Recensione Honor 50: perfetto per i vlogger e con tutti i servizi Google

È tutto cambiato per Honor. L’azienda, un tempo sub-brand di Huawei, si è totalmente separata da quella Huawei che ci ha regalato perle come il P30 Pro o il Mate 20 e sì, lo ha fatto proprio per sfuggire a quel divieto che ha totalmente ammazzato una delle aziende che negli anni scorsi più hanno investito in ricerca e sviluppo nel mondo della telefonia mobile.

Ebbene, ci è voluto un po’ di tempo ma Honor 50 è arrivato anche in Italia nella sua versione Global, e l’ha fatto accompagnata da ciò che più è mancato a Huawei negli ultimi anni: i servizi Google.

Honor 50 è il primo smartphone della “nuova Honor” che non solo integra (finalmente) il Play Store, ma è animato da un processore Qualcomm, ha un super display curvo ai bordi, una fotocamera frontale d’eccellenza, un design da primo della classe ed un prezzo che lo inserisce proprio nel mezzo della fascia media di mercato.

Insomma tutto molto bello e, certo, non mancano i compromessi. Ma una cosa è sicura: ci voleva. Perché in un mondo diventato piuttosto noioso, il ritorno di un brand come Honor potrebbe davvero dare una scossa alla concorrenza. Un po’ come ha fatto Huawei nei suoi anni d’oro.

Recensione Honor 50: design, caratteristiche, fotocamera, display, batteria e prezzo

Design e materiali

Il punto del design dell’Honor 50 è semplice: display curvo, cornici sottili, spessore ridotto e una back cover in plastica, ma di ottima qualità. Insomma, si tratta di un prodotto che a primo acchito potrebbe subito sembrare familiare, con caratteristiche che trasmettono sensazioni premium, ma con quel “non so che” che lo rende anche decisamente un Honor.

In test abbiamo la colorazione Emerald Green (che è la mia preferita), ma è disponibile in altre tre colorazioni: Frost Crystal, Midnight Black e Honor Code. Ma eccetto quest’ultima versione, Honor 50 è una calamita per le impronte digitali, un problema che può essere risolto utilizzando la cover in silicone inclusa nella confezione, e che – ammettiamolo – è tipico dei dispositivi realizzati con questo “nuovo policarbonato” che tende ad imitare le sensazioni del vetro.

Il display è molto ampio, il che rende Honor 50 non proprio compatto, anzi. Fortunatamente quelli dell’azienda sono riusciti a mantenerlo piuttosto leggero (175 grammi) e sottile (7.8 millimetri), quindi quando lo si impugna si sente una sorta di sensazione di compattezza impossibile da trovare con altri dispositivi direttamente in competizione con il nuovo nato nella famiglia di Honor.

Il display curvo poi, lo rende ancora più snello quando lo si impugna con una mano e seppure io continui a preferire le soluzioni flat, è indubbio che la presenza di bordi curvi è il giusto “compromesso” per garantire comodità a chi non può fare a meno di schermi super grandi.

L’elemento più distintivo è però il camera bump posteriore. Ok, Honor dice che il design a doppio anello è ispirato alle fotocamere e lo paragona, anche in maniera piuttosto inquietante, ad un paio di occhi. Ed ok, nonostante si tratti del primo dispositivo della “nuova Honor”, in realtà si tratta di un camera bump che abbiamo visto anche in un altro smartphone (guarda caso di Huawei), ma chiariamo una cosa: il processo di design di uno smartphone è lungo e per Honor 50 è iniziato prima che le compagnie si separassero. Quindi amen per questa similitudine.

Ci sono però anche delle mancanze: Honor 50 non è uno smartphone con certificazione IP, quindi non è resistente ad acqua e polvere, e dispone esclusivamente di un unico speaker inferiore. Niente suono stereo, purtroppo.

