OnePlus 2.0: ecco cosa cambierà con la fusione con OPPO

oneplus 2.0 oppo

Adesso è ufficiale: OnePlus 9T non si farà. E questa volta a dirlo non sono i leaker o le voci di corridoio, bensì la stessa dirigenza della compagnia. Ad arrivare sul mercato dovrebbe esserci invece OnePlus 9RT, ma non è quello il punto di questo articolo. Dopo l’annuncio degli scorsi mesi, adesso abbiamo nuovi dettagli sulla fusione fra OnePlus e OPPO e tutto ciò che ne conseguirà. Era lo scorso giugno quando le due compagnie annunciavano l’unione dei rispettivi team. Una notizia che sollevò un certo polverone, confermando l’impressione che in molti avevano avuto nel corso degli anni, ovvero che OnePlus è un sub-brand di OPPO. Un aspetto che nessuna delle due parti ha affrontato, ma che è stato confermato in un documento interno trapelato da una fonte attendibile.

OnePlus e OPPO si uniscono: novità per il futuro della OxygenOS

Da quando OnePlus e OPPO si sono unite, si è generato un certo malcontento, anche all’interno della stessa OnePlus. Ma potrei dire lo stesso in casa OPPO, visto che dopo la fusione sono stati avviati corposi tagli al personale. L’idea che si è venuta a formare nell’ambiente è che OPPO abbia deciso di rientrare in carreggiata dopo un’espansione troppo rapida avvenuta negli anni passati. Allo stato attuale, praticamente OPPO possiede due sub-brand: OnePlus e Realme. Il motivo di tutta questa stratificazione deriva dalla volontà di aggredire il mercato sotto più fronti possibili, con una rinnovata strategia di posizionamento.

OPPO si dedica perlopiù ad una strategia classica, ovvero un catalogo fatto di tanti prodotti in ogni fascia di prezzo, in primis in Asia ma allargandosi all’Europa. C’è poi OnePlus, nata come underdog per contrastare lo strapotere online di Xiaomi a suon di flagship killer, ma che ultimamente ha indirizzato la sua strategia anche a modelli di fascia media. E se la fascia alta di OnePlus ha attecchito quasi esclusivamente in Nord Europa e USA, la fascia media vuole far gola al resto delle nazioni. In particolare in India, dove invece è Realme a macinare alti numeri, così come anche in Europa.

Ecco la strategia dei prodotti OnePlus

Anche se OnePlus e OPPO hanno ufficialmente annunciato il matrimonio qualche mese fa, OnePlus 2.0 rappresenta il nuovo punto d’inizio che ne consegue. Lo stesso fondatore Carl Pei specifica che è da un anno che fa il supervisore delle strategie di prodotto hardware e software sia di OnePlus che di OPPO. Pur tenendo a rimarcare il mantenimento dello spirito Never Settle, il futuro di OnePlus sarà sempre più diversificato. Si parte dalla fascia 100/300$, nella quale rientrano i modelli più economici della famiglia Nord N. Si sale poi a quella dei 300/500$, ovvero la serie Nord e Nord CE, ed infine la fascia sopra i 500$, cioè i flagship targati OnePlus.

E non si può non vedere lo “zampino” di OPPO, azienda che ha influenzato la scelta dei prodotti di casa OnePlus. Anche OPPO (così come un po’ tutti i produttori) ha diverse serie di smartphone che rispecchiano le stesse scelte. Smartphone economici con la serie A, mid-range più o meno pregiati con le serie Reno e K ed infine i top di gamma più o meno costosi con la serie Find ed Ace.

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Come cambierà la OxygenOS con OnePlus 2.0?

Ma la vera domanda che tutti si pongono, quando si parla di fusione fra OnePlus ed OPPO, è cosa accadrà alla divisione software. Anche perché i tagli al personale delle due compagnie riguardano soprattutto questa divisione, probabilmente quella più soggetta al nuovo organigramma. Le aziende hanno confermato l’integrazione del codice software che sta alla base di OxygenOS e ColorOS. Un cambiamento che è già parzialmente iniziato con OxygenOS 11 e ColorOS 11, ma che diventerà ufficiale con l’arrivo dei major update in dirittura d’arrivo.

