connect Pico 3 modalità di funzionamento: si può connettere a mo’ di ponte tra il modem e il router, può generare a sua volta una rete WiFi, oppure può essere utilizzato come adattatore WiFi mentre si è in viaggio. E, chiaramente, utilizzarlo per proteggere i propri dati quando si è connessi ad una rete pubblica (ad esempio in un aeroporto o in un locale) non è una possibilità da sottovalutare.

Al centro del dispositivo, in prossimità del logo, è stato inserito un LED con il quale si potrà controllare lo stato di funzionamento del dispositivo che, tra le altre cose, impiega circa un minuto per avviarsi.

Al suo interno il Deeper Connect Pico è animato da una CPU Quad-Core, affiancata da 512 MB di memoria RAM e tutta la gestione del dispositivo avviene tramite l’interfaccia web di AtomOS.

Funzionalità, firewall e privacy

Entrando nel pannello di controllo del dispositivo, si avrà subito accesso ad una sorta di mappa con la quale si potranno tenere sotto controllo i routing dei propri pacchetti dati e tutti i nodi disponibili, che è arricchita da un elenco testuale di tutti i pacchetti dati inviati e ricevuti. In realtà, il pannello di controllo del Deeper Connect Pico è pieno zeppo di opzioni e possibilità di gestione e personalizzazione della connessione, ma per non entrare troppo nel tecnico ci focalizzeremo sulle funzionalità che probabilmente potrebbero essere più utili per un utente medio: la gestione dei routing della DPN basata su domini, la personalizzazione della privacy e la gestione del firewall.

Sempre nella dashboard principale, sulla sinistra è stata inserita una colonna con la quale si potrà accedere alle diverse sezioni di configurazione, tra le cui voci più importanti troviamo Device (nella quale si può avere accesso ad un riepilogo dettagliato dell’utilizzo del dispositivo), DPN (con la quale si potranno personalizzare i routing e gestire la connessione), Security (nella quale si può gestire il firewall, il blocco delle pubblicità ed il parental control) ed infine Sharing (con la quale si possono gestire le impostazioni relative alla condivisione della banda).

Tralasciando la prima voce del menu che, come vi dicevo, non è altro che un semplice riepilogo di tutte le connessioni ed i nodi attivi, quella a mio parere più importante è proprio la sezione destinata alla gestione della DPN.

Cliccando proprio su DPN infatti, sarà possibile modificare la modalità di connessione alla rete decentralizzata (scegliendo tra le funzioni Smart Route, Full Route e disabilitata) e si potrà scegliere di utilizzare i tunnel posizionati in alcune zone geografiche (e cambiare l’IP di connessione).

La sezione più importante, nonché quella che in un certo senso da molte potenzialità a questo sistema, è quella relativa al routing: è qui, che in Domain Config, si potrà decidere i nodi (e le località geografiche) da destinare ai vari domini, ed è proprio qui che ad esempio si potrà scegliere di utilizzare YouTube con la propria connessione diretta, e magari Netflix passando per un server USA.

Sempre nella barra laterale poi c’è la sezione dedicata alla sicurezza, una “zona” del sistema operativo nella quale si potranno attivare i blocchi per le pubblicità, i blocchi per i trarre nonché attivare tutti i filtri necessari per rendere attivi il firewall e soprattutto il parental control. E proprio parlando di parental control, proprio in questa sezione è possibile attivare anche il blocco a tutti i contenuti pornografici. E, pensateci, si tratta di una funzione molto utile che, se configurato il Deeper Connect Pico come ponte tra modem e router, permetterà di disattivare tutti questi contenuti (o magari dei domini specifici) a monte della propria connessione domestica.

Prezzo e considerazioni

Attualmente il Deeper Connect Pico è ancora in crowdfunding su Kickstarter, dove ha ormai raggiunto quasi un milione e mezzo di euro di donazioni. Ed è proprio su Kickstarter che si potrà acquistare il dispositivo con uno sconto del 45% rispetto al prezzo ufficiale: a partire da gennaio il Deeper Connect Pico costerà 199 dollari, ma attualmente lo si può portare a casa a 109 dollari, cioè circa 96 euro.

E a conti fatti, si tratta di una cifra piuttosto ragionevole soprattutto considerando che un abbonamento annuale ad una VPN di buona qualità potrebbe arrivare anche a 150 euro. Con il Deeper Connect Pico invece, una volta acquistato il prodotto non si dovrà pagare più nulla. L’unico prezzo da pagare sarà condividere un po’ della propria banda, ma la condivisione è anche disattivatile nelle impostazioni: a questo punto però, tutto il progetto perderebbe un po’ del proprio senso.

Certo, è un prodotto che ha dei limiti, come la necessità di collegarlo ad una presa elettrica qualora lo si volesse utilizzare come ponte tra modem e router (ma, anche qui, lo si potrebbe connettere alla presa USB del router), oppure la limitazione della velocità ai 100 megabit. Ma tutto sommato si tratta di compromessi più che accettabili per la stragrande maggioranza delle persone, che con un unico dispositivo potrebbero riuscire a risolvere in maniera netta e semplice il problema della sicurezza online.



N.B. Se non doveste visualizzare il box con codice o il link all’acquisto, vi consigliamo di disabilitare l’AdBlock.

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