Ufficiale: gli USA annullano il ban di TikTok e WeChat

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Dopo l’ordinanza firmata dal governo USA nello scorso agosto, adesso arriva l’ufficialità sul ban di TikTok e WeChat. A partire dal prossimo 20 settembre entrambe le app non saranno più disponibili sugli store Google ed Apple. Il nuovo ordine esecutivo concretizza quanto vociferato in precedenza, quando il ban non era ancora delineato al 100%. Una decisione che rientra in toto nel programma Clean Network, con cui gli Stati Uniti vogliono ostracizzare dal proprio ecosistema le aziende cinesi ritenute ostili. Fra i cinque punti cardine attorno a cui ruota questo programma ne troviamo uno, Clean Store, che mette nero su bianco questa decisione. Rimuovere le app ritenute malevole, come TikTok e WeChat, da Google ed App Store: “minacciano la privacy, proliferano virus e diffondono propagando e disinformazione“.

Aggiornamento 10/06la presidenza Biden decide di annullare il ban. Trovate tutte le informazioni a fine articolo.

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Scatta il ban delle app TikTok e WeChat da Play Store ed App Store

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Come recita il comunicato stampa del Dipartimento del Commercio statunitense, “il Partito Comunista Cinese (PCC) ha i mezzi e le motivazioni per utilizzare queste app per minacciare sicurezza nazionale, politica estera ed economia degli Stati Uniti. I divieti combinati proteggono gli utenti, eliminando l’accesso a queste applicazioni e riducendo in modo significativo la loro funzionalità”.

Ecco quanto dichiarato dal segretario Wilbur Ross: “Le azioni di oggi dimostrano ancora una volta che il presidente Trump farà tutto ciò che è in suo potere per garantire la nostra sicurezza nazionale e proteggere gli americani dai fili del Partito comunista cinese. Abbiamo intrapreso azioni significative per combattere la raccolta dannosa dei dati personali dei cittadini americani da parte della Cina. Promuovendo al contempo i nostri valori nazionali, le norme democratiche basate su regole e l’applicazione aggressiva delle leggi e dei regolamenti statunitensi“.

Il ban sarà effettivo a partire dal 20 settembre 2020, data dalla quale non sarà più possibile trovare le app di TikTok e WeChat sui rispettivi store Google ed Apple. Inoltre, WeChat non potrà più essere utilizzata per il trasferimento di denaro all’interno degli USA. Nel comunicato si parla anche del “divieto di fornire servizi di hosting per il funzionamento dell’app negli USA”, anche se non è chiaro se ciò significherà l’impossibilità di usarle su Android. Come ben sappiamo, infatti, la loro assenza sul Google Play Store non significa l’impossibilità di installare via file APK. Tuttavia, questo divieto potrebbe significare l’impossibilità di funzionare correttamente, non potendo affidarsi a server statunitensi.

TikTok e WeChat evitano il ban, per ora | Aggiornamento 21/09

Il Dipartimento di Commercio americano ha annunciato il rinvio del ban al 27 settembre. Evidentemente l’ufficializzazione del divieto di girare sugli store Android ed Apple ha smosso le trattative che erano in atto con ByteDance. Al contrario di Microsoft, la strana coppia Oracle e Walmart è in pole position per prendere le redini del social negli USA. Oracle si occuperebbe delle mansioni di partner tecnologico, mentre Walmart di quelle a scopo puramente commerciale. Entrambe le società prenderebbero il controllo totale delle operazioni di TikTok negli USA, con sede in Texas e creando circa 25.000 posti di lavoro. Come specifica Vanessa Pappas di TikTok, “sia Oracle che Walmart prenderanno parte al round di finanziamento pre-IPO di TikTok Global in cui possono acquisire fino a una quota cumulativa del 20% nella società“.

Nel caso di WeChat, la situazione è più spinosa ma il ban è stato rinviato anche per l’app di messaggistica cinese. Questo grazie all’intervento della Corte Distrettuale di San Francisco, avendo accolto la denuncia effettuata dalla WeChat Users Alliance. Il giudice Laurel Beeler ha affermato che, nonostante le paure di violazione della sicurezza nazionale, il Dipartimento del Commercio non ha fornito prove sufficienti per convalidare il ban. A questo punto la situazione rimbalzerà in sede di tribunale, pertanto ne riparleremo prossimamente.