Il codice software che sta alla base delle due interfacce sarà quindi condiviso e viene fatto presente che il “nuovo sistema operativo” sarà una commistione degli aspetti positivi delle due UI. In pratica, un firmware che prenderà “fluidità, pulizia e leggerezza” dalla OxygenOS e “affidabilità e ricchezza di funzionalità” dalla ColorOS. Il primo smartphone ad averlo pre-installato sarà il prossimo top di gamma OnePlus, presumibilmente quel OnePlus 10 che debutterà durante il 2022. E sarà sempre nel 2022 che il nuovo major update inizierà ad arrivare sui dispositivi Global di OnePlus. Soltanto a quel punto potremo saggiarlo con mano e capirne i vantaggi, ma Pete Lau ha anticipato che l’integrazione del codice software migliorerà gli aggiornamenti OnePlus e li renderà più tempestivi.

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Come si chiamerà il “nuovo sistema unificato”?

Carl Pei ha parlato dell’integrazione del codice software fra OxygenOS 12 e ColorOS 12, in vista del nuovo aggiornamento ad Android 12. A questi due major update hanno lavorato due team separati, ma adesso i due team sono stati fusi in uno solo che lavorerà a questo “nuovo sistema unificato”. Viene da chiedersi se verrà utilizzato un nuovo nome o se semplicemente verrà mantenuta le due nomenclature OxygenOS e ColorOS.

Ma cosa cambierà fra ColorOS e OxygenOS?

È inutile negare che tutto questo cambiamento abbia creato un certo grado di confusione fra OnePlus e OPPO, ma soprattutto fra OxygenOS e ColorOS. Anche perché OPPO ha recentemente annunciato la ColorOS 12 in Cina e ha sottolineato che nei prossimi mesi il major update arriverà anche su tutti i top di gamma OnePlus, dalla serie 9 a quella 7/7T. A questo punto verrebbe da chiedersi: ma se in Cina i telefoni OnePlus hanno la ColorOS, perché non fare lo stesso anche nel resto del mondo? Perché negli altri mercati viene mantenuta questa diversificazione fra ColorOS e OxygenOS?

A questa domanda non c’è ancora una risposta ufficiale, ma possiamo fare una supposizione. Partiamo col dire che OnePlus in Cina non ha mai sfondato ed è normale, perché è un brand che nasce volontariamente con un’impronta più occidentale che asiatica. Per questo, non avendo grandi vendite in Cina, OnePlus ha deciso di sostituire in toto la HydrogenOS (la versione cinese della OxygenOS) con la ColorOS. È una questione economica: se in Cina le vendite sono scarse, non vale economicamente la pena avere un team software dedicato.

Al contrario, uno dei motivi del successo in occidente di OnePlus si chiama proprio OxygenOS. Sostituirla con la ColorOS sarebbe una mossa a dir poco azzardata e che farebbe storcere il naso agli utenti più entusiasts e che rischierebbe di azzoppare parte delle vendite. E forse non è un caso che OnePlus stia puntando moltissimo sulla serie Nord, cioè prodotti meno costosi e meno indirizzati ai geek. Insomma, questo “nuovo sistema operativo unificato” sarà sostanzialmente lo stesso software, ma con personalizzazioni ad hoc. Ed è ovvio che OnePlus manterrà alcuni dei capisaldi che l’hanno caratterizzata nella sua vita, come ad esempio la conferma del poter fare lo sblocco del bootloader (al contrario di OPPO) e l’utilizzo di una UI pulita e leggera.

Una notizia da non sottovalutare

Con l’annuncio di OnePlus 2.0, è stato fatto presente che sono stati uniti il design team di OnePlus e OPPO. E se già negli anni passati erano evidenti “similitudini” fra gli smartphone OnePlus e OPPO, non è da escludere che da qui in avanti queste similitudini si intensifichino. Al contrario, i team relegati a marketing, branding e PR continueranno ad essere diversi fra le due aziende.

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