Questo è il migliore smart speaker a batteria in commercio (e la qualità si paga) | Recensione Sonos Move

Se ci sono due meriti da dare a Sonos, è che l’azienda statunitense in 15 anni di onorato servizio non ha mai stravolto il suo ecosistema, e che in tutto questo tempo è sempre riuscita a produrre speaker multi-room wireless di qualità eccellente, con una resa sonora senza paragoni per la categoria, e ricchi di funzionalità avanzate e smart. E non parlo solo della possibilità di interagire anche con Google Assistant ed Alexa, ma parlo perlopiù del TruePlay, un’ottimizzazione audio eccezionale in grado di adattare i suoni riprodotti dagli speaker in base all’ambiente e alla posizione in cui vengono utilizzati.

E sì, è una tecnologia che funziona davvero e che migliora profondamente la qualità e l’equalizzazione audio dei dispositivi di Sonos, ma che è da sempre fortemente limitata da un particolare tecnico: funziona esclusivamente con gli iPhone e non è disponibile per chiunque utilizzi un Android. Il motivo è chiaramente una questione di calibrazione dei microfoni che, negli iPhone, sono sempre gli stessi e sono numericamente gestibili, ma che nei dispositivi Android invece sono profondamente frammentati.

E poi è arrivato il Sonos Move, uno smart speaker WiFi e Bluetooth che funziona a batteria, è caratterizzato dalla solita ed eccezionale qualità di Sonos, integra gli assistenti digitali e potrebbe rappresentare il primo vero esponente del futuro di Sonos: è il primo dispositivo con il quale l’azienda statunitense ha tentato di risolvere il problema del TruePlay su Android, introducendone una nuova versione del tutto automatica, che gestisce l’ottimizzazione direttamente dal dispositivo. Insomma, sì: costa parecchio, ma la qualità – soprattutto nel settore audio – si paga (ed è giusto che sia così), ma ne vale davvero la pena.

Recensione Sonos Move: suona meglio del One ed ha il TruePlay automatico

Design e materiali

Sonos Move è una sorta di cilindro a base ovale, è disponibile in due colorazioni ed è dotato di una particolare base ad anello che andrà connessa alla presa elettrica e che permetterà la ricarica della batteria non estraibile integrata nello speaker. Il sistema è autocentrante: sarà semplicissimo appoggiare il Move sulla base di ricarica e far allineare i morsetti di ricarica.

Certo, non è uno smart speaker a batteria leggero, ma è comunque semplice da portare con sé ed ha un telaio estremamente solido che azzera qualsiasi vibrazione o componente in movimento, il che è un toccasana nel caso in cui si volesse ascoltare la musica a volumi molto alti (e credetemi, quando si vuole il Sonos Move “pompa” che è una meraviglia).

È inoltre un dispositivo resistente ad umidità e polvere certificato IP56, ed è quindi perfetto per essere utilizzato anche in esterno: personalmente lo utilizzo spesso in giardino, e mi è capitato anche di bagnarlo con la pompa mentre annaffiavo le piante. Il risultato? Un Sonos Move bagnato che continuava a suonare come se nulla fosse. Eccezionale.

Superiormente continua ad essere presente quel family feeling tipico dei prodotti dell’azienda, con design minimal, tasti touch a sfioramento per gestire il volume, la riproduzione musicale e disattivare i microfoni: sono sei e sono posizionati proprio sulla parte superiore dello speaker.

Sul retro del dispositivo, oltre al tasto d’accensione e quello per l’accoppiamento, non è presente un ingresso per il cavo ethernet (come di solito accade con i prodotti dell’azienda), ma è presente una novità assoluta per Sonos: uno switch che permetterà di abilitare o disabilitare il Bluetooth. Ed anche se per i meno avvezzi con il brand potrebbe sembrare una sciocchezza, in realtà si tratta di una novità importante: il Move è il primo dispositivo Bluetooth di Sonos.