Display

Che nella fascia media di mercato siano tantissimi gli smartphone dotati di un display di qualità è poco ma sicuro. Ma se c’è una caratteristica realmente distintiva in questo Honor 50 è propio lo schermo, perché l’azienda non solo è riuscita a mantenere il passo rispetto agli altri competitor, ma addirittura ad eccellere rispetto alla maggior parte dei dispositivi venduti nella stessa fascia di prezzo.

E il merito è dello scintillante pannello OLED curvo da 6.57 pollici, con risoluzione FullHD+, frequenza di aggiornamento di 120 Hz che garantisce inoltre una frequenza di campionamento del tocco di 300Hz, una copertura al 100% della gamma di colori DCI-P3 ed il supporto per oltre un miliardo di colori.

E ve lo dico subito: qualora si potesse sopravvivere alla mancanza di una risoluzione maggiore (cosa che la stragrande maggioranza degli esseri umani dovrebbero riuscire a fare), non c’è un solo motivo per il quale non essere soddisfatti dal display dell’Honor 50.

Si tratta di un pannello ben vivido, con neri profondi e contrasti molto piacevoli, che già out-of-the-box è caratterizzato da una calibrazione del bianco e della temperatura ben eseguita, ma che è chiaramente possibile personalizzare attraverso le tante opzioni disponibili nelle impostazioni.

Il sensore per le impronte digitali è stato inserito sotto lo schermo, ed è veloce ed affidabile, mentre in alto è presente la fotocamera frontale, che è stata inserita in un punch sole con il quale quelli di Honor avrebbero potuto sforzarsi un po’ di più: a mio parere è eccessivamente grande, e se l’azienda avesse voluto avrebbe potuto ridurne profondamente le dimensioni.

Hardware e prestazioni

In quanto ad hardware e prestazioni, il punto è questo: Honor 50 è uno dei primi smartphone del brand non animato da un Kirin ma da un Qualcomm, anche se – e questo bisogna dirlo – è proprio il processore forse l’unico fattore che lo rende un medio gamma. E lo fa perché l’azienda, per ovvie ragioni di riduzione del prezzo di vendita, ha pensato di evitare la serie 8 del produttore statunitense, a favore di uno Snapdragon 778G che sì, è un SoC di fascia media, ma che – come vedremo – è in grado di garantire un buon equilibrio tra prestazioni, autonomia e prezzo di vendita.

La realtà dei fatti è che anche se per qualcuno la scelta di questo SoC potrebbe sembrare un compromesso, in realtà le “rinunce” in termini di prestazioni sono ben poche. Il modello che abbiamo in prova è dotato di 6 GB di memoria RAM e di 128 GB di memoria interna, ma in vendita ci sarà anche un modello dotato di 8 GB di memoria RAM e 256 GB di memoria interna.

Ma veniamo ai numeri. Nei nostri benchmark, lo Snap 778G ha ottenuto un punteggio piuttosto simile a quello che abbiamo visto nel Reale GT Master Edition ed in alcuni test relativi alla CPU ha ottenuto punteggi prossimi a quelli di uno Snapdragon 888. La differenza prestazione più marcata l’abbiamo rilevata nei test relativi alla GPU, con i quali ha ottenuto un punteggio leggermente inferiore a quello tipico di dispositivi animati con Snap 888 (o i diversi gaming phone), ma che tutto sommato ci è sembrato comunque sufficiente e solido.

Il dato leggermente contraddittorio però, l’abbiamo trovato con lo stress test di AnTuTu. Vuoi per una mancata ottimizzazione, vuoi per una gestione forse troppo conservativa dello Snap778G, il test ha evidenziato una gestione piuttosto altalenante delle frequenze dei core, con delle performance che hanno raggiunto il 100% solo nei minuti iniziali del benchmark, per poi rimanere in un range che varia tra il 40% e il 60% praticamente per tutta la sua durata. E nonostante questa “conservazione” di energia, la batteria del dispositivo ha perso un 10% circa in 15 minuti.

