DxOMark spiega come testa gli smartphone con la migliore autonomia

dxomark batteria

Fondata nel 2008 a Parigi, sono lontani i tempi in cui DxOMark si prestava esclusivamente alla valutazione del mercato delle fotocamere professionali. Da quando gli smartphone hanno acquisito così tanta importanza nel mondo della creazione multimediale, il team parigino ha ben pensato di accorparli nel proprio database. Negli anni, l’azienda è divenuta un punto di riferimento per coloro che cercano un parametro di considerazione per informarsi sui migliori esponenti della fotografia. Vista l’importanza acquisita nel tempo, i ragazzi di DxOMark hanno deciso di ampliarsi ulteriormente, aprendosi anche ad altri parametri tecnici.

Aggiornamento 10/05: con oggi partono i test dell’autonomia da parte di DxOMark, con una classifica dedicata ai migliori smartphone sotto questo punto di vista. A fine articolo trovate spiegato come si svolgono questi test.

Dopo fotocamera, display e speaker, DxOMark dirà anche testerà anche la batteria degli smartphone

Nel corso del 2020, nei laboratori di DxOMark si è deciso di aggiungere ai propri test telefonici anche altri aspetti oltre alla qualità fotografica. Prima è stato il turno del comparto audio, che va a braccetto con il comparto multimediale contraddistinto dalla fotocamera. Poi è toccato alla qualità dei display degli smartphone, essendo oggi il mezzo di trasmissione principale dei contenuti creati e diffusi in rete.

Se ciò non bastasse, DxOMark ha appena annunciato che a partire dal prossimo mese aggiungerà anche la qualità della batteria alla propria disamina. Il 10 maggio partirà il tutto, probabilmente con la prima recensione di uno degli smartphone di ultima generazione, anche se non sappiamo ancora quale sarà. Da lì in poi anche tale aspetto si aggiungerà a fotocamera, speaker e schermo, con una classificazione che immaginiamo riguarderà sia l’autonomia che la ricarica.

Ecco come funzionano i test | Aggiornamento 10/05

Sapere quanto sia capiente la batteria di uno smartphone spesso non è un dato esaustivo per capire quale sia l’autonomia di uno smartphone. Per questo, DxOMark ha deciso di introdurre la batteria fra le sue valutazioni. I test di laboratorio comprendono tre parametri: autonomia (quante ore dura), ricarica (quanto ci mette a caricarsi) ed efficienza (quanta energia viene sprecata nella ricarica). Per essere quanto più precisi possibili, DxOMark ha allestito dei laboratori appositi dotati di robot ed apparecchiature all’avanguardia per svolgere questi test.

L’autonomia di uno smartphone è collegata a diversi fattori di cui tenere conto. In primis hardware e software, ma anche che tipo di funzionalità contiene quello smartphone, quanti processi in background ha quando è attivo/disattivo ed il modo in cui le persone lo utilizzano. E ad eseguire alcuni di questi test ci sono proprio dei robot tattili che replicano il funzionamento nell’utilizzo di tutti i giorni. Il tutto si svolge all’interno di un’apposita Gabbia di Faraday allestita per schermare i telefoni da segnali esterni che potrebbero influire negativamente. Questo rende possibile a DxOMark di poter svolgere test replicabili senza che ci siano interferenze saltuarie.

Autonomia

Partiamo dall’autonomia. Per poter coprire un po’ tutti gli scenari di utilizzo, DxOMark divide i test in tre sotto-categorie: stazionario, in movimento e calibrato. I test stazionari vedono i robot compiere una serie d’azioni che imitino il comportamento umano quando ci si trova in casa o in ufficioso. Viene simulata una giornata dalle 7:00 alle 23:00, ore in cui lo smartphone viene usato per fare chiamate, usare i social, riprodurre musica e video, giocare, navigare sul web e così via. Arrivati alle 23, lo smartphone viene lasciato stare fino al mattino dopo, fino a che la batteria dura.

I test in movimento, invece, gli smartphone vengono presi dagli ingegneri e portati fuori dagli uffici DxOmark per circa 3, seguendo un itinerario di diversi chilometri. Il tragitto comprende una sezione di camminata, autobus e metropolitana, il tutto condito da telefonate, social, foto e video, musica in streaming e navigazione GPS.

Infine, i test calibrati si svolgono nuovamente nella Gabbia di Faraday, dove i robot eseguono una singola attività in loop per diverse ore. Giochi, streaming video in rete dati e Wi-Fi, telefonate ed altro ancora. Questi test si svolgono con gli stessi parametri, quindi con display impostato su 200 cd/m2, speaker a 60 dB e collegamento alla stessa rete Wi-Fi.

Ricarica

Passiamo adesso alla valutazione della ricarica. Il test principale misura tempo ed energia impiegati per passare dallo 0% all’80% e poi dall’80% al 100%. Viene misurato anche lo stato di ricarica una volta raggiunto il 100%: questo perché spesso accade che lo smartphone indichi il 100% raggiunto, quando in realtà la batteria non è completamente carica. Il motivo l’abbiamo spiegato in precedenza in questa guida.

Viene poi valutato il cosiddetto “quick boost”, ovvero quanta batteria viene ricaricata in 5 minuti, per capire quanto sia efficace una ricarica rapida che può capitare di dover fare prima di uscire di casa.

Efficienza

Infine, fra le valutazioni d’autonomia di DxOMark c’è anche l’efficienza energetica in fase di carica e scarica. Durante i test svolti, viene misurata quanta energia viene usata per caricare completamente la batteria e l’efficienza del caricatore da muro nel passare l’elettricità allo smartphone. L’efficienza misurata riguarda anche il rapporto fra la capacità della batteria divisa per l’autonomia: se una 6.000 mAh e una 4.000 mAh durano entrambe 2 giorni, ovviamente è la seconda ad essere premiata.

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