RECENSIONE Sonos Roam: super compatto, CON ALEXA, audio spettacolare e tre FUNZIONI TOP

Immaginate un Sonos Move, ora rendetelo sensibilmente più piccolo e leggero, miglioratene il software ottimizzando il True Play automatico ed introducendo delle nuove funzionalità. E poi, puntate tutto su questo azzardo. Perché, in soldoni, è questo quello che ha fatto una delle più celebri aziende statunitensi nel mondo dell’audio introducendo il nuovo Sonos Roam, uno smart speaker portatile (compatibile con Google Assistant ed Amazon Alexa), che si può utilizzare sia con il Bluetooth che tramite WiFi, e che è stato presentato probabilmente nel momento meno adatto alla vendita di speaker pensati per il viaggio e la mobilità. Il nome, “Roam”, significa girovagare, ma è chiaro che oggi come oggi pensare di poterlo fare è ancora un azzardo.

Ma, fortunatamente, così come tutti gli altri prodotti dell’azienda anche il Sonos Roam si integra con tutto se stesso nell’ecosistema audio del marchio. E lo fa con un prezzo praticamente dimezzato rispetto a quello necessario per acquistare il suo fratello più grande. Costerà 179,00 euro, sarà disponibile dal 20 Aprile e sì, è un prezzo di fascia molto alta che potrebbe rendere ancora più difficile la vita al neonato statunitense. Ma hey, soprattutto nel settore audio la qualità si paga, ed il Roam si è guadagnato il titolo di speaker più economico tra quelli prodotti da Sonos.

Recensione Sonos Roam

Design e materiali

Sonos Roam è un prisma a base triangolare, con dei vertici smussati e l’eredità del design di tutti i prodotti dell’azienda. Già al primo sguardo si noterà una certa somiglianza con il Sonos Move e la Sonos Arc, ma le sue caratteristiche lo rendono un prodotto estremamente più compatto e portatile del fratello maggiore: basti pensare che Sonos Move è uno smart speaker portatile che pesa ben 3 Kg, mentre Roam pesa intorno ai 430 grammi ed ha dimensioni di 168 x 62 x 60 mm. Insomma è decisamente compatto e portatile. Il ché, inizialmente, mi ha fatto temere sulla reale qualità sonora (e sulla durata della batteria), caratteristiche che – soprattutto nel settore audio – generalmente cozzano con la portabilità.

Può essere utilizzato sia orizzontalmente che verticalmente, sulle due basi in gomma, è molto stabile in qualunque orientamento lo si posizionerà ed oltre all’ingresso per il cavo di ricarica USB-C, è compatibile anche con la ricarica wireless Qi: la basetta però, andrà acquistata a parte (e costa ben 49 euro), ma fortunatamente può essere ricaricato con qualsiasi altra basetta wireless.

Su una delle basi in gomma sono presenti i tasti per il controllo della riproduzione, per la gestione del volume e per la disattivazione del microfono, che potrà essere utilizzato sia per parlare in vivavoce (qualora fosse connesso allo smartphone tramite Bluetooth) che per la gestione degli assistenti digitali.

Infine, sarà disponibile in due colorazioni, Lunar White e Shadow Black: quella che abbiamo ricevuto in prova è la più chiara, a parer mio esteticamente più bella di quella nera ma molto soggetta ad impronte e sporco. Ed è soprattutto per questo che mi ha molto deluso vedere che quelli di Sonos non hanno incluso in confezione un case o quantomeno un sacchetto per il trasporto perché, dai, è un dispositivo fatto principalmente per essere portato in giro, ed avere una protezione del genere (soprattutto quando si ha la colorazione bianca) è una comodità alla quale non si deve rinunciare.

Ad ogni modo, la certificazione IP67 lo rende resistente all’acqua (anche ad immersioni fino ad 1 metro di profondità per un massimo di 30 minuti) e alla polvere, sabbia compresa. E dato che odio lo sporco che si accumula sulla colorazione bianca, ammetto di averlo lavato sotto l’acqua corrente senza perdere in alcun modo funzionalità e qualità audio.

App e funzionalità

Così come la Sonos Arc, Sonos Move, la Sonos Beam etc, anche Sonos Roam è in grado di gestire sia Google Assistant che Alexa, ma non contemporaneamente: bisognerà scegliere l’assistente digitale che si desidera tramite l’app di gestione chiamata Sonos S2.