Ad ogni modo, sia le operazioni più comuni che l’esecuzione di giochi 3D più complessi, non saranno un problema per l’Honor 50 che – già nella versione che abbiamo in prova, dotata di 6 GB di RAM – non ha mostrato alcun segno di cedimento o lag di sorta. E questo è reso possibile anche grazie alla tecnologia GPU Turbo X, che quelli di Honor hanno dovuto adattare all’architettura di Qualcomm con un discreto successo: per come la vedo io, il grosso del lavoro è stato fatto, ma l’azienda ha ancora da lavorare sull’ottimizzazione di questa tecnologia.

Fotocamera

In quanto a fotocamere, l’Honor 50 è un po’ controverso. E lo è perché ha alcuni innegabili punti di forza che lo rendono perfetto per la stragrande maggioranza delle persone (e dei creatori di contenuti) ma, allo stesso tempo, pecca un pochino in versatilità. Il protagonista principale del comparto fotocamere di Honor 50 è il sensore da 108 megapixel che, da solo, occupa praticamente la metà dello spazio dedicato alle fotocamere. Si tratta di un sensore di ottima qualità, in grado di riuscire a garantire ottimi scatti non solo in condizioni di buona luminosità, ma anche utilizzando la modalità notte con la quale le immagini prodotte saranno sempre pulite, con una buona gestione della gamma dinamica e tonalità ben bilanciate: i sample che vedrete in questa recensione, ad esempio, sono stati scattati in condizioni di buio quasi estremo, ed i risultati sono niente male nonostante quelli di Honor abbiano pensato di non inserire alcun sistema di stabilizzazione ottica (OIS).

E la stessa ottima qualità, la si trova anche nella fotocamera frontale da 32 megapixel che, anche grazie ad un’ottica molto ampia e con un Field of View di 90°, è un grado di permettere lo scatto di selfie di gruppo sempre ben prodotti, e nettamente migliori rispetto alla media che si trova sui diretti competitor dello smartphone, nella fascia di prezzo tra i 300 ed i 500 euro.

Le cose cambiano però quando si utilizzano gli altri sensori integrati in Honor 50. In questo caso il gap qualitativo con la lente principale è piuttosto palese, soprattutto nel caso della lente ultra-grandangolare da 8 megapixel che produce immagini di un livello nettamente inferiore a quelle prodotte dal sensore da 108 megapixel, complice anche un’ottica che – a mio avviso – sarebbe dovuta essere leggermente più luminosa. C’è poi un sensore di profondità da 2 megapixel che verrà utilizzato nella modalità ritratto e nella modalità apertura, che garantisce un ottimo effetto sfocato, e c’è poi una lente macro sulla quale ci sarebbe ancora un po’ da lavorare: è a focale fissa, non è stabilizzata, e necessità che ci si posizioni esattamente a circa 4 cm dal soggetto che si vuole fotografare per riuscire ad ottenere un risultato decente.

Ma oltre alle foto scattate con il sensore da 108 megapixel, il vero punto di forza dell’Honor 50 sono i video. E non mi riferisco ai video “tradizionali”, che sono di buona qualità, possono essere registrati alla risoluzione massima di 4k a 30 fps e sentono un pochino la mancanza di una stabilizzazione ottica, ma sto pensando alle diverse modalità di registrazione che quelli di Honor hanno pensato di integrare. 

C’è ad esempio la modalità Storia, con la quale sarà possibile registrare dei brevi video a tempo di musica in pochissimi secondi seguendo le istruzioni che vengono visualizzate molto chiaramente a schermo, e c’è la modalità Multi-Video che consentirà di registrare video utilizzando due fotocamere contemporaneamente e sfruttando diversi template, e con tutte le ottiche disponibili (frontale inclusa).

Insomma, è chiaro che da questo punto di vista quelli di Honor hanno lavorato parecchio per sviluppare un’interfaccia che renda straordinariamente facile gestire tutte le opzioni della fotocamera, anche durante la registrazione che (tra le altre cose) si può mettere anche in pausa.

