Lei Jun si sfoga: “Quella volta che Apple rise di Xiaomi”

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Il 2021 è stata un’annata molto importante per Xiaomi: pur essendo stata fondata nel 2010, il 2011 è considerato il vero anno di debutto, pertanto stiamo parlando del suo decennale. Un decennio contraddistinto da numerosi traguardi, ma anche delle tipiche difficoltà che un’azienda ambiziosa come questa è solita affrontare. E visto che il 2021 segna i suoi dieci anni, Xiaomi ha ben scelto di celebrarlo con una serie di eventi molto importanti. In primis il grande evento di marzo, diviso in due giorni vista la quantità di novità presentate, fra serie Mi 11, Mi MIX Fold e chip proprietario Surge C1, Mi Band 6 e Mi Notebook Pro 2021. Ma anche l’evento di ieri è stato altrettanto importante, con “soltanto” due novità ma di impatto come Mi MIX 4 e Mi Pad 5. Per non parlare delle nuove smart TV OLED e del bizzarro CyberDog.

Vista l’importanza mediatica del palcoscenico, la presentazione di Mi MIX 4 è stata preceduta da un lungo discorso di Lei Jun. Un discorso atto a celebrare questi dieci anni di attività, durante i quali Xiaomi ha attraversato un percorso vincente ma pure tortuoso. Anche per questo, il patron Xiaomi ha colto l’occasione per levarsi qualche sassolino dalla scarpa, ma allo stesso tempo parlare di momenti di fragilità del suo operato a capo della società.

Lei Jun parla dei primi anni di Xiaomi, fra sconfitte e conquiste

Come forse già saprete, Xiaomi non nacque come produttore telefonico, definendosi sin da subito una “internet company“, con la parola “MI” che sta ad indicare proprio “Mobile Internet“. Un modello di business dove a contare sono software e servizi e dove l’hardware è soltanto un mezzo per raggiungere tali obiettivi. D’altronde lo stesso Lei Jun è laureato in informatica e la sua prima esperienza lavorativa fu in Kingsoft, dove entrò come ingegnere a soli 23 anni. Gli bastarono 6 anni per diventare CEO dell’azienda e portarla ad essere quotata in borsa, accumulando soldi a sufficienza per diventare un investitore intraprendente. E fra le sue avventure nel mondo delle startup va citata la fondazione nel 2000 della libreria online Joyo.com, il cui successo attirò Amazon fino al suo acquisto per 75 milioni di dollari nel 2004.

Grazie all’esperienza accumulata e al tesoretto accumulato, il 2010 sarà l’anno in cui Lei Jun, assieme ad altri sei colleghi, fonderà Xiaomi. Da allora, Xiaomi è riuscita rapidamente a scalare le classifiche mondiali, arrivando recentemente alla posizione #338 nella prestigiosa classifica Fortune 500 Global 2021. Il 2021 si sta rivelando un’annata molto positiva nei confronti di Xiaomi, un’azienda che si è trovata nella posizione ideale per capitalizzare del tracollo di Huawei. Oggi l’azienda è al primo posto in Italia, al secondo posto in Europa e su scala globale oscilla fra primo e secondo posto, avendo ufficialmente superato Apple e stando sul fiato sul collo a Samsung.

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A proposito di Apple, Lei Jun ha voluto ricordare la prima edizione della World Internet Conference (Wuzhen Summit) del 2014, alla quale presero parte diverse personalità di spicco del settore. All’evento presenziavano il patron di Alibaba Jack Ma, così come William Ding Lei di NetEase, Robin Li Yanhong di Baidu (il Google cinese) Victor Koo di YouKu (lo YouTube cinese). Oltre ai colossi cinesi non mancava la controparte occidentale, con la presenza di Paul Jacobs di Qualcomm, Vaughan Smith di Facebook e l’allora Senior VP di Apple, Bruce Sewell.

Durante la conferenza, la host chiese a Lei Jun quale fosse la strategia a lungo termine di Xiaomi, un’azienda giovane ma che in soli 3/4 anni aveva dimostrato grandi capacità. Ricordiamo che nel 2010 debuttava la MIUI, per poi essere seguita dal primo Xiaomi Mi 1 nel 2011, da Mi 2 nel 2012 e dall’espansione del catalogo con la serie Redmi e Redmi Note fra 2013 e 2014, macinando milioni di vendite in Cina. La risposta di Lei Jun fu tanto chiara quanto ambiziosa: arrivare al primo posto nel giro di 5/10 anni. All’epoca la posizione di dominio era in mano ad Apple ed infatti il VP Bruce Sewell non tardò a controbattere: “Facile a dirsi, difficile a farsi”, non senza qualche sorrisino.

Parliamoci chiaro, probabilmente chiunque di noi, al suo posto e in quel contesto storico, avrebbe risposto allo stesso modo. Senza contare anche lo scetticismo storico che il popolo USA ha molto spesso riservato al mercato cinese. Ma come si evince dal mio video-editoriale “Perché gli smartphone vengono tutti dalla Cina?“, sottovalutare la Cina è proprio uno dei problemi con cui gli USA si sta scontrando negli ultimi anni. Dal 2014 arriviamo così al 2021: 7 anni dopo, Xiaomi ha ufficialmente superato Apple. Insomma, ride bene chi ride ultimo, ma la strada è ancora lunga e all’orizzonte c’è una serie iPhone 13 che potrebbe ribaltare nuovamente la situazione.

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