Chi ha familiarità con i sistemi Sonos, saprà che la nuova versione dell’applicazione di gestione degli speaker è stata totalmente rivisitata, sia per quanto riguarda l’interfaccia grafica che per l’immediatezza di utilizzo. Sono stati corretti alcuni dei problemi più fastidiosi della prima versione ma, soprattutto, è stato introdotto il supporto ai formati audio ad alta definizione, assieme ad una ricerca più veloce nei vari servizi di streaming e ad una risposta praticamente immediata nella gestione degli altoparlanti (il controllo del volume, ad esempio, è a zero lag), non è per niente male. Ed oltre che con Google Assistant ed Alexa, Sonos Move è compatibile anche con Spotify, Amazon Music, Tidal e moltissimi altri servizi di streaming online che, tra le altre cose, potranno anche essere controllati con la voce e del tutto indipendentemente dal proprio smartphone.

Sempre tramite l’app Sonos S2 (o semplicemente utilizzando i comandi vocali) si potrà anche ascoltare una delle tante stazioni di Sonos Radio, un servizio di streaming dell’azienda nel quale convergono migliaia di stazioni provenienti da sorgenti già utilizzate in passato (sono oltre 60.000) che sono state però riorganizzate ed arricchite con delle emittenti locali internazionali, con canali tematici suddivisi per genere e con stazioni curate da musicisti e DJ di fama internazionale. Il tutto ad alta risoluzione. E se vi piace il genere, vi consiglio di ascoltare “Blues Masters” che è diventata, di fatto, tra le mie emittenti radio preferite.

E fin qui, chi conosce l’ecosistema Sonos direbbe “niente di nuovo”. Ma il Roam introduce due novità che ne spiegano totalmente l’essenza. Sostanzialmente, quando si è a casa, il Roam è a tutti gli effetti uno speaker dell’ecosistema di Sonos: si connette tramite WiFi (sia 2.4 che 5 Ghz) e si può integrare nel sistema multi-room wireless dell’azienda. Ha però una chicca in più, che si chiama Sound Swap: qualora si stesse ascoltando della musica su un sistema Sonos “fisso”, tenendo premuto per due secondi il tasto play del Roam, lo speaker portatile “catturerebbe la musica in riproduzione” e continuerebbe a riprodurla in mobilità, il tutto in meno di un secondo e con una continuità che fa quasi spavento.

Uscendo di casa, poi, il Sonos Roam si renderebbe conto della “lontananza” dalla rete WiFi domestica ed attiverebbe automaticamente il Bluetooth, per essere utilizzato in mentre si è in giro. E non finisce qui: infine, tornati a casa, sempre tenendo premuto per due secondi il tasto Play del Roam, il sistema disattiverebbe la riproduzione audio sullo speaker portatile per continuare a riprodurla sullo speaker domestico di Sonos più vicino al Roam.

È un sistema che funziona perfettamente e che, anche se per molti potrebbe sembrare quasi superfluo, conferisce a tutto l’ecosistema di Sonos quella continuità nell’utilizzo che lo consacra come uno dei migliori ecosistemi del mercato. Insomma, nel Roam c’è il 100% del DNA di Sonos, ma non a tutti saranno chiare le differenze con un più tradizionale speaker Bluetooth.

Qualità audio

Quando ho anticipato che le dimensioni compatte del Sonos Roam avrebbero influenzato la qualità generale dell’audio, non mi sbagliavo. Il suono riprodotto dal piccolino della famiglia ha poco a che vedere con l’incredibile corposità che si può trovare in un One, in un Move e in una Five. Ma considerando le dimensioni estremamente compatte, non si può non ammettere che quelli di Sonos un piccolo miracolo l’hanno fatto: proporzionalmente alle dimensioni, il Sonos Roam è tra i migliori speaker super compatti in circolazione.

All’interno del Sonos Roam son presenti un tweeter ed un mid-woofer biamplificati e realizzati in fibra di carbonio che, ovviamente, non possono essere definiti di dimensioni generose ed in grado di riprodurre un suono corposo come gli speaker più grandi. Dalla conformazione, poi, si intuisce facilmente che si tratta di uno speaker direzionale, ma può essere anche utilizzato in configurazione stereo associando due Roam.

