Xiaomi beccata a castrare il suo nuovo top: che cosa sta succedendo

xiaomi 11t pro

In questi giorni non si parla che del nuovo modello CIVI (per la Cina), dell’ultimissimo tablet della casa di Lei Jun e della serie 11T. L’azienda asiatica ha sfornato ancora una volta una carrellata di dispositivi di tutto rispetto, ma alcuni test svolti da un portale tech gettano un po’ di ombre sulle performance di Xiaomi 11T Pro: in base a quanto emerso il flagship verrebbe castrato lato software, con prestazioni limitate in determinate circostanza. Proviamo a fare il punto della situazione.

Xiaomi 11T Pro: l’azienda limita le prestazioni del top di gamma, secondo questi test

Il throttling della CPU non è di certo una pratica poco comune: a luglio abbiamo avuto il caso di OnePlus, con delle limitazioni dedicate all’ultimo top 9 Pro e la promessa di un aggiornamento per permettere agli utenti di scegliere se e come “limitare” il proprio dispositivo. Per quanto sia facile lasciarsi andare a teorie legate all’obsolescenza programmata, spesso la verità è ben più amara e meno “cinematografica” (anche se non sono mancati casi in mala fede, sia chiaro): ormai si continua a puntare su chipset sempre più potenti, una caratteristica che ingolosisce gli utenti e rende uno smartphone più appetibile rispetto al predecessore o ai rivali. Tuttavia questa potenza è spesso superflua per un utilizzo quotidiano e senza delle ottimizzazioni possono verificarsi sprechi delle prestazioni, ovviamente con un impatto su autonomia e temperatura.

xiaomi 11t pro

Alla luce di ciò è alquanto probabile che lo stesso sia avvenuto anche per Xiaomi 11T Pro: il flagship sarebbe stato castrato in alcune circostanze, con un prestazioni limitate per evitare sprechi. In base ai test effettuati è emerso che con alcune applicazioni (particolarmente pesanti) il dispositivo rallenta le sue prestazioni in modo da impedire surriscaldamenti.

xiaomi 11t pro

Tuttavia è anche da comprendere il punto di vista dei media e degli esperti: questo comportamento è fuorviante per i benchmark dedicati alla GPU, in quanto restituiscono risultati falsati e differenti rispetto alla “realtà”. Come nel caso di OnePlus, anche per Xiaomi sarebbe bene che la compagnia offrisse gli utenti la possibilità di scegliere autonomamente tra ottimizzazione o massime performance. Voi cosa ne pensate? Comunque restiamo in attesa di ulteriori dettagli e magari della risposta di Xiaomi.

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