Funzionalità

Fin dalla sua presentazione, il Sonos Move è sempre stato una pietra miliare tra i prodotti dell’azienda. E  non solo per l’eccellente qualità audio (della quale parleremo a breve), ma anche perché si tratta – senza ombra di dubbio – dello speaker più avanzato di Sonos. Così come la Sonos Arc, i Sonos One, la Sonos Beam etc, anche Sonos Move è in grado di gestire sia Google Assistant che Alexa, ma non contemporaneamente: bisognerà scegliere l’assistente digitale che si desidera tramite l’app di Sonos.

Un’app che è stata sostanzialmente rivisitata sia per quanto riguarda l’interfaccia che per quanto riguarda l’immediatezza. Per chi avesse già avuto modo di utilizzare la vecchia applicazione dell’azienda, è importante sapere che già dal primo utilizzo si notano sostanziali cambiamenti sia per quanto riguarda la velocità che per quanto riguarda la stabilità: se nella vecchia versione si poteva inciampare in aggiornamenti firmware non andati a buon fine, ad esempio, con la nuova Sonos App S2 questi inconvenienti saranno solo uno spiacevole ricordo.

Ma la novità fondamentale della nuova applicazione è il supporto ai formati audio ad alta definizione che, assieme ad una ricerca più veloce nei vari servizi di streaming e ad una risposta praticamente immediata nella gestione degli altoparlanti (il controllo del volume, ad esempio, è a zero lag), non è per niente male. Ed oltre che con Google Assistant ed Alexa, Sonos Move è compatibile anche con Spotify, Amazon Music, Tidal e moltissimi altri servizi di streaming online che, tra le altre cose, potranno anche essere controllati con la voce e del tutto indipendentemente dal proprio smartphone.

Sempre tramite l’applicazione (o semplicemente utilizzando i comandi vocali) si potrà anche ascoltare una delle tante stazioni di Sonos Radio, un servizio di streaming dell’azienda nel quale convergono migliaia di stazioni provenienti da sorgenti già utilizzate in passato (sono oltre 60.000) che sono state però riorganizzate ed arricchite con delle emittenti locali internazionali, con canali tematici suddivisi per genere e con stazioni curate da musicisti e DJ di fama internazionale. Il tutto ad alta risoluzione.

La prova d’ascolto: qualità audio superiore al One, ma meno spaziale

Partiamo con qualche dato tecnico: Sonos Move è uno speaker biamplificato a due vie in classe D. È dotato di un tweeter che è posto nella parte alta e direzionato verso il basso, e di un mid-woofer che direziona l’audio frontalmente. E già dalla conformazione si intuisce una delle principali differenze che ci sono con il One: con il Sonos Move l’audio è molto direzionale, a differenza del One che lo distribuisce di più anche angolarmente.

E proprio facendo un confronto tra Sonos Move e Sonos One (che, di fatto, potrebbe essere il diretto concorrente dello smart speaker portatile) nelle nostre diverse prove d’ascolto è risultato piuttosto chiara la differenza: il Move suona sensibilmente meglio della One. E questa differenza non solo è dovuta alle dimensioni più generose, ma anche ad un taglio molto più marcato dei due altoparlanti integrati, che garantisce una gestione della gamma medio-bassa davvero eccellente.

Il suono del Sonos Move è ricco, molto corposo e rotondo, ma dipende moltissimo dal posizionamento dello speaker, il che potrebbe essere un’arma a doppio taglio soprattutto se lo si utilizza in una stanza nella quale ci si muove parecchio: ed è questo forse l’unico vero compromesso del prodotto, perché non posizionandolo in una zona ben studiata, si rischia di perdere la coloritura del suono ottimale spostandosi nell’ambiente. D’altronde però, il Sonos Move è uno speaker mobile, quindi potrebbe quasi essere un suo limite naturale e voluto stesso dall’azienda.