La realtà dei fatti è che se si affiancassero un Move ed un Roam, il più piccolino suonerebbe molto peggio, proprio per via delle sue dimensioni più compatte. Ma paragonandolo con un qualsiasi altro speaker delle stesse dimensioni (ad esempio un Bose), anche i meno esperti si renderebbero conto che la qualità audio del Sonos Roam è decisamente di un altro livello. E non è da tutti continuare a garantire una fedeltà audio cristallina e corposa con dimensioni così ridotte, cosa che avviene con il piccolino di Sonos.

Devo ammettere però, che la corposità ed il perfetto bilanciamento delle frequenze sono molto più godibili a livelli di volume medi: alzando il volume al massimo, l’equalizzazione viene totalmente stravolta (probabilmente per preservare i driver) e la quantità di frequenze alte e basse viene notevolmente ridotta a favore di quelle medie. Per quel che mi riguarda, non utilizzerei mai il Roam a volumi massimi, sia per una questione dovuta al consumo energetico, sia per il fatto che con il volume al massimo la qualità di riproduzione scende al disotto dello standard (altissimo, è vero) dell’azienda.

Auto TruePlay

Sostanzialmente il concetto è questo: il Sonos Roam si corregge da solo, adattandosi all’ambiente nel quale è utilizzato. E lo fa sfruttando non solo i microfoni, che vengono gestiti anche per il controllo vocale, ma anche utilizzando un accelerometro integrato nello speaker stesso che rileva eventuali movimenti della cassa e fa partire automaticamente il processo di ottimizzazione: quando il movimento cessa per almeno 20 secondi, il processore interno analizza il segnale audio rilevato dai microfoni, elabora un’ottimizzazione calcolata in base alle riflessioni sonore e passa la palla al DSP interno che corregge l’emissione audio per bilanciare ed equalizzare le bande sonore.

Sembra una cosa complicatissima, ma in realtà è un processo talmente integrato nel dispositivo che l’utente non se ne renderebbe neppure conto se non per il tangibile miglioramento della qualità di riproduzione audio, ma attenzione: disabilitando i microfoni l’AutoTruePlay non funzionerà.

Autonomia della batteria – Sonos Roam

Sonos garantisce un’autonomia di circa 10 ore con un’unica carica del Roam. E devo ammettere che, in linea di massima, i risultati che ho ottenuto nei miei test sono stati tutto sommato in linea con quanto dichiarato dal brand. La realtà dei fatti però, è che – soprattutto in questo speaker – si tratta di un fattore estremamente dipendente dal tipo di utilizzo: attivando Google Assistant, ad esempio, ho notato un corposo battery drain in standby, che mi è sembrato essere meno presente con Alexa.

Va considerato poi che, in linea del tutto generale, i consumi utilizzando il Roam in WiFi sono sensibilmente maggiori rispetto a quelli che si avrebbero utilizzandolo tramite Bluetooth e che la funzione multi-room wireless ha un peso non indifferente sulla gestione della batteria.

Prezzo di vendita e conclusioni

Il Sonos Roam sarà disponibile in Italia al prezzo di lancio di 179,00 euro a partire dal prossimo 20 aprile. E sì, così come tutti gli altri prodotti dell’azienda, anche il piccolo Roam è un dispositivo di fascia molto alta, e va valutato in quanto tale. Si tratta di un dispositivo che andrà in diretta concorrenza ad esempio con il SoundLink II Mini di Bose (che attualmente ha uno street price di circa 180 euro), ma che qualitativamente è sensibilmente inferiore al Sonos. E non solo in termini di qualità audio, che sul Roam ho trovato molto più bilanciata a volumi medio/alti, ma anche in termini di funzionalità avanzate e dinamicità generale.

La sua integrazione con l’ecosistema Sonos e la qualità audio sono probabilmente i motivi principali per il quale una persona già utente dell’azienda lo preferirà rispetto a qualsiasi altro speaker portatile, ma potrebbe essere la giusta occasione per avvicinarsi al brand anche per chiunque non abbia mai utilizzato un prodotto del marchio statunitense.

È il migliore speaker portatile compatto bluetooth WiFi in commercio, c’è poco da fare. Ma non è perfetto: personalmente avrei preferito una gestione più bilanciata delle frequenze a volume massimo e che quelli di Sonos avessero pensato ad includere in confezione un sacchetto o un case per il trasporto.

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