Recensione Nest Hub 2a generazione: con l’analisi del sonno, Project Soli ha (finalmente) un senso

Esteticamente potrebbe sembrare praticamente identico al suo predecessore ma, dentro la scocca, le cose cambiano tantissimo. Il nuovo Nest Hub di 2a generazione arriva finalmente anche in Italia, e sì: è il primo smart display ad integrare la tecnologia Soli. Quella che abbiamo tanto amato e odiato nel Pixel 4 dell’anno scorso, ma che su un dispositivo del genere inizia ad avere molto più senso che su uno smartphone. Il motivo? Grazie a Soli, il Nest Hub di 2a generazione è in grado di rilevare il sonno con una precisione quasi disarmante, ed è addirittura in grado di analizzare la respirazione e tener conto di eventuali apnee notturne.

Ma le novità non sono solo queste. C’è un nuovo pannello, molto più bilanciato, dei nuovi speaker, con bassi più profondi, e molto altro. E c’è anche un nuovo prezzo: il Nest Hub di 2a generazione costa 99,99 euro e sarà disponibile praticamente in tutte le catene della grande distribuzione, oltre che nello Store ufficiale di Google.

Con la speranza, ormai sempre più vana, di vedere arrivare il Google Home Max anche in Italia, abbiamo avuto modo di provare per circa una settimana il nuovo smart speaker targato Big G: le novità introdotte, saranno sufficienti a combattere la sempre più agguerrita concorrenza di Amazon e i suoi Echo?

Recensione Nest Hub di 2a generazione: analisi del sonno, audio e caratteristiche

Design e materiali

Esteticamente il Nest Hub di 2a generazione è praticamente identico al modello precedente e, molto probabilmente, affiancati i due smart display difficilmente si riuscirebbe a distinguere le versioni. Delle differenze però ci sono: con i suoi 12,04 x 17,74 x 6,95 cm è leggermente più compatto del suo predecessore ed anteriormente il cambiamento di design più evidente è relativo al vetro frontale che ora arriva fino al bordo (e non è più chiuso in una cornice in plastica).

Per il resto però, sono praticamente identici. Non c’è alcuna telecamera, quindi no, ancora niente video chiamate, sul retro sono presenti il tasto del volume e lo switch per disabilitare i microfoni, che nella nuova versione diventano 3 e non più 2. Purtroppo, neppure in questa revisione è stata inserita una porta USB per ricaricare i dispositivi, ma c’è da dire che quelli di Google un grande passo in avanti lo hanno fatto: hanno finalmente trovato la quadra per il loro Project Soli che, ammettiamolo, è sempre stato inutile negli smartphone.

E tutto l’hardware di Soli lo si trova nascosto nella cornice superiore dello schermo, che continua ad essere piuttosto spessa, ma che ora nasconde un sensore precisissimo, che permetterà al Nest Hub di 2a generazione non solo di rilevare il sonno, qualora lo si riponesse su un comodino, ma anche di poter essere controllato con alcune gesture ben precise. Con la speranza che la funzione Sleep Sensing non diventi mai a pagamento, come stanno anticipando dei rumor.

Display e caratteristiche

Il display del Nest Hub di 2a generazione continua ad essere caratterizzato dalla tipica diagonale da 7” con una risoluzione di 1200 x 600 pixel, ma utilizza un nuovo pannello che ho trovato non solo leggermente più luminoso, ma anche meglio bilanciato. I bianchi, i colori e la saturazione sono più piacevoli e realistici, e le immagini risultano molto più vivide rispetto a quelle che vengono riprodotte dalla prima generazione dello smart speaker.

Integra poi anche il Bluetooth e, chiaramente, il WiFi, ma la vera novità hardware del Nest Hub 2 è nel supporto alla tecnologia CHIP: si tratta di un protocollo di rete che consente ai dispositivi domestici intelligenti di comunicare tra loro, indipendentemente dal produttore, e che permetterà al Nest Hub di 2a generazione di essere utilizzato come router di confine per la propria casa smart. Attualmente si tratta di una funzione non ancora attiva, ma quanto Google deciderà di rilasciare l’aggiornamento, lo smart display di Nest non solo potrà controllare un numero maggiore di dispositivi, ma potrà farlo anche in assenza di connessione internet gestendo tutto tramite il WiFi domestico.

Ed è questa la vera rivoluzione. Perché, ad esempio, ho dovuto scrivere questa recensione con qualche giorno di ritardo proprio perché mi sono ritrovato senza connessione a casa e, chiaramente, il Nest Hub non poteva funzionare. E non hanno funzionato neppure tutti i miei dispositivi smart: luci, prese, addirittura il citofono di Nest, senza connessione internet sono diventati praticamente inutili. Ecco, in questo caso CHIP avrebbe potuto risolvere la situazione, permettendomi di utilizzare tutti i prodotti smart anche senza connessione.

Analisi del sonno – Nest Hub 2a generazione

Ma è chiaro, CHIP è una di quelle novità che vengono spesso prese poco in considerazione, soprattutto quando – come nel caso del Nest Hub di 2a generazione – viene introdotta una funzionalità con la quale è possibile monitorare il sonno senza dover indossare alcun wearable. Perché è come se Project Soli abbia trovato nel Nest Hub il suo luogo ideale e, finalmente, abbia uno scopo utile e ben definito.

