Rivoluzione USA: basta monopolio per i pagamenti su Play Store e App Store

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Chi l’avrebbe detto che una delle prime mosse della neo-presidenza Joe Biden potrebbe andare a danneggiare le americane Google ed Apple? Se da un lato Huawei continua ad essere ostracizzata dal governo USA, dall’altro le autorità continuano a monitorare l’industria tecnologica a 360°, non soltanto guardando verso oriente. Dalla frangia del Nord Dakota del Senato americano arriva un nuovo disegno di legge che, se approvato, avrebbe conseguenze notevoli per i profitti di Play Store ed App Store.

Riassumendo ciò che contiene il Senate Bill 2333, la proposta consiste nello spezzare il monopolio sui pagamenti negli app store di Google ed Apple. L’accusa mossa contro i due colossi è che impediscano agli sviluppatori di sfruttare sistemi di pagamenti proprietari per gli acquisti in-app. Per tutelarli ulteriormente, nel disegno di legge è anche specificato che chi decidesse di non affidarsi ai pagamenti di Google ed Apple non debba subire ritorsioni.

Il senato americano vuole combattere il monopolio dei pagamenti su Play Store e App Store

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Lo scopo del disegno di legge è di livellare il campo di gioco per gli sviluppatori di app nel Dakota del Nord. Vogliamo proteggerli da tariffe devastanti e monopolistiche imposte dalle grandi aziende tecnologiche“. Questo è quanto afferma Kyle Davison, colui che ha introdotto il disegno in Senato, proseguendo che le commissioni sui pagamenti non fa che “aumentare i prezzi e limitare le scelte dei consumatori“.

Scendendo più nel dettaglio, nella proposta si presentano tre restrizioni principali per queste piattaforme digitali: niente esclusività sullo store, sui pagamenti in-app e niente ripercussioni. In poche parole, gli sviluppatori devono essere lasciati liberi di decidere dove e come vendere le proprie app e gli acquisti al loro interno. Un argomento molto dibattuto nella diatriba fra Apple ed Epic Games e che sembra abbracciare la posizione di quest’ultima.

Ovviamente non ha tardato ad arrivare la risposta proprio da parte di Apple, in occasione dell’audizione tenutasi in Nord Dakota. Come dichiara uno dei capo ingegneri di Cupertino, una mossa del genere “minaccia di distruggere iPhone come lo conosciamo, minerebbe privacy, sicurezza e prestazioni“.

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