Il giudice si oppone nuovamente agli USA | Aggiornamento 28/09

Niente da fare per il Dipartimento del Commercio. Il giudice distrettuale della Columbia, Carl Nichols, ufficializza il divieto del ban contro TikTok. Il blocco sarebbe dovuto partire alla mezzanotte della scorsa giornata, mentre così non sarà, lasciando l’app disponibile al download negli USA. I dettagli non sono ancora stati rivelati nella loro interezza, nell’attesa che gli avvocati delle due parti possano consultare le varie documentazioni.

Secondo quanto affermato dall’avvocato John Hall, a difesa di TikTok, “è una delle app in più rapida crescita al mondo e i nuovi utenti sono la linfa vitale di questo business, il che è vero per qualsiasi piattaforma di social media. Se scomparisse dagli app store, l’effetto sarebbe devastante per utenti, contenuti, creatori e danneggerebbe la sua reputazione presso gli inserzionisti”.

La Cina parla di violazioni del WTO | Aggiornamento 06/10

Nonostante il ban di TikTok e WeChat sia stato sospeso, siamo abbastanza certi che gli USA faranno di tutto per farlo confermare. Nel mentre, si è tenuta una riunione del WTO (World Trade Organization), l’organizzazione che regola gli accordi commerciali fra le nazioni del mondo. In tale occasione, gli emissari della Cina hanno affermato come le mosse intraprese dal governo USA violerebbero proprio alcune leggi del WTO. Come affermato a porte chiuse da un rappresentate cinese, “sono misure chiaramente incoerenti con le regole del WTO, limitano i servizi commerciali transfrontalieri e violano i principi e gli obiettivi di base del sistema commerciale multilaterale“.

Si è fatto nuovamente presente come, anche alle richieste dei giudici, gli USA siano stati incapaci di fornire prove concrete per confermare le proprie accuse. Allo stesso tempo, anche alcuni rappresentati statunitensi hanno detto la loro, specificando come gli USA abbiano difeso le proprie azioni, cercando di mitigare i rischi per la sicurezza nazionale. A questo punto c’è chi si aspetta che la Cina presenta una denuncia legale proprio all’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Bloccato il ban degli USA verso TikTok | Aggiornamento 02/11

Sembra che tale vicenda sia destinata a tenere banco ancora per molto. Poche ore fa, infatti, un giudice della Pennsylvania ha bloccato il ban degli Stati Uniti, principalmente per un motivo. Secondo la sentenza, infatti, il ban si scaglia contro i creators di tale piattaforma, nello specifico contro quelli americani. Ovviamente, dunque, tale causa è stata portata avanti da tre personaggi in particolare, parecchio influenti su tale piattaforma, ovvero Douglas Marland, Cosette Rinab e Alec Chambers.

Non si sa come possa andare avanti questa vicenda, anche perché Trump sembra non voler arretrare di un millimetro su tale decisione. Vedremo che cosa accadrà, quindi, nelle prossime settimane, quando questo ban effettivamente entrerà in vigore.

TikTok attende news dal Governo USA | Aggiornamento 11/11

Dal 12 novembre dovrebbe essere ufficialmente bandito TikTok negli Stati Uniti. Al momento, però, l’azienda cinese non sa quale sarà il suo destino, dato che non sono stati forniti dettagli in merito a tale questione. TikTok, infatti, aveva richiesto un’ulteriore proroga di 30 giorni, che sembra essere caduta in un buco nero.

Qualche comunicazione, nelle prossime ore, dovrebbe arrivare proprio dalla Commissione per gli Investimenti Esteri negli Stati Uniti (CFIUS). Ovviamente, se non dovesse arrivare alcuna risposta, TikTok andrà per vie legali, per cercare di difendere i propri diritti, la propria immagine e tutti i 1.500 dipendenti che lavorano negli USA.

Gli USA mollano la presa | Aggiornamento 13/11

Un report del Wall Street Journal evidenzia come il Dipartimento del Commercio degli USA abbia scelto di non applicare l’ordine restrittivo del ban contro TikTok. Il 12 novembre è ormai passato, un accordo vero e proprio non è ancora stato raggiunto, ma l’app di ByteDance è ancora operativa nel suolo statunitense. Il divieto avrebbe impedito ai servizi americani di hosting di ospitare i contenuti del social cinese, divieto che non è arrivato. La situazione è ancora fumosa, ma questo standby deriva dalla succitata decisione imposta dal tribunale della Pennsylvania, menzionata dallo stesso governo USA.