Come abbiamo già accennato, la tecnologia radar Soli è in grado di rilevare anche il più piccolo dei movimenti, come il movimento di un torace durante la respirazione. Un’analisi che, affiancata dai microfoni e dal sensore di luminosità ambientale, permette al Nest Hub di effettuare un rilevamento del sonno estremamente preciso. A patto che lo si posizioni sul comodino, ad una trentina di centimetri dal letto e senza alcun oggetto d’intralcio nel suo raggio d’azione.

Ho provato l’analisi del sonno del Nest Hub per circa 10 notti, paragonandola poi a quella rilevata da un Apple Watch, e c’è poco da dire: Google ha ottenuto un risultato eccezionale con questa idea. I dati rilevati dallo smart speaker si sono rivelati molto simili a quelli rilevati dall’Apple Watch di 6a generazione: durata del sonno, sveglie notturne, tempo di addormentamento, tutto è stato rilevato con estrema precisione. E questa è una comodità assurda, soprattutto per le persone che odiano indossare orologi, smartband ed affini nel corso della notte ma, allo stesso tempo, vogliono analizzare la qualità del proprio sonno per poi migliorarla.

L’unica differenza tra il Nest Hub ed un qualsiasi wearable sta nelle informazioni analizzate: lo smart display non fornisce una ripartizione delle fasi del sonno, né tantomeno analizza il tempo trascorso nella fase REM, o nelle fasi di sonno leggero e sonno profondo. Ma è in grado di capire quante volte si russa o quanto si tossisce.

I dati vengono poi sincronizzati in Google Fit, oppure possono essere visualizzati direttamente sullo schermo del Nest Hub 2, tramite una nuova sezione nella quale le statistiche sono state suddivise in tre aree: il tempo necessario ad addormentarsi, quanto si è dormito realmente e la relativa qualità del sonno. Questi tre fattori vengono visualizzati in cerchi, e vengono poi utilizzati (in via del tutto anonima) dal sistema di Google per suggerire alcuni consigli utili a migliorare il proprio sonno.

Ed è un sistema che funziona. Mi è capitato più volte di aver dormito meno del dovuto, ed il Nest Hub 2 mi ha consigliato di modificare l’ora in cui vado a dormire e mi ha fornito alcune informazioni utili con le quali avrei potuto migliorare la qualità del sonno. Dopo 7 giorni, poi, il Nest Hub 2a generazione produrrà un rapporto molto dettagliato sull’analisi del sonno, analisi che – chiaramente – si può disabilitare in qualsiasi momento.

Musica, video e Assistente Google

Con il Nest Hub di 2a generazione, è possibile guardare Netflix, Disney+ oppure ascoltare musica con Spotify, Tidal e tantissimi altri servizi di streaming. Il tutto anche grazie agli speaker integrati che, secondo quanto dice l’azienda, dovrebbero essere migliorati rispetto alla generazione precedente soprattutto nella resa delle frequenze basse: Google dichiara che il Nest Hub 2 sia in grado di riprodurre il 50% di bassi in più. Io dico che è migliorato, ma non a tal punto.

Ascoltando brani di diversi generi musicali, il miglioramento nella qualità del suono si nota, ma lo smart display di Nest è ancora ben lontano dal poter riprodurre suoni corposi ed in grado di riempire la stanza. Poco male però, anche perché per quello c’è già il Nest Audio, che continua ad essere tra i miei smart speaker preferiti.

C’è poi l’Assistente Google, che continua ad essere il solito, funzionale, Assistente Google. Le novità sono pari a zero e l’esperienza utente è praticamente identica a quella che si avrebbe con il Nest Hub di prima generazione, eccezion fatta per tutta la sezione relativa all’analisi del sonno. L’interfaccia è la stessa e, purtroppo, non è diventata più veloce rispetto alla versione precedente ed è un’occasione persa per Google.

Prezzo e conclusioni

Nest Hub 2a generazione è disponibile in Italia dal 5 maggio 2021 ad un prezzo di 99,99 euro. Una cifra giusta per la tipologia di dispositivo e per le novità che introduce. Certo, non è tra quegli smart display che ti seguono mentre ti sposti nella stanza, ma le novità introdotte da Google sono molto più concrete rispetto a quelle (forse troppo futili) che vengono pensate dalla concorrenza.

La presenza di Soli ed il supporto a CHIP rendono il nuovo smart speaker decisamente più longevo della versione precedente, se poi ci si aggiungono un audio migliorato ed un rilevamento del sonno che funziona incredibilmente bene, il mio consiglio non può che essere questo: chiunque sia interessato all’acquisto di uno smart display di Google, dovrebbe puntare assolutamente al Nest Hub di 2a generazione ed evitare il modello precedente anche se trovato in sconto.

Perché il Nest Hub 2 potrebbe sembrare identico al suo predecessore, ma le novità ci sono, sono corpose e sono tutte nascoste sotto la scocca.


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