Software

Ad ogni modo, la grande novità di questo Honor 50 in realtà non ha nulla a che fare con le caratteristiche tecniche del dispositivo, o – direttamente – con l’azienda stessa: il nuovo smartphone del brand cinese è animato da una versione e completa di Android 11 personalizzata con l’interfaccia Magic dell’azienda, e che supporta al 100% tutti i servizi di Google. Quindi sì, si possono utilizzare app come Gmail, Maps, Documenti etc, e si possono scaricare app e giochi dal Play Store.

Detto questo, ci troviamo al cospetto della tipica interfaccia di Honor. Anche se negli ultimi 2 anni il brand è stato vittima delle stesse restrizioni che hanno bloccato Huawei ed ora diventando indipendente è (finalmente) tornata libera, in realtà l’esperienza utente con l’interfaccia di Honor 50 è quanto di più familiare ci possa essere per chiunque conosca il brand. Le icone sono grandi, ben organizzate, la tavolozza dei colori è molto pulita e sono presenti tutte le funzionalità tipiche del brand.

A questo punto la mia curiosità è più rivolta verso il futuro, quando Honor avrà la possibilità di sviluppare meglio la propria interfaccia grafica e si allontanerà sempre di più da quella che abbiamo visto e rivisto negli smartphone di Huawei. Ed un assaggio di questa transizione lo si può già trovare nella sezione Always on di Honor 50, dove l’azienda ha inserito tantissimi orologi, alcuni dei quali richiamano il design “Material You” del nuovo Pixel: si tratta di quelli artistici, che permettono di estrarre tre colori da una foto ed impostarla sullo schermo sempre attivo.

Autonomia della batteria

La batteria di Honor 50 è una 4300 mAh, una capienza tipica della fascia di prezzo, che anche grazie alla gestione conservativa dello Snap riuscirà a garantire senza alcun dubbio un giorno di autonomia anche impostando la frequenza di aggiornamento a 120 Hz ed attivando l’Always On. E, si sa, oggi giorno sono queste le funzionalità più energivore. Difficilmente si arriverà al secondo giorno, ma con un utilizzo piuttosto leggero ci si potrebbe anche riuscire.

Ma riguardo alla batteria c’è una cattiva notizia ed una buona notizia. La cattiva è che manca la ricarica wireless, la buona è che con il caricabatterie veloce a 66w che è incluso in confezione è possibile ricaricare il dispositivo in pochissimo tempo: nei miei test, in circa 15 minuti lo smartphone si è ricaricato dallo 0% al 51%. Il che non è niente male.

Prezzo e conclusioni

Il prezzo di vendita di Honor 50 è di 529 euro per la versione 6/128, e diventa 599 per la versione 8/256. Fino all’11 novembre però, utilizzando li coupon che trovate in basso sarà possibile acquistare entrambi i dispositivi (in tutte le colorazioni) con 50 euro di sconto. Ed è un prezzo che lo colloca proprio al centro della fascia media, una fascia che – si sa – ormai è piena di concorrenti. Mi viene da pensare al OnePlus 9, o al Realme GT che sì, tecnicamente costerebbero leggermente in più al neonato di casa Honor, ma che potrebbero dargli del filo da torcere.

La realtà dei fatti però, è che l’Honor 50 è un ritorno graditissimo dell’azienda nel mercato globale. Le sue caratteristiche di spicco sono senza dubbio il design e lo schermo, che a questo prezzo è praticamente imbattibile e sembra appartenere ad una fascia più alta, ma anche la velocità di ricarica e le prestazioni generali non sono niente male.

Insomma, è uno smartphone che consiglierei? Sì, soprattutto se acquistato usufruendo dei 50 euro di sconto. Però, avrei preferito che quelli di Honor avessero pensato di integrare l’audio stereofonico o, quantomeno, la ricarica wireless: è vero che sono caratteristiche non semplicissime da trovare in questa fascia di prezzo, ma se Honor 50 ne fosse stato dotato sarebbe stato probabilmente la migliore alternativa nel mercato dei medio gamma. È senza dubbio il miglior Honor che ho provato negli ultimi 2 anni, e se queste sono le premesse non vedo l’ora di mettere le mani sull’ormai imminente Honor Magic 3 nella sua versione global.





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