A questo punto la palla dovrebbe passare al neoeletto presidente Joe Biden. Non è chiaro se l’accordo che avrebbe garantito ad Oracle e Walmart il 20% delle quote di TikTok andrà in porto o meno. Come abbiamo analizzato in questo editoriale, in precedenza Biden si è espresso negativamente nei confronti dell’app, arrivando a proibirne l’utilizzo ai suoi dipendenti durante la campagna presidenziale. Vedremo se nel corso del 2021 verrà raggiunto un accordo fra USA e Cina o se il tutto si tramuterà in un nulla di fatto.

Salta l’ultimatum per ByteDance | Aggiornamento 07/12

Il 4 dicembre è ormai passato e, con esso, la data in cui era originariamente fissato l’ultimatum rivolto dal governo Trump nei confronti di ByteDance e del suo TikTok. Ma come già sottolineato, da quando Joe Biden è stato ufficialmente eletto le tensioni fra le parti si sono allentate. Rispetto a quanto preventivato, non è ancora stato raggiunto un accordo, nonostante sia passata la data di scadenza fissata dalla presidenza statunitense. Secondo fonti interne, l’ultimatum non dovrebbe essere rinnovato, anche perché ByteDance sarebbe già in trattativa per la cessione dell’operatività di TikTok.

Lo stesso U.S. Treasury Department ha dichiarato che l’azienda cinese non andrà incontro ad alcuna multa per non aver soddisfatto le tempistiche richieste. Il motivo è sempre riconducibile all’esistenza di una negoziazione che si avvicina alla sua fine. L’intenzione della presidenza Trump sarebbe quella di concludere il tutto entro il 20 gennaio, giorno in cui Biden entrerà ufficialmente alla Casa Bianca. Non ci sono state più voci in merito a chi prenderà in carico TikTok in occidente, ma la teoria più accredita rimane quella che vede l’accoppiata Oracle e Walmart.

La presidenza Biden rimanda a giugno | Aggiornamento 13/04

Da quando l’ex presidenza Trump ha ceduto il posto a quella Biden, la questione TikTok è progressivamente scomparsa dai radar delle autorità statunitensi. Quello che sembrava essere un ultimatum si è rivelata una bolla di sapone che è scoppiata senza alcun danno per il social d’origine cinese. Ad oggi, infatti, l’app viene tranquillamente utilizzata in tutto il mondo, continuando a macinare numeri su numeri. Non solo: ByteDance non ha ceduto la sua proprietà e la trattativa in corso con Oracle e Walmart sembra essersi naufragata. Anche perché pare che le intenzioni fossero quelle di bloccare l’utilizzo dell’app negli USA piuttosto che venderla.

In tutto ciò, qualcuno si potrebbe chiedere: e adesso? Il governo statunitense non farà alcunché? In realtà la presidenza USA si è recentemente pronunciata sull’argomento, per quanto in maniera vaga. Tutto ciò che sappiamo è che vuole prendere tempo per capire come muoversi e che lo farà entro l’11 giugno. Ecco quanto dichiarato a febbraio dalla portavoce del consiglio di sicurezza nazionale: “Abbiamo in programma di sviluppare un approccio completo per proteggere i dati degli Stati Uniti che affronti l’intera gamma di minacce che affrontiamo. Ciò include il rischio rappresentato dalle app cinesi e da altri software che operano negli Stati Uniti. Nei prossimi mesi, prevediamo di esaminare casi specifici alla luce di una comprensione completa dei rischi che dobbiamo affrontare“.

Arriva lo stop al ban | Aggiornamento 10/06

Era soltanto questione di tempo prima che gli USA decidessero ufficialmente di annullare il ban contro TikTok e WeChat. Dopo la decisione del governo Trump, quello a firma Biden decide di fare marcia indietro. Inizialmente previsto per l’autunno/inverno 2020, il ban avrebbe di fatto rimosso le due app dagli store americani, in quanto ritenute potenzialmente pericolose per l’utenza USA. La casa madre di TikTok, ByteDance, aveva persino valutato la cessione delle operazioni a realtà quali Microsoft, Oracle e Walmart. Adesso l’ordine esecutivo è stato revocato, anche se è in programma una revisione delle app da aziende estere, con cui creare “criteri chiari e comprensibili” per determinare possibili rischi.

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