Ottima anche la riproduzione tramite il Bluetooth, che soffre di un lievissimo taglio delle frequenze alte (tipico della tecnologia) ma che a mio avviso ho trovato piuttosto limitato da un particolare non indifferente: il WiFi ed il Bluetooth non funzionano contemporaneamente (come ad esempio succede con un semplicissimo Nest mini) e si dovrà necessariamente procedere con uno switch manuale tramite il tasto posizionato sul retro. Nel mio caso, ho piazzato il Sonos Move in cucina, con l’idea di utilizzare il multi-room anche in quella stanza e di connetterlo alla TV in modo da migliorarne la qualità audio: ed in realtà posso fare entrambe le cose, ma purtroppo qualora fosse attivo il Bluetooth non potrei utilizzare l’assistente digitale perché il WiFi si disattiverebbe.

L’AutoTruePlay è la vera novità del Sonos Move: come funziona

Sostanzialmente il concetto è questo: il Sonos Move si corregge da solo, adattandosi all’ambiente nel quale è utilizzato. E lo fa sfruttando non solo i microfoni integrati, che vengono gestiti anche per il controllo vocale, ma anche utilizzando un accelerometro integrato nello speaker stesso che rileva eventuali movimenti della cassa e fa partire automaticamente il processo di ottimizzazione: quando il movimento cessa per almeno 20 secondi, il processore interno analizza il segnale audio rilevato dai microfoni, elabora un’ottimizzazione calcolata in base alle riflessioni sonore e passa la palla al DSP interno che corregge l’emissione audio per bilanciare ed equalizzare le bande sonore.

Sembra una cosa complicatissima, ma in realtà è un processo talmente integrato nel dispositivo che l’utente non se ne renderebbe neppure conto se non per il tangibile miglioramento della qualità di riproduzione audio, ma attenzione: disabilitando i microfoni l’AutoTruePlay non funzionerà.

Durata della batteria

Nei nostri test, siamo riusciti a raggiungere un’autonomia di circa 10 ore di riproduzione sfruttando la sola batteria del Sonos Move. In linea di massima, utilizzando il dispositivo tramite WiFi e in streaming con Spotify ho notato un calo del 10% di batteria ogni ora. Un buon risultato, che si è rivelato tale anche nella riproduzione tramite Bluetooth.

L’azienda garantisce la batteria per circa 900 cicli di carica oppure circa 3 anni, dopo i quali si potrebbe iniziare a rilevare un lieve deterioramento delle prestazioni. Poco male però, visto che le batterie sono estraibili: si dovrà semplicemente aprire il case e sostituirle.

Prezzo di vendita e considerazioni – Sonos Move

Il prezzo del Sonos Move è di 399,99 euro. E sì, costa tanto ma offre molto. Si tratta di una cifra che si può facilmente spiegare con le funzionalità, la qualità sonora e la solidità del dispositivo, ma che chiaramente si rivolge ad un’utenza quasi di nicchia, molto attenta non solo sulla resa sonora ma anche sull’integrazione di servizi e funzioni smart (due cose che, in realtà, è difficile trovare ben bilanciate in un unico prodotto). Insomma, il Move è Sonos a tutti gli effetti: da tempo considero l’azienda come “l’Apple dell’audio”, ed in questo dispositivo si trova tutto il lavoro di progettazione e di ottimizzazione tipico del marchio statunitense.

E sì, dato il suo prezzo (praticamente il doppio del Sonos One) difficilmente si potrebbe pensare di acquistarlo in coppia per configurare un sistema stereofonico (cosa che si può fare senza alcun problema), ma potrebbe essere la scelta perfetta non solo per ampliare un sistema Sonos già esistente, ma anche come il proprio primo Sonos personale: poterlo portare con sé è come avere un dispositivo Sonos in ogni occasione, e di certo non è una cosa da niente.

 

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Ultimo aggiornamento il 20/04/2024 00:44
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